6 TOUCH Ottobre <strong>2022</strong> di Riccardo Colletti Focus On Le decisioni della Commissione sui temi più scottanti: semiconduttori, reti, infrastrutture, progetti 5G e 6G L’Unione Europea si “scuote” e accelera sulla strategia digitale ualcosa si muove. Si sta Q muovendo. Si muoverà. L’Unione Europea - stretta nella morsa della crisi energetica ed economica - sembra voler accelerare e fare sul serio per la definizione di una politica strategica sul versante tecnologico e digitale. Dopo le recenti approvazioni dei Digital Markets and Services Act, l’agenda dei lavori è fitta. Servono risposte tempestive ai problemi, abbandonando tentennamenti ed eccessi di burocrazia. Semiconduttori in primo piano Il recente intervento di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, durante il vertice digitale in Estonia a proposito di semiconduttori ha messo al centro dell’attenzione l’impegno a procedere senza indugi. “I chip sono presenti in ogni dispositivo digitale. Dunque, sono fondamentali. Vogliamo aumentare la quota di mercato globale al 20% entro il 2030. Disponiamo di strutture di ricerca e test di livello mondiale. Questo è attraente per gli investitori, ma non abbastanza per creare l’ecosistema necessario. Pertanto, il nostro European Chips Act mobilita miliardi di investimenti per lo sviluppo e la produzione in serie di chip di prossima generazione. Abbiamo appena approvato la prima decisione sugli aiuti di Stato, con il via libera a un investimento di 730 milioni di euro da parte di una società franco-italiana per la realizzazione di una nuova struttura in Sicilia. Produrrà, per la prima volta in Europa, wafer di carburo di silicio su larga scala, la base dei semiconduttori. E nei prossimi mesi, un’azienda americana di fiducia è destinata ad aprire la strada con il suo nuovo impianto di chip in Germania: un investimento di 17 miliardi di euro”. I progetti per 5G e la ricerca sul 6G La chiave della connettività globale è un fattore decisivo. In quest’ottica, le operazioni legate a 5G e 6G stanno procedendo. Di qui la decisione dell’Ue di mettere mano al portafoglio per stanziare 250 milioni di euro. La Smart Networks and Services Joint Undertaking (SNSJU) ha selezionato i primi 35 progetti di ricerca, innovazione e sperimentazione per consentire l’evoluzione degli ecosistemi 5G e Dopo l’approvazione del Parlamento Europeo, i consumatori potranno presto utilizzare un’unica soluzione di ricarica per i loro dispositivi elettronici. Entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, tablet e fotocamere venduti nell’Ue dovranno essere dotati di una porta di ricarica Usb-C. Dalla primavera del 2026 l’obbligo si estenderà ai laptop. La nuova legge adottata dall’Aula lo scorso 4 ottobre fa parte di un più ampio sforzo dell’Ue per ridurre i rifiuti elettronici e consentire ai consumatori di compiere scelte più sostenibili. Quindi, i consumatori non avranno più bisogno di un caricatore diverso ogni volta che acquisteranno un nuovo dispositivo, poiché potranno utilizzare un unico caricatore per un’intera gamma di device elettronici portatili di piccole e medie dimensioni. Indipendentemente dal produttore, promuovere la ricerca 6G in Europa. Con un finanziamento combinato nell’ambito di Orizzonte Europa, si punta a costruire una catena di approvvigionamento europea di prim’ordine per sistemi 5G avanzati e costruire capacità tecnologiche 6G europee. L’Ue intende rafforzare la leadership europea nello sviluppo e nell’implementazione di tecnologie di rete di prossima generazione, nonché di dispositivi e servizi connessi attraverso un’ambiziosa tabella di marcia per la ricerca e l’innovazione. I progetti di ricerca e innovazione svilupperanno componenti, sistemi e reti di comunicazione intelligenti per il 6G seguendo sia un percorso evolutivo attraverso ulteriori miglioramenti della tecnologia avanzata 5G, sia un percorso più rivoluzionario studiando i vantaggi di promettenti abilitatori tecnologici. Le reti e le richieste alle Big Tech Stretto a doppia mandata con la tematica c’è la questione delle reti per affrontare il Approvati porta e caricatore universale Usb-C dal 2024 futuro tra 5G, IoT e metaverso. L’Unione ha deciso di rilanciare il tema per voce del Commissario per il Mercato interno, Thierry Breton. Che, nel corso di una tavola rotonda a Bruxelles e coordinata dalla Gsma, ha incontrato i ceo delle principali compagnie telefoniche. Oltre all’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, hanno preso parte altri ceo, quali Timotheus Hoettges di Deutsche Telekom, José María Alvarez-Pallete di Telefonica, Christel Heydemann di Orange e Nick Read di Vodafone. Al centro della discussione la richiesta di contributo da parte delle Big Tech, o meglio di equo compenso, come evidenziato da agosto scorso lettera che gli operatori telefonici hanno inviato alla Commissione Europea, che a sua volta ha promesso di aprire una consultazione nel 2023. I principali operatori avevano evidenziato che nell’ultimo decennio hanno investito oltre 500 miliardi di euro nello sviluppo delle loro reti fisse e mobili in Europa. A fronte di ciò però da parte delle Big Tech (Meta, Google, Apple, Amazon) pur generando il 55% del traffico totale il contributo è stato a dir poco ininfluente. Un tema spinoso ma che dovrà essere affrontato. Inevitabilmente. • tutti i nuovi telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali, cuffie e auricolari, console per videogiochi portatili e altoparlanti portatili, e-reader, tastiere, mouse, sistemi di navigazione portatili, auricolari e laptop ricaricabili tramite cavo cablato, operativi con una potenza erogata fino a 100 Watt, dovranno essere dotati di una porta Usb-C. Tutti i dispositivi che supportano la ricarica rapida avranno la stessa velocità di ricarica. Poiché la ricarica wireless diventa più diffusa, la Commissione Europea sarà chiamata ad armonizzare i requisiti di interoperabilità entro la fine del 2024. Ciò eliminerà anche il cosiddetto effetto “lock-in” tecnologico, per cui un consumatore diventa dipendente da un unico produttore. Etichette dedicate informeranno gli utenti sulle caratteristiche di ricarica dei nuovi dispositivi, rendendo più facile la verifica. Questi nuovi obblighi porteranno a un maggiore riutilizzo dei caricabatterie e aiuteranno i consumatori a risparmiare fino a 250 milioni di euro all’anno sugli acquisti di caricabatterie non necessari. I caricatori smaltiti e non utilizzati rappresentano circa 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici all’anno all'interno dell’Unione Europea. •
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