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Trieste, 5 - 6 settembre 2009 - WeDoCARE

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A proteggere gli ebrei fu Besa, l’antico<br />

codice d’onore del popolo albanese,<br />

profondamente radicato nella cultura<br />

e nelle usanze. Besa alla lettera significa<br />

“mantenere la promessa”. Chi si<br />

comporta secondo Besa è qualcuno<br />

che tiene fede alla parola data, a cui<br />

si può affidare la propria vita e quella<br />

della propria famiglia.<br />

Quasi tutti gli ebrei che si trovavano<br />

entro i confini dell’Albania durante<br />

l’occupazione tedesca furono salvati,<br />

fatta eccezione per poche famiglie.<br />

L’Albania, unico paese europeo a maggioranza<br />

musulmana riuscì così dove<br />

le altre nazioni europee fallirono.<br />

Sembra che il codice Besa si sia sviluppato<br />

dalla fede musulmana secondo<br />

un’interpretazione tipica degli albanesi.<br />

Ma l’aiuto prestato agli ebrei e<br />

ai non ebrei può anche essere inteso<br />

come una sorta di onore nazionale in<br />

nome del quale gli albanesi si prodigarono<br />

nel prestare aiuto e addirittura<br />

entrarono in competizione per il privilegio<br />

di salvare gli ebrei con atti che<br />

nacquero dalla compassione, dalla<br />

bontà e dal desiderio di sostenere chi<br />

si trovava in una situazione di bisogno<br />

anche se di altra fede o altra origine.<br />

“Besa – spiega il fotografo Norman<br />

Gershman – è molto più della semplice<br />

ospitalità. È un sentimento che ti<br />

lega a chi entra nella tua sfera contro<br />

ogni avversità”. Non a caso nel 1934<br />

Herman Bernstein, l’ambasciatore<br />

degli Stati Uniti in Albania scrisse “In<br />

Albania non vi è traccia di alcuna discriminazione<br />

contro gli ebrei perchè<br />

l’Albania è oggi uno dei pochi paesi<br />

in Europa in cui il pregiudizio e l’odio<br />

religioso non esiste benchè gli stessi<br />

albanesi siano divisi in tre fedi”.<br />

le mostre<br />

Il FOTOGRAFO NORMAN GERSHMAN<br />

Norman H. Gershman ha cominciato la sua carriera<br />

di fotografo relativamente tardi. Ha studiato con<br />

fotografi come Ansel Adams, Roman Vishniac e Arnold<br />

Newman ed è stato influenzato dai loro lavori.<br />

È stato anche sotto la tutela di Cornell Capa, il fondatore<br />

e direttore dell’International Center of Photography<br />

a New York. Gershman ha sviluppato un<br />

suo stile personale incentrato sul ritratto, nel quale<br />

lascia il suo tocco enfatizzando la speciale personalità<br />

del soggetto. Oggi vive e lavora ad Aspen in<br />

Colorado.<br />

Per quattro anni Gershman ha fotograto famiglie<br />

musulmane che salvarono ebrei durante la Seconda<br />

Guerra Mondiale, facendo convergere due mondi<br />

apparentemente in contrasto. Da questo lavoro<br />

è nata la mostra “Besa, un codice d’onore. Albanesi<br />

musulmani che salvarono gli ebrei dalla Shoah” presentata<br />

a <strong>Trieste</strong> per la prima volta in Italia. “Le famiglie<br />

musulmane – racconta Gershman - mi ripetevano<br />

in continuazione che salvare una vita umana<br />

è andare in paradiso. I figli di un salvatore mi dissero<br />

che il principio insegnatogli dal padre, secondo cui<br />

vivono, è ‘se qualcuno bussa alla tua porta, devi assumerti<br />

la responsabilità’”.<br />

I lavori di Norman Gershman si trovano presso molte<br />

collezioni pubbliche tra cui l’International Center<br />

of Photography, New York; il Brooklyn Museum;<br />

l’Aspen Museum of Art e molte gallerie in Russia.<br />

“Besa, un codice d’onore.<br />

Albanesi musulmani che salvarono<br />

gli ebrei dalla Shoah”<br />

fino al 15 ottobreMuseo ebraico Carlo<br />

e Vera Wagner<br />

via del Monte 7 (<strong>Trieste</strong>)<br />

tel. 040 633819<br />

museumcarloeverawagner@gmail.com<br />

www.triestebraica.it<br />

Orario:<br />

lunedì, mercoledì, giovedì,<br />

venerdì e domenica: 10.00 - 13.00<br />

martedì: 16.00 - 19.00<br />

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