ROBERT LE DIABLE
ROBERT LE DIABLE
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MEYERBEER:<br />
<strong>ROBERT</strong> <strong>LE</strong> DIAB<strong>LE</strong><br />
G<br />
li anni 1830-1831, sono probabilmente i più<br />
fastosi della storia del teatro lirico. L’opéracomique<br />
si è brillantemente affermata il 28<br />
gennaio 1830 con Fra Diavolo di Auber, due anni dopo<br />
il famoso Comte Ory di Rossini che, con il Guillaume<br />
Tell, eseguito all’Opéra il 3 agosto 1829, diventerà il<br />
canto del cigno di un compositore appena trentasettenne.<br />
Il 1° settembre 1831 Giuditta Pasta interpreta a<br />
Parigi l’opera che fa la fortuna di Donizetti in Italia:<br />
Anna Bolena, con la quale si è imposta al pubblico italiano<br />
il 26 dicembre 1830. È con la sua trentesima<br />
opera che Donizetti acquisisce finalmente quella reputazione<br />
nazionale e internazionale da sempre sognata.<br />
Un altro compositore si fa largo in quegli stessi anni<br />
segnando con un sigillo indelebile l’evoluzione dell’espressione<br />
musicale: Vincenzo Bellini che, dopo aver<br />
scritto nel 1830 la più spoglia e la più delicata delle sue<br />
opere, I Capuleti e i Montecchi, il 6 marzo 1831 regala<br />
ai milanesi La sonnambula e, il 26 dicembre, il suo<br />
capolavoro, Norma, che il Théâtre des Italiens non cesserà<br />
di riprendere.<br />
In questo clima di monopolio italiano, gli sforzi di<br />
Halévy, Auber e Hérold non hanno riscontro nei risultati.<br />
Solo la creazione di Robert la Diable, il 21<br />
novembre, impone definitivamente una nuova forma<br />
d’opera il cui splendore non è inferiore a quello di<br />
Norma. Se Bellini consolida in modo inconfutabile la<br />
continuità della scuola italiana, Meyerbeer dà vita con<br />
Robert le Diable alla prima vera opera francese dell’epoca,<br />
aprendo così un capitolo nei confronti del<br />
quale saranno debitori tutti i grandi compositori del<br />
XIX secolo, francesi (Massenet, Gounod) o stranieri<br />
(Verdi, Wagner).<br />
5<br />
Tra l’altro, quella sera il successo è enorme. Il 20<br />
aprile 1834 Robert le Diable si recita già per la 100 a<br />
volta, il 1° marzo 1867 per la 500 a , il 2 gennaio dell’anno<br />
successivo si festeggia la 600 a rappresentazione!<br />
Il successo non è dovuto solo agli interpreti,<br />
anche se Meyerbeer stesso si è assicurato la partecipazione<br />
di quattro stelle: Dorus-Gras, Cinti<br />
Damoreau, Nourrit e Levasseur. L’inevitabile Scribe,<br />
qui coautore con Germain Delavigne, firma il libretto,<br />
come fa quasi sempre per tutti i compositori dell’epoca.<br />
È la singolarità dello spartito di Robert le Diable che<br />
fa la forza di quest’opera dalle innumerevoli seduzioni.<br />
La prima di queste risiede probabilmente nel fatto<br />
che Meyerbeer riesce a far coabitare nella sua opera<br />
tre estetiche, anche se contraddittorie: la sua frequentazione<br />
della musica tedesca, la sua esperienza<br />
italiana e il suo desiderio di imporsi nella capitale<br />
francese gli suggeriscono un linguaggio del tutto<br />
nuovo. La seconda risiede nella straordinaria efficacia<br />
teatrale di una musica capace di rispondere alle esigenze<br />
del libretto, parlando in modo così immediato<br />
agli spettatori. Questo libretto, ovviamente, sarà violentemente<br />
attaccato. Mendelssohn sarà feroce verso<br />
il soggetto fantastico dell’azione, che non può cogliere<br />
e del quale non capirà la portata.<br />
Liberamente tratto da un racconto medioevale,<br />
Robert le Diable è dapprima la rappresentazione<br />
della lotta eterna fra il Bene e il Male, la cui posta in<br />
gioco è un essere umano (Robert) che, completamente<br />
alla mercé di un essere malefico (Bertram non<br />
è altro che il diavolo), viene salvato dalla Donna (da<br />
Alice e Isabelle contemporaneamente). Questo tema<br />
diventa subito uno dei più cari alla letteratura musicale<br />
e trova il suo apogeo nel Faust di Gounod (dove<br />
Mephisto non è altro che la reincarnazione di<br />
Bertram) e nel Tannhäuser di Richard Wagner, dove