L'Agenda del cervello: un argomento al giorno - BrainFactor
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SOLIDARIETA’, SABATO<br />
SOLIDARIETA’ SPECCHIO<br />
DELL’ANIMA Paolo G. Bianchi<br />
Nel co<strong>un</strong>seling il colloquio di aiuto trova la sua re<strong>al</strong>izzazione negli ultimi 70 anni di ricerca da<br />
Carl Rogers in poi. L’idea è quella di aiutare la persona in difficoltà non tanto suggerendogli<br />
dei percorsi, ma sostenendola nel riscoprire il suo stato, la sua situazione attu<strong>al</strong>e da <strong>un</strong>a parte<br />
e nella presa di decisioni per la gestione <strong>del</strong> suo problema d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra.<br />
Tutte le scelte e le relative responsabilità sono <strong>del</strong>la persona in quanto sarà solo lei l’artefice<br />
<strong>del</strong>la re<strong>al</strong>izzazione dei suoi obiettivi. Si parte da <strong>un</strong> semplice p<strong>un</strong>to di vista: la persona<br />
possiede già tutte le prerogative per riuscire a risolvere i suoi problemi siano esse affettive,<br />
cognitive, relazion<strong>al</strong>i ecc. e tutte le abilità necessarie perché possa riuscirvi. L’intermediario,<br />
per esempio il co<strong>un</strong>selor, cerca solo di portare la persona a riattivare e rimettere ordine in<br />
queste risorse più o meno manifeste.<br />
Per questo il co<strong>un</strong>selor nel colloquio di aiuto evita tecniche e strategie che di solito si trovano<br />
in <strong>al</strong>tre situazioni legate <strong>al</strong>la relazione di aiuto come per esempio dare consigli, prendere<br />
posizioni, esprimere giudizi mor<strong>al</strong>i, etici o religiosi. Il co<strong>un</strong>selor, insomma, diventa per la<br />
persona <strong>un</strong>a sorta di specchio nel qu<strong>al</strong>e si riflettono gli stati d’animo, le sensazioni, le emozioni,<br />
e d<strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e non può aspettarsi <strong>un</strong> indirizzo preciso di risoluzione, ma la riformulazione e la<br />
rielaborazione continua di ogni pensiero che viene espresso.<br />
Questo serve per aiutare la persona a mettere a fuoco tutti gli elaborati e a meglio individuare<br />
i percorsi da seguire, le relative mod<strong>al</strong>ità, gli obiettivi da raggi<strong>un</strong>gere programmandone anche<br />
le tempistiche.<br />
Questo modo di lavorare porta sicuramente, attraverso <strong>un</strong> sistema solid<strong>al</strong>e con la persona,<br />
<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione di diversi stadi:<br />
1. capire meglio qu<strong>al</strong>i sono i problemi re<strong>al</strong>i, isolarli d<strong>al</strong> contesto e d<strong>al</strong>le interpretazioni sia<br />
person<strong>al</strong>i che <strong>al</strong>trui spesso inquinanti e inibenti;<br />
2. il senso di solidarietà che si sviluppa accresce prima di tutto l’autostima nella persona e<br />
permette di avere <strong>un</strong> quadro più chiaro <strong>del</strong>le aspettative e degli obiettivi;<br />
3. la persona si sente <strong>al</strong> centro <strong>del</strong>l’azione in quanto mai giudicata, né rassicurata, ma seguita<br />
con pazienza e attenzione.<br />
In questo contesto il senso <strong>del</strong>la solidarietà avrà <strong>un</strong> v<strong>al</strong>ore enorme, soprattutto per il senso<br />
di profondità umana che lo accompagna e per la logica di accettazione <strong>del</strong> sè che ne deriva.<br />
Le emozioni in questo gioco a due hanno <strong>un</strong> ruolo fondament<strong>al</strong>e: basti pensare che le scelte<br />
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