Bollettin - Diocesi di Rimini
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<strong>Bollettin</strong>o Diocesano 2012 - n.2<br />
Tutti amati fino all'estremo<br />
La Croce: evento, mistero, messaggio<br />
Omelia tenuta dal Vescovo nel corso dell'azione liturgica del<br />
Venerdì Santo<br />
<strong>Rimini</strong>, Basilica Cattedrale, 6 aprile 2012<br />
Soffermiamoci qualche istante, fratelli e sorelle, per ascoltare l'invito che il<br />
Crocifisso ci rivolge dall'alto del patibolo: "O voi che passate per via, alzate lo<br />
sguardo e vedete se c'è un dolore grande come il mio" (Lam 1,12).<br />
1. La Croce è un evento, un mistero, un messaggio. E' innanzitutto un<br />
evento. Non è la ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> una ideologia dolorista; non è il simbolo <strong>di</strong> una<br />
rivoluzione sociale o politica; non è il <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> una setta esagitata o <strong>di</strong><br />
una nicchia ristretta e faziosa; non è neppure la semplice cifra <strong>di</strong> una vita interamente<br />
e gratuitamente spesa nel totale dono <strong>di</strong> sé. La croce <strong>di</strong> Gesù è un<br />
avvenimento storico, reale e singolare, certo e documentabile: "fu crocifisso<br />
sotto Ponzio Pilato", un avvenimento <strong>di</strong> cui ci parlano anche storici ebrei, come<br />
Giuseppe Flavio, e romani, come Cornelio Tacito.<br />
La tentazione <strong>di</strong> "svuotare la parola della croce" (1Cor 1,17) è sempre in<br />
agguato. La morte in croce <strong>di</strong> Gesù è un fatto totalmente indubitabile perché<br />
totalmente ininventabile. Lo ha capito bene san Paolo, che definisce la Croce<br />
"scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani" (1Cor 1,23). Per i giudei la Croce<br />
contrad<strong>di</strong>ce l'immagine <strong>di</strong> Dio, il quale coerentemente con la sua natura onnipotente<br />
- appunto, <strong>di</strong>vina! - non potrebbe che manifestarsi nei segni della potenza,<br />
cioè me<strong>di</strong>ante gesti sfolgoranti, risolutori, definitivi. E' questo lo schema<br />
normale, comunemente con<strong>di</strong>viso dall'attesa giudaica della venuta <strong>di</strong> Dio nella<br />
storia: tutto l'opposto della debolezza della Croce.<br />
Ma la Croce cozzava anche contro la visione religiosa e culturale dell'antichità<br />
nel suo complesso. Se per il giudeo la Croce rappresenta uno scandalo,<br />
un ostacolo insormontabile perché <strong>di</strong>ametralmente opposta allo stile <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong><br />
cui parlano le Scritture, per il greco la Croce è stupi<strong>di</strong>tà totale e totale i<strong>di</strong>ozia,<br />
un assurdo al quadrato. Che un Dio <strong>di</strong>venti un uomo assumendone il <strong>di</strong>venire,<br />
i bisogni e i limiti, è per il greco una follia al cento per cento. Ma è follia<br />
ancora più folle che un Dio finisca sconfitto sulla Croce. Un Dio che appare<br />
"capovolto": non l'uomo che si svena per lui, ma lui per l'uomo. Una storia così<br />
spaventosa e raccapricciante nessuno, davvero nessuno! se la poteva neanche<br />
lontanamente immaginare.<br />
Di questo evento pren<strong>di</strong>amo la scena madre, quella dell'agonia al Getsemani.<br />
Qui ci viene svelata la passione interiore <strong>di</strong> Gesù. Mentre gli altri brani ci<br />
raccontano che cosa Gesù subisce, che cosa gli fanno, qui ci viene narrato che<br />
Atti del Vescovo