L'Agenda del cervello: un argomento al giorno - BrainFactor
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LINGUAGGIO, LUNEDÌ<br />
LE MERAVIGLIE DEL CERVELLO<br />
SEMANTICO Alessandra Gilardini<br />
Quante volte portiamo a termine <strong>un</strong>a frase prima che il nostro interlocutore finisca di parlare?<br />
L’atteggiamento potrebbe agevolare la com<strong>un</strong>icazione, ma spesso e volentieri chi viene<br />
“anticipato” si infastidisce e - se siamo in confidenza - ce lo fa notare. Non si tratta di lettura<br />
<strong>del</strong> pensiero... Abbiamo “semplicemente” pescato il senso nella nostra memoria semantica,<br />
riuscendo a completare la frase nel modo più appropriato in quella situazione.<br />
La semantica, nello studio <strong>del</strong> linguaggio, si interessa <strong>del</strong> significato <strong>del</strong>le parole e <strong>del</strong> loro<br />
contesto <strong>al</strong>l’interno di frasi e testi. Una proiezione <strong>del</strong>l’espressione linguistica nella re<strong>al</strong>tà,<br />
filosoficamente parlando. Una capacità che viene acquisita nel tempo, scientificamente<br />
provando. Dove risiede, <strong>al</strong>lora, questa capacità?<br />
In <strong>un</strong> lavoro pubblicato recentemente su PNAS, relativo a <strong>un</strong>o studio condotto presso Il<br />
Centro Nazion<strong>al</strong>e <strong>del</strong>la Ricerca Scientifica, l’Istituto Nazion<strong>al</strong>e di Sanità e Ricerca Medica e<br />
il Centro Neurospin di Parigi, Christopher P<strong>al</strong>lier e colleghi hanno ipotizzato che l’attività <strong>del</strong><br />
<strong>cervello</strong> nella composizione <strong>del</strong> linguaggio aumentasse in proporzione <strong>al</strong> volume di parole<br />
contenute nel discorso, o testo scritto.<br />
Venti partecipanti dovevano leggere dei testi composti da <strong>un</strong> certo numero di parole (da 1 a<br />
12), inizi<strong>al</strong>mente <strong>un</strong>a fila di vocaboli con <strong>un</strong> significato ma impossibili da combinare tra loro,<br />
fino ad <strong>un</strong>a frase di di senso compiuto che conteva 12 parole (es. “speriamo di offrirvi <strong>un</strong>’ora<br />
piacevole <strong>al</strong> <strong>giorno</strong> in compagnia di <strong>BrainFactor</strong>”). In par<strong>al</strong>lelo, <strong>al</strong>trettanti soggetti leggevano<br />
gli stessi testi, ma con <strong>al</strong>l’interno parole prive di senso che non permettessero di comporre<br />
<strong>un</strong> discorso (“spessiamo di offrirvi <strong>un</strong>’ara pittacele <strong>al</strong> <strong>giorno</strong> na coppoteva di Brainfactor”).<br />
La risonanza magnetica f<strong>un</strong>zion<strong>al</strong>e (fMRI) applicata durante la lettura <strong>del</strong>le frasi da parte di<br />
entrambi i gruppi, ha mostrato il coinvolgimento simultaneo di sei aree <strong>del</strong> <strong>cervello</strong>: quattro<br />
appartenenti <strong>al</strong> solco tempor<strong>al</strong>e superiore e due parte <strong>del</strong> giro inferiore sinistro. Le mod<strong>al</strong>ità<br />
con cui queste aree si attivano, però, dipendono d<strong>al</strong> messaggio linguistico recepito. I testi<br />
con <strong>un</strong> significato stimolano maggiormente <strong>al</strong>c<strong>un</strong>e di queste sei aree (polo tempor<strong>al</strong>e, solco<br />
tempor<strong>al</strong>e superiore anteriore, gi<strong>un</strong>zione temporo-pariet<strong>al</strong>e), che risultano più attive <strong>del</strong>le <strong>al</strong>tre<br />
(parte triangolare e orbit<strong>al</strong>e <strong>del</strong> giro inferiore, solco tempor<strong>al</strong>e superiore posteriore).<br />
Questa intensità non aumenta in modo lineare, cioè con l’aumento <strong>del</strong> numero di parole nella<br />
frase, ma ha <strong>un</strong> andamento logaritmico. Questo conferma la teoria <strong>del</strong>la struttura ad <strong>al</strong>bero<br />
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