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20 marzo
Clara ha detto che il soggetto è interessante, ma che, per vari
motivi, è di difficile attuazione; sicché bisogna correggerlo, prima
di presentarlo al produttore. È stata molto gentile: si è offerta di
aiutare Michele ad apportare le correzioni necessarie. Michele è
tornato ieri da lei, perché era festa, e vi tornerà di nuovo giovedì
sera. Gli ha detto che dovrebbe essere contento: Clara avrebbe
potuto trovare brutto il soggetto e non parlarne più. Ma non
riesco a convincerlo. Molto spesso, guardandosi attorno, parla
dell’arredamento della casa di Clara; e io intuisco che non è la
casa, ma Clara che egli ammira. Pur sapendo di commettere un
errore gli ho ricordato che non pensava allo stesso modo qualche
tempo fa e che anzi spesso aveva disapprovato il comportamento
di lei e la sua separazione dal marito. Michele mi ha risposto che
ormai tutto ciò non ha più importanza e ha preso a parlare con
sprezzo del marito di Clara, benché sia un suo amico di gioventù.
Diceva che Clara ha fatto benissimo, non avrebbe mai saputo
adattarsi a una vita mediocre, a un uomo mediocre: citava i
lusinghieri successi di lei, e le cifre che guadagna, mentre il
marito non è mai riuscito a uscire dal piccolo impiego ove fu
assunto appena laureato. «C’è un diritto» egli diceva «che deriva
dal valore intrinseco di ognuno di noi. Sicché quello che per uno
può essere colpa, per altri non lo è. A un certo punto, nella vita,
bisogna essere consapevoli della propria condizione e affermarla;
anche questo è uno dei nostri doveri.» Stavo per chiedergli se
tutto questo lo avesse appreso da Clara, ma il tono con cui
parlava me lo ha impedito. Sembrava dire frasi ripetute
innumerevoli volte tra sé e che ormai vedeva chiare come se
fossero scritte in un libro. Trascinata da un istintivo timore gli
ho fatto notare che se Clara ha conquistato l’indipendenza, e
anche la notorietà e il benessere materiale, ha tuttavia perduto
qualcosa più importante. «Che cosa?» egli ha domandato,
incredulo. Con un sorriso che voleva essere condiscendente e che
invece, mio malgrado, era venato d’albagia, ho detto che si parla
di lei come di una donna che abbia avuto molti amanti.
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