L'Agenda del cervello: un argomento al giorno - BrainFactor
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MEMORIA, MARTEDì<br />
CERVELLO E MEMORIA Stefano Cappa<br />
Non esiste <strong>un</strong>a sola “facoltà <strong>del</strong>la memoria”, ovvero <strong>un</strong> singolo dispositivo nel nostro <strong>cervello</strong><br />
che ci consente di an<strong>al</strong>izzare informazioni, depositarle e richiamarle quando ci servono.<br />
La memoria non è <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione <strong>un</strong>itaria, ma <strong>un</strong> insieme di strumenti differenti, che consentono<br />
di far fronte in modo articolato <strong>al</strong>la necessità biologica di registrare l’esperienza. Il sistema<br />
di memoria più complesso, forse patrimonio esclusivo <strong>del</strong>la nostra specie, è la memoria<br />
episodica, responsabile <strong>del</strong>la capacità di registrare, immagazzinare e recuperare quelle<br />
informazioni che sono caratterizzate da precise coordinate: dove, quando, con chi.<br />
E’ importante sottolineare come la memoria episodica non f<strong>un</strong>zioni come <strong>un</strong>a specie di<br />
macchina fotografica, che riflette in modo necessariamente fe<strong>del</strong>e le esperienze correnti, per<br />
poi conservarle intatte e a nostra disposizione.<br />
Ricordare è <strong>un</strong> processo di ricostruzione, che segue le leggi <strong>del</strong> f<strong>un</strong>zionamento <strong>del</strong> <strong>cervello</strong>,<br />
piuttosto che i nostri desideri. E’ noto da tempo che la regione <strong>del</strong> <strong>cervello</strong> che, se danneggiata,<br />
determina <strong>un</strong>a perdita <strong>del</strong>la capacità di memorizzare nuove informazioni, è la parte profonda<br />
dei lobi tempor<strong>al</strong>i, che contiene il sistema <strong>del</strong>l’ippocampo.<br />
Dobbiamo questa conoscenza ad <strong>un</strong>a sfort<strong>un</strong>ata osservazione chirurgica. Il famoso paziente<br />
Henry Molaison, deceduto due anni fa, venne sottoposto ad asportazione bilater<strong>al</strong>e di<br />
questa parte <strong>del</strong> <strong>cervello</strong>, le cui f<strong>un</strong>zioni erano <strong>al</strong>lora poco conosciute, per trattare <strong>un</strong>a forma<br />
incoercibile di epilessia.<br />
Se l’ippocampo non f<strong>un</strong>ziona, il soggetto diviene amnesico, ovvero non è più in grado di<br />
formare memorie episodiche; se invece l’ippocampo f<strong>un</strong>ziona, ma sono <strong>al</strong>tre aree <strong>del</strong> <strong>cervello</strong>,<br />
nei lobi front<strong>al</strong>i, a essere compromesse, in seguito ad esempio di <strong>un</strong> trauma cranico o di <strong>un</strong><br />
ictus, compaiono difficoltà nella precisa collocazione spazi<strong>al</strong>e o tempor<strong>al</strong>e <strong>del</strong>le informazioni,<br />
ed i soggetti possono diventare “confusi”.<br />
E’ interessante osservare come siano proprio queste aree <strong>del</strong> <strong>cervello</strong>, le più preziose, ad<br />
andare incontro per prime a modificazioni nell’invecchiamento norm<strong>al</strong>e e nelle m<strong>al</strong>attie<br />
che colpiscono la memoria, qu<strong>al</strong>i la m<strong>al</strong>attia di Alzheimer e la demenza vascolare. Le<br />
neuroscienze ci stanno progressivamente consentendo di andare oltre la pura ricostruzione<br />
<strong>del</strong>le aree cerebr<strong>al</strong>i che consentono di formare, mantenere e recuperare i ricordi.<br />
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