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4 maurobindi<br />

basket<br />

Siena entra nella storia dell’Euroleague con un recupero sull’Olympiacos<br />

che ha del miracoloso - un motivo in più per crederci anche noi<br />

E se ci hanno creduto loro<br />

dopo <strong>il</strong> –48...<br />

Iniziamo con un numero, <strong>il</strong> 48, per consegnare<br />

ai posteri una delle serie più incredib<strong>il</strong>i<br />

che la storia dell’Eurolega può e potrà raccontare<br />

e che vedrà per sempre Siena come<br />

autrice di un’impresa veramente esaltante.<br />

48 come i punti che hanno diviso Olympiacos<br />

e Montepaschi dopo gara uno, distacco<br />

abissale che faceva presagire<br />

o pregustare a seconda<br />

delle diverse appartenenze,<br />

una fine<br />

abbastanza scontata e veloce<br />

del quarto di finale tra<br />

senesi e greci, 48 come le<br />

ore che sono servite a Pianigiani<br />

e ai suoi ragazzi<br />

per ribaltare tutto, <strong>il</strong> risultato<br />

finale della serie<br />

prima di ogni cosa, ma soprattutto<br />

a ricostruire tatticamente<br />

e soprattutto<br />

mentalmente un gruppo<br />

che poteva uscire stritolato<br />

da quel -48.<br />

Un capolavoro, dove<br />

vengono ancora una volta<br />

esaltati i meriti di una società<br />

dove esiste un unico<br />

credo, <strong>il</strong> lavoro, in funzione<br />

al quale si è raggiunto <strong>il</strong> risultato formidab<strong>il</strong>e<br />

che esiste sempre un f<strong>il</strong>o di sobrietà<br />

ed equ<strong>il</strong>ibrio sia nelle vittorie, tante, ma anche<br />

nelle poche sconfitte. E questo non ha<br />

fatto crollare la convinzione di giocarsi fino in<br />

fondo le proprie chance, anche quando delusione,<br />

scherno e una comprensib<strong>il</strong>e convinzione<br />

generale avevano preso piede dopo <strong>il</strong><br />

pesante ko di gara 1 ad Atene.<br />

Oggi in tanti sono pronti a scommettere che<br />

quella gara 1 è stata l’inizio della fine per Ivkovic<br />

e i suoi uomini, travolti loro stessi dalla dimostrazione<br />

di forza dimostrata in quella prima<br />

partita, tanto da aver poi sottovalutato le reali<br />

forze della Montepaschi, non riuscendo a risalire<br />

la china una volta persa l’inerzia della serie.<br />

Ma in questa semplificazione, per certi<br />

versi estrema, non possiamo assolutamente<br />

sorvolare sul grande lavoro fatto dallo staff<br />

tecnico senese, che ha dimostrato anche sul<br />

piano strettamente tattico di essere uscito<br />

stravittorioso dal confronto con uno dei guru<br />

delle panchine continentali come Ivkovic.<br />

Non c ‘è parte del campo dopo <strong>il</strong> soverchiante<br />

predomino di gara 1 non sia stato ribaltato<br />

nelle tre partite successive. La Monte-<br />

paschi è riuscita ad imporre la sua forza sia<br />

sotto canestro, colmando limiti evidenti in termini<br />

di centimetri, muscoli ed esperienza, che<br />

sul perimetro dove lo spauracchio era costituito<br />

dal trio Papaloukas, per otto volte consecutive<br />

alle final four, Spanoulis secondo per<br />

pericolosità offensiva forse al solo Navarro in<br />

Europa e Teodosic miglior giocatore dell’Eurolega<br />

della passata stagione, senza dimenticare<br />

i vari Gordon, Halperin, Pelekanos che<br />

formano uno dei reparti più completi e temib<strong>il</strong>i<br />

d’Europa.<br />

La differenza l’ha fatta <strong>il</strong> gioco di squadra,<br />

<strong>il</strong> sistema Montepaschi, che come ormai le capita<br />

da svariati anni ha ingigantito i meriti dei<br />

singoli nella capacità di farli giocare assieme,<br />

in quella che possiamo definire una sublime<br />

prova di orchestra.<br />

Quella che ci fa dire, dopo aver visto la serie<br />

con l’Olympiacos ed anche molte delle altre<br />

partite di playoff, senza paura di sb<strong>il</strong>anciarci,<br />

che la Montepaschi è in termini di<br />

riconoscib<strong>il</strong>ità di identità di squadra la migliore<br />

in assoluto.<br />

Contro i greci Siena ha sempre attaccato<br />

e difeso con una lucidità ed un sincronismo<br />

tra i vari reparti sensazionale, ha braccato gli<br />

esterni ateniesi costringendoli ad una miriade<br />

di palle perse e a perdere fluidità abusando<br />

oltre le proprie caratteristiche del palleggio,<br />

coinvolgendo poco e male i lunghi e non riuscendo<br />

mai a contenere in difesa <strong>il</strong> gioco di<br />

Siena, che non ha mai smesso di proporre quel<br />

movimento di palla e uomini che ha prodotto<br />

come al solito buoni tiri e opportunità per tutti.<br />

Non a caso nelle varie partite si è assistito<br />

ad un sostanziale passaggio di consegne da<br />

un uomo all’altro, in termini di spinta e prese<br />

di responsab<strong>il</strong>ità, sempre perfettamente miscelate<br />

da Pianigiani, che non ha mai avuto<br />

dai suoi uomini cali di intensità tali da mettere<br />

in discussione <strong>il</strong> risultato finale.<br />

Al di là del pathos inevitab<strong>il</strong>e che circonda<br />

sfide del genere, non può sfuggire come dopo<br />

gara uno la Montepaschi abbia controllato<br />

sempre i vantaggi conquistati, resistendo ai<br />

ritorni dell’Olympiacos senza andare in affanno<br />

e trovando sempre le capacità per respingere<br />

i tentativi di recupero greco con una lucidità<br />

e determinazione uniche. Perfetta la gestione<br />

del gruppo, perfetta la resa dei singoli, anche<br />

coloro che come Michelori e Ress hanno dovuto<br />

saggiare <strong>il</strong> dispiacere dell’esclusione,<br />

hanno poi saputo fornire un contributo importante<br />

alla causa, in un contesto, specie<br />

sotto canestro, dove Pianigiani ha fatto ricorso<br />

a tutte le opzioni possib<strong>il</strong>i.<br />

Perfetto come al solito Stonerook, addirittura<br />

decisivo in attacco con quelle bombe<br />

ad inizio di gara 4 che hanno incanalato nel<br />

migliore dei modi l’ultimo atto della serie; positivo<br />

Rakovic, che in verità ha graffiato più<br />

che azzannato gli avversari, sempre alle prese<br />

con l’ormai cronico problema dei falli; semplicemente<br />

fantastico è stato Lavrinovic, solito<br />

rebus offensivo per gli avversari, con <strong>il</strong> suo<br />

repertorio ampissimo di opzioni e posizioni<br />

sul fronte di attacco avversario.<br />

Ksistof ha giocato indifferentemente da 4<br />

e da 5, una variante tattica che tornerà molto<br />

ut<strong>il</strong>e nel complicato scacchiere che verrà proposto<br />

da Obradovic a Barcellona.<br />

Ma <strong>il</strong> capolavoro di Pianigiani è aver reso<br />

in questi anni Lavrinovic un difensore credib<strong>il</strong>e,<br />

come lo abbiamo visto contro Bourousis<br />

ed in generale contro i lunghi dell’Olympiacos,<br />

decisivo anche nella metà campo di difesa<br />

della Montepaschi, per quella che possiamo<br />

definire la più completa consacrazione<br />

di un talento assoluto.<br />

Tornando al successo contro l’Olympiacos,<br />

è stata la vittoria delle scelte mai rinnegate,<br />

una storia ormai vecchia e sedimentata, che<br />

nel corso delle stagioni ha avuto la faccia di<br />

tanti protagonisti diversi delle vittorie senesi.<br />

Quest’anno trova la sua sublimazione nelle vicende<br />

che riguardano Hairston e Jaric, splendidi<br />

protagonisti della conquista della quarta<br />

Final Four di Eurolega, su nove partecipazioni

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