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terza lezione - Facoltà di Scienze della Formazione

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PRINCIPALI CRITICHE AL MODELLO DEI BIG<br />

FIVE (II)<br />

Ci sono <strong>di</strong>verse versioni alternative dei Big Five, le quali presentano<br />

importanti <strong>di</strong>fferenze nei nomi, nei contenuti e nell’importanza dei fattori.<br />

I Big Five sono <strong>di</strong>mensioni troppo ampie per consentire una descrizione<br />

“fine” <strong>della</strong> personalità e per aumentare il potere pre<strong>di</strong>ttivo dei costrutti <strong>di</strong><br />

personalità (Hough, 1992; Mershon e Gorsuch, 1988; Pervin, 1994). Essi<br />

possono consentire solo una lettura superficiale <strong>di</strong> una persona<br />

(“psychology of stranger”, McAdams, 1992, 1994)<br />

I Big Five non sono completamente adeguati a rappresentare l’intero<br />

dominio <strong>della</strong> personalità, poiché sono troppo pochi, e<br />

sottorappresentando importanti classi e <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> descrittori (ve<strong>di</strong><br />

Hahn e Comrey, 1994; Tellegen e Waller, 1987).<br />

Sebbene i Big Five siano stati concettualizzati come <strong>di</strong>mensioni<br />

in<strong>di</strong>pendenti e ortogonali, ci sono numerose evidenze empiriche per<br />

rifiutare tale proposizione: i Big Five presentano correlazioni significative<br />

consistenti e generalizzabili e devono pertanto essere concettualizzati come<br />

<strong>di</strong>mensioni oblique (Block, 1995; Church e Burke, 1994)

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