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SCUSATE IL DISTURBO...
[ ATUTTOCAMPO] di Senio Sensi
L’ITALIA S’È DESTA…
Ci sembra appropriato parlarne.
L’Inno Nazionale ha, finalmente, il ruolo
e il rispetto che merita. Le celebrazioni
per i 150 anni dell’ Unità d’Italia hanno
contribuito in maniera tangibile a ‘risvegliare’
l’identità scomparsa così
some il troppo sopito orgoglio. Discorsi
seri, tosti da non confondere con il frivolo
mondo del calcio. Vero? Eppure…
eppure anche la nostra Nazionale di
Calcio ha dato un minimo di contributo
a questo evento. Non per le vittorie susseguitesi
negli ultimi giorni di Marzo, ma
per lo spirito battagliero con cui gli azzurri
sono scesi in campo. Una mentalità
nuova indotta da Prandelli (diamo a
‘Cesare’ quello che è di …Cesare), con
gente che non tira indietro la gamba e
con calciatori tenuti immeritatamente in
ombra nella precedente gestione. Età
media abbassata intorno ai 23 anni
(contro gli oltre 26 della Nazionale di
Lippi) e ‘fame’ agonistica, elemento indispensabile
per reggere ai livelli internazionali.
Di questo nuovo spirito ne beneficeranno
anche i Club che magari
saranno anche stimolati a dare più spazio
ai ragazzi di casa nostra!
AD ABETE… CRESCONO I RAMI!
Il numero ‘Uno’ della Federazione
Gioco Calcio Italiana è stato eletto Vice
Presidente dell’Uefa, il calcio europeo
diretto da Michel Platini (confermato
alla unanimità dalle 53 federazioni), che
ha voluto al suo fianco l’esperto Giancarlo
Nostro.
Insomma, lassù, qualche venticello
soffia, ma non basta. Abete collaborerà
con l’ex numero 10 juventino ad un programma
di non poco
conto: lotta alla corruzione
e alle scommesse
clandestine;
più spazio alle donne
negli organismi dirigenti
del calcio e –
non certo per ultimo
– la centralizzazione
dei diritti televisivi
per le qualificazioni
ai campionati europei
che si terranno fra poco più di un
anno (e con la …ridestata Italia quasi
qualificata per la fase finale).
Dopo undici anni di assenza dall’apice
del calcio europeo, il nostro
Paese avrà la possibilità di svolgere un
ruolo importante per le necessarie riforme
del calcio a tavolino ma anche di
quello giocato. Presidente e Vice, nei rispettivi
ruoli, non hanno, fino ad oggi,
brillato per riformismo, ma sperare non
costa niente. Anche perché se il calcio,
europeo e nazionale, non beneficerà di
una ventata innovativa è difficile prevedere
un futuro roseo.
CALCI… PICCINI
Farebbe bene a tutti, come ho fatto
giorni fa, passare una domenica mattina
nei campetti senesi a veder giocare i giovanissimi.
Quando non sciupano la festa
gli adulti – vedi quello che è successo
in veneto quando i genitori hanno offeso
un ragazzino di colore – è un piacere
profondo vedere lo spirito che anima i
ragazzi di 14/15 anni e oltre che combattono
per la maglia,
per la vittoria
ma soprattutto per
...divertirsi. An che
gli arbitri in erba
danno il buon
esempio; spesso
sopperiscono alla
ovvia scarsa preparazione
tecnica
con tanto buon
senso e con l’u -
miltà necessaria. Insomma, vale la pena
tornare un po’ indietro e riscoprire anche
come eravamo noi. Sì, ecco le critiche…
‘la solita nostalgia’. No, è il piacere
di vedere ancora i valori giusti incrociarsi
con un pallone!
ZITTI, ZITTI… PIANO, PIANO
Nessuno dei grandi media se ne accorge;
l’Atalanta, dicono, è già in serie A
e chi la distanzia di un solo punto, stando
meglio in media inglese, ha scarsa considerazione.
Certi commentatori della
carta stampata e delle tv si rifugiavano
in un “il Siena vince solo in casa, ma fuori
è debole e la A si ottiene solo con miglior
rendimento esterno”. Ora che abbiamo
rimediato anche a questo difettuccio?
“Sì, ma il Siena non gioca un buon calcio”!
Serie A o serie B; sia che si lotti per
non retrocedere che per essere promossi,
del Siena si interessano in pochi.
Bene così; sai quanto è meglio il Torino
che sono tre anni che spende, cambia
un allenatore al giorno ed è sempre lì, a
mezza classifica, in serie B!
Siena non è simpatica. Ma come – dicono
– una cittadina (?) che tiene il
passo per sette anni nella massima serie
e poi, dopo una stupida retrocessione,
è lì lì per risalire? Non sia mai.
Poi ci si mette anche la Monte Paschi
Mens Sana ad acquisire ancora le Final
Four, unica squadra italiana in tanti
anni, proprio quando Milano avrebbe
dovuto stracciarla e Roma ridimensionarla…
Qui c’è qualche mistero! Sì: le
dirigenze che sanno programmare, un
pubblico che merita le soddisfazioni che
sta ottenendo, giocatori che lottano e
uno sponsor, comune alle due équipe,
che ha sposato un progetto che è utile
alla Banca e alla città. Il tutto si chiama
lungimiranza e maturità. Complimenti a
tutti. E..scusate il disturbo.
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