L'Agenda del cervello: un argomento al giorno - BrainFactor
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MEMORIA, MARTEDì<br />
CANCELLARE I RICORDI?<br />
L’ULTIMA FRONTIERA Andrea Lavazza<br />
La fine di <strong>un</strong> amore può lasciare <strong>un</strong> dolore inestinguibile. Sono le immagini <strong>del</strong> passato<br />
che riaffiorano ogni istante a farci soffrire. Se solo potessimo dimenticare...Potremmo<br />
però pentircene quando la procedura ormai è avviata. O, magari, se la rincontrassimo, ci<br />
invaghiremmo di nuovo... È la trama di Se mi lasci ti cancello, azzeccato film di qu<strong>al</strong>che anno<br />
fa, che riuscì a materi<strong>al</strong>izzare anche i sogni e gli incubi <strong>del</strong>le neuroscienze applicate <strong>al</strong>la vita<br />
quotidiana.<br />
Non è nuovo il desiderio di rimuovere i ricordi spiacevoli.<br />
Nel Macbeth di Shakespeare, il protagonista invoca d<strong>al</strong> dottore <strong>un</strong> antidoto che conceda “il<br />
dolce oblio” <strong>al</strong>la moglie, oppressa d<strong>al</strong> rimorso dei misfatti. «Il m<strong>al</strong>ato trovi da sé la medicina»,<br />
risponde l’interpellato. E questa sentenza contiene, in re<strong>al</strong>tà, <strong>un</strong>a riflessione molto attu<strong>al</strong>e.<br />
Perché molti scienziati stanno studiando il modo di re<strong>al</strong>izzare <strong>un</strong>a “pillola” che <strong>un</strong> <strong>giorno</strong><br />
possa essere ass<strong>un</strong>ta come <strong>al</strong>tri farmaci e aiutare a cancellare i ricordi.<br />
James McGaugh, Larry Cahill, Roger Pitman hanno evidenziato come sia la scarica ormon<strong>al</strong>e<br />
che accompagna eventi di forte impatto per l’individuo (cioè emozion<strong>al</strong>mente non neutri, sia<br />
piacevoli sia dolorosi) a determinare la stabilizzazione <strong>del</strong> ricordo e, in <strong>al</strong>c<strong>un</strong>i casi, a produrre<br />
<strong>un</strong> meccanismo di sovraccarico mnestico, tipicamente il disturbo da stress post-traumatico,<br />
che porta a rivivere l’evento spiacevole con la stessa par<strong>al</strong>izzante attivazione adren<strong>al</strong>ica.<br />
Il propranololo, principio attivo dei più com<strong>un</strong>i farmaci beta-bloccanti utilizzati per tenere<br />
sotto controllo l’ipertensione, neutr<strong>al</strong>izza la “risonanza” emozion<strong>al</strong>e <strong>del</strong>l’esperienza<br />
dolorosa (smorzando l’effetto <strong>del</strong>l’adren<strong>al</strong>ina sull’amigd<strong>al</strong>a, l’area cerebr<strong>al</strong>e decisiva per la<br />
memorizzazione emozion<strong>al</strong>e), a condizione che sia ass<strong>un</strong>to entro poche ore – sei in media –<br />
d<strong>al</strong>l’evento. Ciò permette di evitare la fissazione <strong>del</strong> ricordo con i suoi correlati fisiologici – di<br />
paura, sofferenza, orrore. Tanto che <strong>al</strong>c<strong>un</strong>i osped<strong>al</strong>i Usa già prescrivono il propranololo ai<br />
pazienti ricoverati per incidenti strad<strong>al</strong>i.<br />
Joseph LeDoux ha dimostrato che sugli anim<strong>al</strong>i è possibile persino <strong>un</strong>a riscrittura con parzi<strong>al</strong>e<br />
cancellazione <strong>del</strong> ricordo: facendo rivivere il trauma e somministrando contemporaneamente<br />
<strong>un</strong> farmaco che blocca la sintesi <strong>del</strong>le proteine e il conseguente consolidamento mnestico,<br />
sbiadisce anche la memoria precedente.<br />
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