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grado di accettare discorsi poetici che non mirano al<strong>la</strong> costituzione di un‟identità monolitica, a un<br />

„io‟ rigidamente def<strong>in</strong>i<strong>to</strong> attraverso le sue parole.<br />

Piut<strong>to</strong>s<strong>to</strong>, testi fondati su un „pensiero biologico‟ (solo <strong>in</strong> parte co<strong>in</strong>cidente con quello cosiddet<strong>to</strong><br />

„emotivo‟) possono ricorrere a tutte le forme poetiche s<strong>in</strong>ora sperimentate, o anche accettare altri tipi<br />

di ritmicità e di creazione semantica, purché sia rispetta<strong>to</strong> il pr<strong>in</strong>cipio che il risulta<strong>to</strong> non è né un<br />

vuo<strong>to</strong> e solipsistico scard<strong>in</strong>amen<strong>to</strong> di ogni sapere condiviso, né un montaggio a freddo di pezzi o di<br />

sequenze altrimenti esprimibili <strong>in</strong> modi narrativi o saggistici o semplicemente descrittivi. Se si <strong>to</strong>rna<br />

a par<strong>la</strong>re con <strong>in</strong>sistenza di poesia filosofica, e addirittura si sostiene, con Wittgenste<strong>in</strong>, che <strong>la</strong><br />

filosofia si dovrebbe „comporre poeticamente‟, si dovrà accettare che <strong>la</strong> poiesis è una forma di<br />

discorso sul<strong>la</strong> realtà <strong>in</strong> tutti i suoi possibili significati, a com<strong>in</strong>ciare da quelli che si possono cogliere<br />

sot<strong>to</strong> <strong>la</strong> nostra dimensione <strong>in</strong>terpersonale e <strong>in</strong>terculturale odierna, magari attraversando molti strati di<br />

senso. Un discorso non slega<strong>to</strong> dal<strong>la</strong> biografia, ma a quel<strong>la</strong> connesso attraverso <strong>la</strong> più generale<br />

biologia. Un discorso non immediatamente <strong>in</strong>terpretativo, ma tale da poter essere <strong>in</strong>terpreta<strong>to</strong> anche<br />

attraverso discipl<strong>in</strong>e gnoseologiche dist<strong>in</strong>te, e tuttavia connesse con implicite s<strong>in</strong>apsi al fare poetico.<br />

La poiesis attuale potrebbe <strong>qui</strong>ndi aprirsi a una nuova comprensione del reale non contro ma <strong>in</strong><br />

parallelo al<strong>la</strong> conoscenza razionale. Il <strong>la</strong>vorio profondo, sul<strong>la</strong> scorta e non al di fuori dei saperi<br />

condivisi, può riuscire a <strong>in</strong>cidere sul<strong>la</strong> configurazione dei nostri parametri discipl<strong>in</strong>ari, le gabbie<br />

delle specializzazioni ormai <strong>in</strong>evitabili <strong>in</strong> campo socio-economico, e <strong>in</strong>troiettate pure <strong>in</strong> quello<br />

scientifico. Non che sia <strong>la</strong> poesia a dover „rifare il mondo‟: <strong>la</strong> sua u<strong>to</strong>pia può forse diventare<br />

ideologica, e tuttavia deve mantenere un fondamen<strong>to</strong> esistenziale libero, per far sì che <strong>la</strong> mesco<strong>la</strong>nza<br />

di elementi assunti attraverso ogni tipo di esperienza biologica sia adatta a creare una forma<br />

s<strong>in</strong>tetica. Il rappor<strong>to</strong> con le componenti „genetiche‟, anteriori ma non <strong>in</strong>compatibili con <strong>la</strong> razionalità<br />

(come può cont<strong>in</strong>uare ad apparire <strong>la</strong> musica, che dovrà essere di nuovo posta a confron<strong>to</strong> con <strong>la</strong><br />

poesia), deve <strong>qui</strong>ndi rispondere a uno Zeitgeist che sp<strong>in</strong>ge a collegare o a sovrapporre o a fondere<br />

elementi e strati prima tenuti dist<strong>in</strong>ti.<br />

Con ques<strong>to</strong> non si vuole sostenere che forme di poesia c<strong>la</strong>ssica o comunque non eversive rispet<strong>to</strong> ai<br />

codici l<strong>in</strong>guistici comuni siano poco significative. L‟e<strong>la</strong>borazione poetica ha sapu<strong>to</strong> motivare prima<br />

sul<strong>la</strong> base aris<strong>to</strong>telico-oraziana del<strong>la</strong> verosimiglianza, poi su quel<strong>la</strong> delle tendenze antisimboliste<br />

(ossia contro l‟oscurità precostituita), modalità che risultarono a lungo compatibili con<br />

un‟<strong>in</strong>terpretazione univoca del<strong>la</strong> lettera. Del res<strong>to</strong> ancora Eliot auspicava un ri<strong>to</strong>rno del<strong>la</strong> poesia al<br />

„l<strong>in</strong>guaggio quotidiano‟, cercando <strong>in</strong> quell‟ambi<strong>to</strong> <strong>la</strong> sua specificità ritmica e semantica. In<br />

quest‟ottica si può cer<strong>to</strong> affermare che molti „stili semplici‟ sono risultati importanti nel<strong>la</strong> poesia del<br />

XX e dell‟<strong>in</strong>izio del XXI secolo: e si è par<strong>la</strong><strong>to</strong> addirittura di «espugnazione del<strong>la</strong> lirica tramite<br />

strategie prosastiche» (Berard<strong>in</strong>elli). Tuttavia, il distanziamen<strong>to</strong> rispet<strong>to</strong> all‟<strong>in</strong>dividualismo lirico<br />

fonte di volu<strong>to</strong> obscurisme era significativo soprattut<strong>to</strong> quando era quello il codice dom<strong>in</strong>ante,<br />

mentre <strong>la</strong> tendenza desublimante ha condot<strong>to</strong> da ultimo a una sovrapposizione quasi <strong>to</strong>tale fra<br />

discorso <strong>in</strong> versi e discorso <strong>in</strong> prosa, dist<strong>in</strong>ti soltan<strong>to</strong> da una „musica del senso‟ spesso ipotetica più<br />

che percepibile. In effetti sono state elim<strong>in</strong>ate alcune marche residue dell‟aura poetica, ma nello<br />

stesso tempo non sono stati attivati modi del<strong>la</strong> poiesis che ne rappresent<strong>in</strong>o un ripensamen<strong>to</strong><br />

profondo.<br />

Di <strong>qui</strong> deriva una conseguenza fondamentale. Diversamente da chi pensa che <strong>la</strong> poesia sia <strong>la</strong> forma<br />

del<strong>la</strong> mente, e che il pensiero sia unicamente metaforico-emotivo, si è ormai chiari<strong>to</strong> che le funzioni<br />

neurobiologiche e quelle l<strong>in</strong>guistiche hanno diversi tipi di specializzazione, e comunque risultano<br />

pur sempre mediate da forme culturali <strong>in</strong> genere e letterarie <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re. Cancel<strong>la</strong>re l‟opera del<strong>la</strong><br />

tradizione vuol dire dimenticare che <strong>la</strong> grande poesia è anche frut<strong>to</strong> del<strong>la</strong> discipl<strong>in</strong>a dei poeti, del<strong>la</strong><br />

capacità di s<strong>in</strong>tetizzare nei versi <strong>la</strong> profondità del sentire e l‟ampiezza del<strong>la</strong> conoscenza. Non si tratta<br />

<strong>qui</strong>ndi di negare l‟importanza dell‟e<strong>la</strong>borazione formale di un‟opera poetica, quan<strong>to</strong> di ribadire che i<br />

presupposti di tale e<strong>la</strong>borazione non nascono <strong>in</strong> un ambi<strong>to</strong> esclusivamente logico-razionale: come<br />

direbbe Wal<strong>la</strong>ce Stevens nel suo L‟angelo necessario, gli effetti dell‟analogia e dell‟immag<strong>in</strong>azione<br />

sono variegati, ma <strong>la</strong> meditazione può condurre il poeta a creare opere che si colloch<strong>in</strong>o «<strong>in</strong> the very<br />

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