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Trieste, 5 - 6 settembre 2009 - WeDoCARE

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BESA, UN CODICE D’ONORE<br />

ALBANESI MUSULMANI CHE SALVARONO GLI EBREI DALLA SHOAH<br />

Un’esposizione a cura di Yad Vashem,<br />

il museo dell’Olocausto di Gerusalemme<br />

In mostra fino al 15 ottobre al Museo<br />

ebraico Carlo e Vera Wagner di <strong>Trieste</strong><br />

Negli anni drammatici della seconda<br />

guerra mondiale fu un rigido codice<br />

d’onore, detto Besa, a decretare la<br />

salvezza degli ebrei di Albania. Mentre<br />

nel resto d’Europa la persecuzione<br />

mieteva le sue vittime lì gli ebrei<br />

vennero infatti considerati ospiti e in<br />

quanto tali da proteggere e preservare.<br />

Fino al punto di donare loro abiti e<br />

nomi musulmani.<br />

A raccontare questa vicenda, ancora<br />

poco nota all’opinione pubblica occidentale,<br />

è la mostra “Besa, un codice<br />

d’onore. Albanesi musulmani che salvarono<br />

gli ebrei dalla Shoah” in esposizione<br />

per la prima volta in Italia al Museo<br />

ebraico Carlo e Vera Wagner fino al<br />

15 ottobre.<br />

Realizzata da Yad Vashem, il museo<br />

dell’Olocausto di Gerusalemme, la rassegna<br />

propone le suggestive immagini<br />

del fotografo americano Norman Gershman<br />

che per cinque anni ha percorso<br />

l’Albania recuperando le testimonianze<br />

di questo straordinario salvataggio che<br />

riguardò quasi 2 mila ebrei e documentandolo<br />

attraverso i ritratti dei salvatori<br />

e dei loro discendenti.<br />

La storia appare ancora più sorprendente<br />

se si considera che nei primi decenni<br />

del Novecento l’Albania, paese<br />

a maggioranza musulmana, contava<br />

una popolazione di 803 mila abitanti di<br />

cui solo 200 erano ebrei. Dopo l’ascesa<br />

al potere di Hitler nel 1933 molto ebrei<br />

trovarono però rifugio in Albania. Diverse<br />

fonti stimano che vi affluirono da<br />

600 a 1800 a rifugiati ebrei provenienti<br />

da Germania, Austria, Serbia, Grecia e<br />

Jugoslavia nella speranza di proseguire<br />

alla volta d’Israele o di altri paesi.<br />

Dopo l’occupazione nazista nel 1943<br />

gli albanesi, con un atto di grande<br />

generosità, rifiutarono di consegnare<br />

le liste degli ebrei che vivevano nel<br />

paese. Varie agenzie governative fornirono<br />

a molti ebrei documenti falsi<br />

che consentirono loro di mescolarsi al<br />

resto della popolazione. E gli albanesi<br />

non solo protessero i loro cittadini<br />

ebrei ma diedero rifugio ai tanti ebrei<br />

giunti in Albania quando ancora era<br />

sotto il dominio italiano, che ora rischiavano<br />

la deportazione nei campi<br />

di sterminio.

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