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s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>rità dell‟io, il genere lirico ha costitui<strong>to</strong> una delle sue esperienze privilegiate, facendo di essa<br />

il pun<strong>to</strong> di passaggio cruciale per una <strong>la</strong>voro di tipo espressivo compiu<strong>to</strong> attraverso <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

La lirica moderna ha espresso per il semplice fat<strong>to</strong> di esistere una forte critica nei confronti delle<br />

forme di vita del<strong>la</strong> società borghese e capitalista. Di fronte a tutti i rischi connessi ai processi di<br />

burocratizzazione, omologazione, e controllo sociale, <strong>la</strong> poesia ha salvaguarda<strong>to</strong> <strong>la</strong> condizione di<br />

s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>rità come una sorgente fondamentale di valore e di senso. (È poi caratteristico del<strong>la</strong> poesia, e<br />

del<strong>la</strong> sua dimensione critica, che questa d<strong>in</strong>amica di valorizzazione del s<strong>in</strong>golo si realizzi passando<br />

per una catastrofe dei significati sociali e condivisi.) Per ques<strong>to</strong> mi pare tutt‟ora pert<strong>in</strong>ente, <strong>la</strong><br />

concezione sostenuta da Auden <strong>in</strong> un saggio <strong>in</strong>ti<strong>to</strong><strong>la</strong><strong>to</strong> Il poeta e <strong>la</strong> “polis”:<br />

“Lo stile caratteristico del<strong>la</strong> poesia «moderna» è un <strong>to</strong>no <strong>in</strong>timo di voce, proprio di chi par<strong>la</strong> a<br />

tu per tu, e non già rivolgendosi a un pubblico vas<strong>to</strong>: ogni volta che un poeta moderno alza <strong>la</strong><br />

voce, suona falso. E il suo eroe caratteristico non è il «grand‟uomo», o il ribelle romantico,<br />

entrambi au<strong>to</strong>ri di gesta straord<strong>in</strong>arie: è l‟uomo – o <strong>la</strong> donna – che <strong>in</strong> una qualunque situazione<br />

del<strong>la</strong> vita, a dispet<strong>to</strong> di tutte le anonime pressioni del<strong>la</strong> società moderna, riesce ad ac<strong>qui</strong>sire e a<br />

conservare un‟<strong>in</strong>dividualità.” (25)<br />

Questa esigenza di salvaguardare l‟<strong>in</strong>dividualità è tan<strong>to</strong> più evidente <strong>in</strong> quan<strong>to</strong> è corre<strong>la</strong>ta ad una<br />

fase specifica dell‟organizzazione capitalistica del <strong>la</strong>voro, quel<strong>la</strong> taylorista. Marg<strong>in</strong>ale o meno<br />

rispet<strong>to</strong> ad altri generi letterari, <strong>la</strong> poesia post-romantica di cui ci par<strong>la</strong> Auden mantiene salda una<br />

sua funzione sociale almeno f<strong>in</strong> nel<strong>la</strong> seconda metà del secolo scorso. Essa <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>carna una<br />

preoccupazione generale nei confronti di una triplice m<strong>in</strong>accia che il capitalismo nel<strong>la</strong> sua versione<br />

taylorista presenta soprattut<strong>to</strong> tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta: <strong>la</strong> m<strong>in</strong>accia del<strong>la</strong> produzione<br />

standardizzata di oggetti (<strong>la</strong> scomparsa dell‟ogget<strong>to</strong> s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re), <strong>la</strong> m<strong>in</strong>accia del<strong>la</strong> massificazione<br />

degli esseri umani (<strong>la</strong> scomparsa dell‟appor<strong>to</strong> <strong>in</strong>dividuale nei processi <strong>la</strong>vorativi) e <strong>la</strong> m<strong>in</strong>accia del<strong>la</strong><br />

massificazione del pensiero (scomparsa delle op<strong>in</strong>ioni divergenti e di m<strong>in</strong>oranza). La forma poetica,<br />

dunque, <strong>in</strong> quan<strong>to</strong> ricerca di una frase s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re che corrisponda ad un even<strong>to</strong> s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re, possiede<br />

una sua ragion d‟essere politica, nonostante i suoi oggetti e temi siano prevalentemente impolitici.<br />

Poiché, come Auden ci ricorda, nel<strong>la</strong> sfera dell‟attenzione poetica entrano non le grandi verità né i<br />

gesti d‟importanza pubblica, ma fatti socialmente <strong>in</strong>visibili, marg<strong>in</strong>ali, o irrilevanti (26). È <strong>la</strong> forma<br />

dell‟enunciazione poetica, caratterizzata come proveniente da una voce s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re, ad essere<br />

determ<strong>in</strong>ante <strong>in</strong> un‟ottica politica. Per ques<strong>to</strong> motivo, Auden conclude il suo saggio con queste<br />

parole:<br />

“Nel<strong>la</strong> nostra epoca, anche <strong>la</strong> mera esecuzione di un‟opera d‟arte è di per se stessa azione<br />

politica. F<strong>in</strong>ché esisteranno artisti dediti a fare quel che par loro o che ritengono di dover fare,<br />

anche se non è niente di eccezionale e <strong>in</strong>teressa solo un ristret<strong>to</strong> gruppo di persone, il governo<br />

troverà <strong>in</strong> loro chi gli ricorda ciò che ai governanti è necessario ricordare, e cioè che i<br />

governati sono persone con un vol<strong>to</strong>, non numeri senza identità, e che l‟homo <strong>la</strong>borans è anche<br />

homo ludens.” (27)<br />

Ora, pos<strong>to</strong> che il nemico dell‟identità <strong>in</strong>dividuale nelle democrazie capitalistiche del dopoguerra è<br />

meno il governante che il deten<strong>to</strong>re del potere economico, rimane da chiedersi se <strong>la</strong> rivendicazione<br />

del<strong>la</strong> s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>rità e dell‟homo ludens sia da considerarsi ancora oggi come una forma di critica<br />

efficace. È quan<strong>to</strong> si chiedono anche i sociologi Luc Boltanski e Ève Chiapello <strong>in</strong> uno studio<br />

importante dedica<strong>to</strong> ai nuovi discorsi di legittimazione del capitalismo, nel<strong>la</strong> sua fase più recente e<br />

prospera. In Le nouvel esprit du capitalisme, i due au<strong>to</strong>ri sostengono che <strong>la</strong> riposta del capitalismo<br />

alle esigenze di autenticità – di cui <strong>la</strong> lirica moderna è senza dubbio una delle massime espressioni<br />

<strong>in</strong> campo artistico – è stata quel<strong>la</strong> di recuperarle, rispondendo ad esse nel<strong>la</strong> forma del<strong>la</strong><br />

mercificazione. In altri term<strong>in</strong>i, <strong>la</strong> produzione nel corso degli anni Ottanta e Novanta, ha crea<strong>to</strong> un<br />

merca<strong>to</strong> di beni differenziati ed “autentici”, ma ha anche <strong>in</strong>vaso aspetti del<strong>la</strong> vita rimasti f<strong>in</strong>o ad<br />

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