Turismo del Gusto Magazine - Gennaio 2024
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Per calarsi nelle ragioni della nascita di queste storiche
cantine non si può prescindere da una breve introduzione
sulla storia dello spumante, detto inizialmente
“Metodo Champenoise” e ora “Metodo Classico”.
Le cantine di Canelli iniziarono ad essere realizzate
sottoterra a partire dalla fine del 1700 perché la roccia
tufacea, di cui è ricco il sottosuolo locale, deriva da
eruzioni vulcaniche, è morbida e quindi si presta facilmente
ad essere scavata, ma l’aspetto principale è che
mantiene una temperatura costante tra 13 e 18 gradi C,
ideale per il vino. In realtà l’espansione delle gallerie
iniziò nell’Ottocento, ossia nel periodo in cui Canelli
cominciava ad essere conosciuta come la “capitale dello
spumante italiano” per la produzione di Moscato d’Asti
e Asti Spumante, grazie alla grande concentrazione
di vigneti di questa dolcissima uva sulle colline che la
circondano.
Il primo “Spumante Italiano”, realizzato col metodo
della rifermentazione in bottiglia, nacque nel 1865
proprio a Canelli, per opera di Carlo Gancia che aveva
fondato lì la sua cantina nel 1850. Un paio d’anni prima,
nel 1848, il giovane enologo Carlo era andato a lavorare
in Francia, a Reims – città sede delle più famose case
di produzione di Champagne – dove trascorse alcuni
anni apprendendo le tecniche di lavorazione di questo
straordinario vino apprezzato in tutto il mondo.
Rientrato in Italia rielaborò le nozioni apprese applicandole
alle uve moscato tipiche della sua zona; il
successo del “Moscato Champagne” – così venne chiamato
– fu immediato nonostante che il vino realizzato
risultasse più dolciastro del “cugino” d’oltralpe, anche
se pochi sanno che fin dopo la metà dell’ottocento pure
lo Champagne era più dolce e sciropposo. Fu Madame
Pommery nel 1874, alle soglie della Belle Époque, a
proporre il primo champagne vinificato secco.
Dopo quella prima positiva impresa, Gancia ipotizzò
che oltre che con l’uva moscato questo vino con le bolle
si potesse fare anche con altri vitigni e diede inizio a
sperimentazioni con Pinot nero e Chardonnay realizzando
il primo vero Spumante secco italiano.
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