10_ottobre - Porto & diporto
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mostre / porto&<strong>diporto</strong><br />
Napoli, la città e il mare.<br />
Piazza Bovio: tra Romani e Bizantini<br />
Dallo scavo per le stazioni della metropolitana al recupero di<br />
resti architettonici d’epoca antica. Al Museo Archeologico,<br />
la mostra che illustra il panorama costiero d’età tardo antica.<br />
Tutto ebbe inizio con i lavori<br />
di scavo nell’area del Rettifilo<br />
per un nuovo scalo della<br />
metropolitana, la stazione Università<br />
di Piazza Bovio, e con il ritorno alla<br />
luce di nuovi, straordinari reperti storici<br />
d’epoca romana e bizantina. Nasce<br />
così la mostra “Napoli. La città<br />
e il mare. Piazza Bovio tra Romani<br />
e Bizantini”, che nell’atrio principale<br />
del Museo Archeologico mette in<br />
mostra (prorogata sino al prossimo<br />
8 novembre) le novità storico-artistiche<br />
e monumentali della sempre<br />
sorprendente città partenopea. Tra<br />
resti in marmo e materiali documen-<br />
50 - <strong>ottobre</strong> 20<strong>10</strong><br />
N. 1<br />
tari, difatti, il pubblico apprezza momenti<br />
di un capitolo tra i meno noti<br />
della nostra storia: la trasformazione<br />
urbana del fronte a mare. Ne viene<br />
fuori, dunque, un intrigante racconto<br />
che ripercorre la storia del paesaggio<br />
costiero partenopeo nella zona di<br />
Piazza Bovio.<br />
Qui, in origine, lo spazio era completamente<br />
occupato dal mare, era<br />
un’insenatura all’interno del porto che<br />
poi, in età tardo antica, diventa una<br />
spiaggia dove comincia a svilupparsi<br />
un quartiere artigianale; più tardi, poi,<br />
in epoca bizantina la stessa regione<br />
accoglierà parte della cinta muraria<br />
e un grande complesso edilizio probabilmente<br />
destinato a magazzini.<br />
E così che sullo sfondo di questo<br />
scenario si apprezzano le opere in<br />
mostra articolate in due nuclei espositivi:<br />
da una parte, i reperti architettonici<br />
lapidei recentemente rinvenuti<br />
e, dall’altra, quelli provenienti dal vicino<br />
fondaco Marramarra in via Ben-<br />
venuto Cellini ritrovati un secolo fa<br />
durante una precedente campagna<br />
di scavo che a fine ‘800 consente il<br />
recupero di materiali provenienti da<br />
edifici di età imperiale, tra cui un arco<br />
d’epoca domizianea, anch’essi serviti<br />
per costruzioni più recenti.<br />
Tra l’uno e l’altro, si apprezza in<br />
particolare una ricostruzione grafica<br />
di un arco onorario di età severiana<br />
di eccezionale interesse storico e artistico<br />
spogliato, secondo l’antico uso<br />
di recuperare pietre di buona qualità<br />
per nuove costruzioni, tra il VI e<br />
VII secolo d.C., tempo cui risalgono<br />
i resti di una torre della fortificazione<br />
cittadina di età bizantina.<br />
Tra le novità archeologiche più<br />
interessanti per la mappatura del<br />
paesaggio urbano della città antica,<br />
per gli studiosi della Soprintendenza<br />
archeologica, “l’arco doveva essere<br />
ubicato poco lontano dal luogo di rinvenimento,<br />
sul litorale antistante l’insenatura<br />
portuale antica (forse nella<br />
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