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Beethoven. Nel<strong>le</strong> due opere, <strong>le</strong> note del primo<br />

accordo sono quasi identiche, ma in Schubert,<br />

questo accordo è meno denso e suona “più moderno”.<br />

il tema di Beethoven, invece, è più attivo<br />

e raggiunge già alla terza misura un punto<br />

culminante dinamico. Beethoven risponde alla<br />

prima frase subito in si maggiore, ma con lo stesso<br />

ritmo di base, anch’esso tenero e misterioso,<br />

senza però il sentimento nostalgico schubertiano.<br />

Anche i temi secondari del<strong>le</strong> due opere si rassomigliano<br />

in modo sorprendente, soprattutto<br />

<strong>le</strong> figurazioni del pianoforte nella tessitura più<br />

e<strong>le</strong>vata. il loro carattere globa<strong>le</strong> però è così diverso<br />

che tali particolari non permettono di rimettere<br />

in discussione l’indipendenza di Schubert.<br />

Esiste piuttosto una parentela col primo movimento,<br />

anche quello molto moderato, dell’ultima<br />

sonata di Schubert, in si bemol<strong>le</strong> maggiore. Ma<br />

dopo un inizio altrettanto contemplativo, questa<br />

ha più avanti accenti tragici molto più forti.<br />

Schubert ha composto la Sonata in sol maggiore<br />

nell’ottobre del 1826, poco dopo il Quartetto<br />

d’archi Op. 161, D 887, scritto nella stessa tonalità.<br />

Questo smentisce l’idea corrente secondo<br />

cui sol maggiore sarebbe una tonalità “di campi<br />

e di prati”: con la sua opposizione permanente<br />

dei modi maggiore e minore, è una del<strong>le</strong> opere<br />

più tragiche di Schubert. La sonata come il<br />

quartetto sono stati scritti in un lasso di tempo<br />

stranamente breve, ma si può dire che si tratta<br />

di veri e propri antipodi: presentimento e paura<br />

della morte in uno, dolce gioia di vivere nell’altra.<br />

Non che la Sonata in sol maggiore manchi di<br />

progressioni drammatiche: lo sviluppo del primo<br />

205 English Français Deutsch Italiano<br />

movimento si apre di colpo fortissimo in sol minore<br />

e raggiunge, in capo a due attacchi, dopo<br />

una modulazione audace, un vio<strong>le</strong>nto (fff) punto<br />

culminante in do minore. Tra questi due attacchi,<br />

derivati dal tema inizia<strong>le</strong>, si fa sentire, in una tecnica<br />

d’imitazione raffinata, qualche frammento<br />

timido del secondo tema dal ritmo danzante. A<br />

poco a poco, un diminuendo, che sparisce quasi<br />

nell’impercettibi<strong>le</strong>, fa ricadere la tensione pur<br />

con momenti d’espressione tragica che si trovano<br />

raramente altrove in questa Sonata. La ripresa,<br />

<strong>le</strong>ggermente accorciata, è seguita da una coda<br />

breve ma molto espressiva, nel corso della qua<strong>le</strong><br />

il tema principa<strong>le</strong> si muove una volta ancora in<br />

una dolce progressione dal pianissimo al forte e<br />

per finire si allontana definitivamente, come se si<br />

dissolvesse nell’aria. Uno straordinario presentimento<br />

di Schumann (fine del primo movimento<br />

della Fantasia in do maggiore, Op. 17).<br />

Dopo questo primo movimento talmente ampio,<br />

relativamente <strong>le</strong>nto, epico, sarebbe stato fuori<br />

posto continuare con un secondo movimento<br />

altrettanto <strong>le</strong>nto. in un caso simi<strong>le</strong>, Mozart o<br />

Beethoven avrebbero probabilmente rinunciato<br />

del tutto al movimento <strong>le</strong>nto per proseguire subito<br />

dopo con un Minuetto o uno Scherzo. Schubert,<br />

però, riesce a scrivere un movimento di Andante<br />

piuttosto gioioso e fluido che si <strong>le</strong>ga in modo idea<strong>le</strong><br />

con gli altri movimenti della sonata. il polso è<br />

molto più rapido di quello del primo movimento<br />

(da ascoltarsi come un ritmo di quattro semiminime<br />

puntate e non di dodici crome), ma più<br />

<strong>le</strong>nto di quello del Menuetto che segue. La forma<br />

è quella che Schubert utilizza preferibilmente per

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