Il nuovo Eldorado del Made in Italy - Italpyme

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Speciale Vini Dall’alto a sinistra: Emilio Pedron, Matteo Lunelli, Paolo Ziliani e Giovanni Geddesda Filicaja rizzato da un packaging d’effetto, e Palazzo Lana (dedicato al luogo dove Guido Berlucchi e Franco Ziliani concepirono l’idea del primo Franciacorta), collezione di millesimati d’alta gamma pensati per un pubblico di appassionati delle bollicine. “Uno dei fattori chiave della nostra redditività” sottolinea il vicepresidente e responsabile produzione, Arturo Ziliani, “è senza dubbio l’ottimo rapporto qualità/prezzo”. CHI NON SI FERMA DAVANTI ALLA CRISI Il primato di crescita nel 2008 spetta a un’azienda dell’Oltrepò Pavese. Si tratta di La Versa, che ha chiuso con 22,6 milioni di euro e un balzo del 23,8% sul 2007. “Il fattore determinante di questa crescita” sostiene il portavoce Matteo Colombo “è stata l’apertura ai mercati esteri, a iniziare da quello statunitense e quello inglese”. La crisi ora si fa sentire anche in questa realtà: alcuni settori tengono nonostante tutto, in altri La Versa ha potenziato i propri sforzi per reggere all’urto. La strategia prevede un ulteriore investimento nel prodotto simbolo, lo spumante. “Stiamo diversifi- cando i mercati e potenziando gli investimenti all’estero. Vogliamo valorizzare i nostri prodotti di punta, dal Testarossa brut metodo classico al Testarossa Rosè, segnalato nella guida “Vini d’Italia 2010” di Luca Maroni come “miglior rosè spumante d’Italia”, a tutta la linea dei Pinot che sono il nostre fiore all’occhiello. Senza dimenticare i vini tipici dell’Oltrepò pavese”, conclude Colombo. I BIG DEL SETTORE Il più grande produttore italiano 2008 è la forlivese Caviro, specializzata in prodotti di largo consumo (tra gli altri il Tavernello), che chiude l’anno con oltre 281 milioni di euro di fatturato. Al secondo posto si piazza il Gruppo Italiano Vini che tuttavia reclama per voce del suo amministratore delegato, Emilio Pedron, la posizione di vertice. “Caviro non segue soltanto il vino, settore nel quale confermiamo invece la nostra leadership. L’anno scorso si è chiuso in leggero calo, ma una diffusione capillare in tutte le principali piazze ci ha permesso di mantenere le posizioni suddividendo il rischio tra Italia 82 10 dicembre 2009
e estero”. Il 2009 si chiuderà in crescita del 10% grazie all’acquisizione di Coltiva (senza la quale il Gruppo Italiano Vini avrebbe registrato una flessione contenuta al 4-5%). “Stiamo difendendo la marginalità, meglio fatturare meno e non perdere i margini, perché nel mondo del vino italiano sta accadendo un fatto: il prezzo medio all’export è sceso del 14% nella prima metà dell’anno e procede verso il meno 20% a fine anno. Tutto ciò riposiziona sul basso i nostri prodotti e determina una perdita di quel prestigio che abbiamo acquisito nel corso degli anni. Giv non partecipa a questa partita e mantiene alta la guardia, continuando a investire pur in un momento difficile e pensando di potenziare la distribuzione di nuovi vini, di marchi esterni ai nostri e che ci permetterebbero di essere più forti, raggiungendo interessanti sinergie” conclude Pedron. Una buona performance infine per la vicentina Zonin, che ha chiuso il 2008 sfiorando gli 84 milioni di euro di fatturato e incrementando dell’11,5% il fatturato dell’anno precedente. Francesco Zonin, vice presidente con delega al commerciale e al marketing, commenta così il risultato: Luca Gardini Il vino italiano sta attraversando un ottimo momento a livello qualitativo. Lo assicura un fuoriclasse della degustazione e uno dei suoi maggiori portabandiera. È Luca Gardini, 28 anni, primo sommelier del “bistellato” ristorante Cracco, vincitore del titolo di “Miglior Sommelier d’Italia” nel 2004 e, dallo scorso 15 novembre, di quello di “Miglior Sommelier d’Europa”. Chi meglio di lui può testimoniare come si evolve la tendenza del bere nell’alta ristorazione? “La crisi - racconta - ha ridotto le presenze di clienti nei ristoranti e modificato le E al ristorante? Vince il Piemonte 83 10 dicembre 2009 Speciale Vini “La nostra famiglia è orgogliosa di poter rappresentare in modo significativo il mercato del vino italiano, sia a livello nazionale che all’estero. Il bilancio dei primi 9 mesi del 2009 è sicuramente positivo. I dati ci confermano una crescita di fatturato anche per quest’anno. C’è anche un incremento della marginalità da attribuire a un progetto strategico cominciato 3 anni fa, che comprende anche la decisione di investire direttamente nei paesi di esportazione primari, attraverso società controllate negli Stati Uniti e in Inghilterra”. Il prodotto del momento è il prosecco. “Nel 2010 puntiamo al lancio del nuovo Prosecco Doc Zonin e a un’ulteriore scommessa sulla tenuta siciliana di famiglia, il Feudo Principi di Butera, che saranno entrambi protagonisti di un’importante campagna di comunicazione realizzata attraverso i principali media”. Strategie? “La nostra prevede soprattutto la valorizzazione del brand Zonin e delle tenute agricole di famiglia e il consolidamento dell’assetto distributivo. I primi frutti di ciò sono stati raccolti l’anno scorso, continuano a crescere quest’anno e auspichiamo diano risultati positivi anche nel 2010”. loro richieste: si beve meno, ma non si rinuncia alla qualità. Perciò continuiamo ad aprire grandi bottiglie e dobbiamo essere pronti a soddisfare qualsiasi richiesta al bicchiere, perché oggi il cliente esige da noi un servizio eccellente”. “Come vanno le diverse regioni? Oggi il Piemonte è sulla cresta dell’onda e batte anche la Toscana. Non perché la Toscana non abbia grandi vini, e quando parliamo di Ornellaia ci riferiamo probabilmente all’azienda numero 1 del Paese, ma perché la standardizzazione è un rischio che i suoi produttori stanno correndo e li danneggia, contrariamente ai piemontesi che possono far leva su una grande identità. Oggi non è più tempo di vini modaioli”. Tra le etichette si confermano i grandi classici (oltre a Ornellaia i vari Gaja, Conterno, Sassicaia, alcune annate di Valentini e Giulio Ferrari) e avanzano quei vini innovativi proposti da aziende emergenti come la piemontese Ressia e le toscane Mattia Barzaghi (per la vernaccia di San Gimignano) e Salustri (Montecucco). In calo le azioni dei siciliani, è il momento del centro Italia con Abruzzo e Marche in evidenza (“Con grandissimi prodotti come il Verdicchio dell’azienda Santa Barbara di Stefano Antonucci”) e della Campania dove Gardini ha scoperto un grande Greco di Tufo, quello della Fratelli Urciuolo. ANCHE SU WWW.PAMBIANCONEWS.COM
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