Il nuovo Eldorado del Made in Italy - Italpyme

tutte le griffe” afferma Tony Tanfani titolare delle boutique
Gisa di Ancona. “Alcuni marchi sono rimasti appetibili,
quelli dalla marcata storicità come Chanel, Dior, Gucci,
che si distaccano dagli altri nelle preferenze del pubblico”.
E’ PROPRIO VERO CHE I GRANDI MARCHI HANNO
ABBASSATO I PREZZI?
Il fattore prezzo poi è sempre più imprescindibile dal
momento che le follie e l’acquisto di impulso appartengono
ormai all’era pre-crisi. Oggi tutto avviene nel segno
dell’oculatezza e di un maggiore equilibrio. E anche molti
brand del lusso si sono adeguati, rivedendo i loro listini:
una strategia realmente applicata o soprattutto professata,
in proporzione variabile a seconda dei casi: “A me non
sembra che le griffe abbiano fatto grandi sforzi per contenere
i prezzi” è il parere di Laura Avanzi. “Se così è, lo
hanno fatto solo sui loro prodotti più basici, che comunque
la cliente tende ormai ad acquistare dai marchi low
cost. E invece apprezzabile l’operazione attuata da alcune
aziende francesi, come Lanvin, Balenciaga, Givenchy
di riproporre all’interno delle loro collezioni abiti best
seller continuativi, di alcune stagioni fa o ripescati dagli
archivi, (‘Faubourg’ l’ha battezzata il primo, ‘Capsule’ gli
altri due) ad un prezzo inferiore anche di un 30%
rispetto agli abiti di nuova concezione. Sono no pezzi
che si acquistano volentieri, soprattutto o perché pperché
non datati, sempre attuali, ma con inalterato altterato
appeal”. I francesi paiono dunque, ahimè, mè, ,
essere più bravi degli italiani? Lo avalla
Cuffi e Nixon Nomadic, Kippys Cubana
bag, borsa bowling in pelle martellata
Chanel e sneakers Gucci
61 10 dicembre 2009
Inchiesta
anche Tony Tanfani “In effetti un’azienda particolarmente
attenta a limare i prezzi su alcuni articoli della collezione
estiva (anche se non tutti) è stata Dior, pur operando con
parametri di grande efficienza; tra gli italiani, invece, una
riduzione consistente l’ho riscontrata soltanto in Dolce &
Gabbana”. “Certo all’interno di ogni collezione si trovano
pezzi cari e meno cari, in rapporto al loro reale valore”
sostiene ancora Gianni Ruggeri di Babylon Bus a Prato.
“Sta a noi ora effettuare acquisti nella maniera più oculata
possibile: non possiamo davvero più permetterci scelte
non indovinate, e comunque di prodotti a costi non realmente
corrispondenti ad un valore”.
CHE COSA PREMIA IL SELL-OUT?
“Ciò che ora si vende di più” continua Gianni Ruggeri
“sono gli articoli cosiddetti ‘di servizio’ cioè acquistati per
il loro specifico utilizzo: il piumino per i rigori invernali o
l’abito per la specifica occasione; magari il cliente entra
più volte in negozio per comprare quel singolo pezzo”.
I brand di nicchia, spesso di stilisti emergenti, costituiscono
invece le alternative ai marchi per Walter Sbaiz.
“Veramente è una ricerca che facevamo anche prima
della crisi delle griffe. Ora proponiamo stilisti come Duro
Olowu o Peter Pilotto, collezioni che portano sti-
moli interessanti intere essanti e che preferiamo proporre in
maniera esaustiva, esaust anziché in singoli pezzi che
si perdono perdoono
nella ne moltitudine delle altre linee.
Poi puntiamo puntia anche sugli accessori, come
quelli q
di d Kippys e gli orologi e le cuffie