L'Agenda del cervello: un argomento al giorno - BrainFactor
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In effetti, la dopamina, il neurotrasmettitore deficitario nella m<strong>al</strong>attia di Parkinson, modula la<br />
percezione <strong>del</strong>lo stimolo doloroso a livello di diverse stazioni <strong>del</strong> nevrasse implicate in t<strong>al</strong>e<br />
compito, tra cui il midollo spin<strong>al</strong>e, il t<strong>al</strong>amo, la sostanza grigia periacquedutt<strong>al</strong>e, i gangli <strong>del</strong>la<br />
base e la corteccia <strong>del</strong> giro <strong>del</strong> cingolo.<br />
Il recente studio PRIAMO (Parkinson and nonmotor symptoms, 2009) ha v<strong>al</strong>utato la<br />
prev<strong>al</strong>enza dei sintomi non motori sottoponendo a <strong>un</strong>a intervista semi-strutturata 1.072<br />
pazienti affetti da m<strong>al</strong>attia di Parkinson. Tenendo conto <strong>del</strong>la possibilità di sovrapposizioni,<br />
dolore di tipo indefinito è stato riportato da 223 pazienti (20,8%), dolore <strong>al</strong>le gambe da 406<br />
(37,9%), dolore addomin<strong>al</strong>e da 61 (5,7%), dolore relativo <strong>al</strong>l’ass<strong>un</strong>zione di farmaci come<br />
la L-dopa da 11 (1%), dolore a livello <strong>del</strong>le sp<strong>al</strong>le da 205 pazienti (19,1%). Questo dato va<br />
com<strong>un</strong>que sicuramente considerato insieme <strong>al</strong> dato di prev<strong>al</strong>enza di: ansia (595 pazienti,<br />
55,8%) e tristezza / depressione (241 pazienti, 22,5%).<br />
Ci sono state diverse proposte per la classificazione <strong>del</strong> dolore associato <strong>al</strong>la m<strong>al</strong>attia di<br />
Parkinson e si ritiene che <strong>un</strong>a quota sostanzi<strong>al</strong>e di t<strong>al</strong>e dolore possa essere causata d<strong>al</strong>le<br />
fluttuazioni motorie e d<strong>al</strong>le discinesie secondarie <strong>al</strong>lo stesso trattamento dopaminergico.<br />
Inoltre, il dolore può presentarsi come: dolore centr<strong>al</strong>e, oro-facci<strong>al</strong>e, dolore agli arti o<br />
muscoloscheletrico. Le fluttuazioni motorie e il dolore associato <strong>al</strong>le discinesie, insieme <strong>al</strong><br />
dolore di origine centr<strong>al</strong>e, sono probabilmente legati <strong>al</strong>la m<strong>al</strong>attia stessa, mentre le <strong>al</strong>tre forme<br />
sono quasi sicuramente secondarie a: ipocinesia, rigidità, trattamento farmacologico.<br />
Nella pratica neurologica appare evidente come il focus primario <strong>del</strong> trattamento sia spesso<br />
rivolto <strong>al</strong>la sintomatologia motoria, ottenendo benefici quasi esclusivamente “secondari” sulla<br />
sintomatologia dolorosa. T<strong>al</strong>e linea d’azione è giustificata, chiaramente, d<strong>al</strong> “peso” dei sintomi<br />
motori nella m<strong>al</strong>attia, anche se riflette <strong>un</strong>a tendenza generica a sottov<strong>al</strong>utare il dolore come<br />
sintomo in sé e per sé.<br />
Oggi<strong>giorno</strong> si sta osservando <strong>un</strong> mutamento di visione su questo tema da parte degli<br />
speci<strong>al</strong>isti, che ritengono sempre di più che il dolore associato <strong>al</strong>la m<strong>al</strong>attia di Parkinson<br />
meriti di essere inquadrato in maniera sistematica e di essere trattato in maniera specifica e<br />
rigorosa, in linea con le indicazioni date d<strong>al</strong>l’Organizzazione Mondi<strong>al</strong>e <strong>del</strong>la S<strong>al</strong>ute (OMS) per<br />
la gestione <strong>del</strong> dolore.<br />
Lucio Tremolizzo, MD<br />
Speci<strong>al</strong>ista in Neurologia<br />
Phd in Neuroscienze<br />
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