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10_ottobre - Porto & diporto

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turismo / porto&<strong>diporto</strong><br />

Salento,terra di emozioni<br />

Può un vino dare il nome a un<br />

gruppo rock? Pare proprio<br />

di sì, se parliamo del Negroamaro<br />

Salentino. Il nome che la band<br />

si è data (nel nome però manca la<br />

lettera “o”) in omaggio al territorio da<br />

cui provengono i suoi componenti e<br />

al vitigno (contrariamente a quanto<br />

si pensa non vuol dire uva amarognola<br />

ma uva nera nera) coltivato ad<br />

alberello pugliese. Un vino, il Negroamaro,<br />

racconta Angelo Maci della<br />

Cantina due Palme di Cellino San<br />

Marco (www.cantineduepalme.it),<br />

che per un secolo è stato destinato<br />

a dare vitalità e nerbo ai fratelli più<br />

nobili piemontesi, lombardi, veneti<br />

e perfino francesi, ma ora al centro<br />

di un insospettabile interesse per la<br />

sua dote di concentrazione e colore.<br />

La sapienza e l’orgoglio di uomini laboriosi<br />

l’hanno sottratto ad un oscuro<br />

destino. E adesso, da portabandiera<br />

del Salento, il Negroamaro sa dare<br />

vita ad autentici capolavori: il Leverano<br />

Negroamaro è uno di questi; un<br />

vino che la Cantina Sociale Coope-<br />

46 - <strong>ottobre</strong> 20<strong>10</strong><br />

rativa (wwwcantinavecchiatorre.it), la<br />

prima ad avviare l’imbottigliamento<br />

ed ora impegnata nella preparazione<br />

di un nuovo marchio, l’Arneide, ha<br />

fatto conoscere e apprezzare in tutto<br />

il mondo. E’ il caso anche del Salice<br />

Salentino che caratterizza da solo il<br />

patrimonio vinicolo della zona, come<br />

precisa Gianni Ianne, presidente della<br />

Cooperativa che prende il nome<br />

dal vitigno (www.cantinasalicesalentino.it);<br />

una terra posta all’estremo<br />

Nord della penisola salentina, tra le<br />

più fertili per la produzione vinicola<br />

ed olearia e dove tuttora si tramanda<br />

l’arte della tessitura a pedali e del<br />

ricamo al tombolo. Proprio qui, in un<br />

tranquillo paese situato al limite tra il<br />

Tavoliere leccese e le Murge tarantine,<br />

Guagnano, dove sorgono ulivi<br />

giganti dai tronchi scultorei che custodiscono<br />

storie di culture e di gente<br />

diverse, Cosimo Taurino, per pochi<br />

anni farmacista, fa nascere nel 1975<br />

un vino dal colore rosso rubino carico,<br />

con profumo ampio e strutturato<br />

che va dal sentore di tabacco alla<br />

cioccolata, dai frutti rossi maturi alla<br />

liquirizia e spezie.<br />

Un vino, il Patriglione, racconta<br />

Francesco Taurino, il figlio oggi a<br />

capo dell’azienda agricola (www.<br />

taurinovini.it), che per la passione<br />

dei vecchi vinattieri rappresenta un<br />

vanto per l’intero territorio salentino.<br />

Potenti ed imperiosi come la voce<br />

di Giuliano Sangiorgi, voce e leader<br />

dei salentini Negramaro, sono il Primitivo<br />

e gli altri rossi della Cantina<br />

Sociale Cooperativa di Copertino<br />

(www.cupertium.it), oggi tra i vini più<br />

richiesti nei paesi scandinavi e negli<br />

Stati Uniti dove arriva circa l’80% della<br />

produzione in bottiglia, e il rosso<br />

Copertino dei Quattro Casali della<br />

Cooperativa San Giuseppe (www.<br />

quattrocasali.com), veri punti di forza,<br />

insieme con l’artigianato artistico,<br />

dell’economia della città dedita a San<br />

Giuseppe, l’umile frate della famiglia<br />

francescana dei Minori conventuali.<br />

Qui, nella stalla dove nacque, è custodita<br />

la reliquia del suo cuore, qui<br />

sono ancora vive le testimonianze

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