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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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frontespizio formato dinanzi. Li due frontespizii de' lati sono ambi ripieni dell'armi del<br />

rettore Telliacci, sostenute ambi da un putto nudo per banda e sedente: nel restante le parti<br />

superiori sono del tutto simili <strong>alle</strong> superiori dalla parte dinanzi; e però hanno le medesime<br />

<strong>statue</strong>, vasi, e piedistalli <strong>che</strong> ha l'altra parte. Tutte le <strong>statue</strong> di tutto rilevo, stanti in piedi,<br />

poste sopra all'una, e l'altra facciata, sono alte sette ottavi di braccia; sono di numero 22,<br />

delle quali otto rappresentano angioli; le due poste sopra, et in cima a frontespizii di mezzo<br />

rappresentano la religione come già è detto; l'<strong>altre</strong> 14 non si conosce ciò <strong>che</strong> rappresentano<br />

perchè il tempo ha loro tolti i segni della loro rappresentazione. Ma però il disegno in penna<br />

d'essa residenza fatto da M˚ Riccio inventore, e ar chitetto d'essa residenza, veduto da me, mi<br />

ha accertato <strong>che</strong> quattro <strong>statue</strong> situate da ambi le faccie, e nelli ultimi estremi della<br />

residenza, rappresentano le quattro Virtù dette Cardinali. Delle dieci, <strong>che</strong> restano, non ho<br />

potuto investigare nel detto disegno significazione alcuna, perchè nell'esecuzione dell'Opera<br />

è stato accresciuto il numero delle <strong>statue</strong>, sì come in più parti di essa è stata variato il<br />

disegno. La grossezza di tutta la residenza nell'una e nell'altra testa è serrata, e vestita con<br />

due pilastri uniti insieme con loro piedistallo, e base in fondo, e terminati sopra da capitelli,<br />

architrave, fregio e cornice et in ciascun piedistallo de' medesimi è intagliato un calice,<br />

posato sopra ad una cartella con cartocci dalla bande retta da un serafino intagliato nel<br />

fondo. Nelle due estremità della residenza della parte di dietro v'è una Arpia con testa di<br />

donna, con braccia aperte, per ciascuna mano reggente un festone cadente a piombo,<br />

terminata, e dilatata dal corpo in giù in più fogliami. Io non so ben discernere, se quest'opera<br />

sia trita più del dovere, imperocchè il cieco non può, nè deve giudicare de' colori, ma so<br />

bene, <strong>che</strong> a me ha tritato non poco la mente, per haverla voluta alla minuta, e pontualmente<br />

descrivere e forse tritarà non poco la pazienza di chiunque si metterà a leggerla. Questa<br />

Residenza finalmente fu disegnata da M˚ Riccio, com e di già ho accennato di sopra, e fu<br />

lavorata da M˚ Benedetto di Giovanni da Montepulciano, e da M˚ Dom enico di Filippo<br />

fiorentino l'anno 1573, e fu pagata dal sig. Telliacci rettore L. 3920, come al Bilancio<br />

segnato C. a f˚ 303.<br />

Dalla mano destra dell'altar maggiore sopra alla porta della sagrestia sono situati gl'organi, i<br />

quali furono fatti primieramente al tempo del sig. Cipriano Corti rettore dell'Opera da M˚<br />

Lorenzo di Jacomo da Prata l'anno 1469, come al Libro di due Rose a f˚ 57; e furono pagati<br />

L. 1018. Ma perchè questi non riuscirono forse a gusto de' periti di tale arte, nel 1511 al<br />

tempo de' tre deputati dell'Opera, il Magnifico Pandolfo Petrucci, Pavolo Vannocci, e Giovan<br />

Battista Guglielmi, furono fatti di nuovo da M˚ Dom enico di Lorenzo da Lucca eccellente in<br />

tal' arte, al quale per mercede furono date L. 9457 = come al Libro di due angioli a f˚ 75. E<br />

perchè nacque differenza del prezzo tra i deputati, e l'artefice, per la parte dell'Opera fu<br />

condotto a Siena da Fiorenza M˚ Alessandro frate se rvita con spesa di L. 329, come a detto<br />

Libro in f˚ 52. E più si spese ne' medesimi L. 248. 9 = come in detto Libro in f˚ 104; e più L.<br />

48.5 come in detto Libro f˚ 138. Sì <strong>che</strong> tali organi costarono in tutto L. 10082. E tanta spesa<br />

importorono i soli organi; perchè in quanto all'ornamento fatto loro, importò altra spesa<br />

separata in tutto dalla predetta. Il qual ornamento nel fondo ha una aringhiera serrata,<br />

sostenuta da una cimasa, la quale è d'ordine composito, intagliata in tutti i suoi membri,<br />

perchè la di lei gola è intagliata a foglie, il gocciolatoio è sgusciato, e il membro di sopra è<br />

intagliato a ovoli. Posa in questa il parapetto dell'aringhiera, la parte di mezzo della quale<br />

risalta in fuora, in forma ovata, contenente tre riquadrature; nella di mezzo v'è un vaso, nel<br />

quale siede un angiolo nudo, intiero con istrumento musicale in mano, et ha una cornucopia<br />

per banda con calice sopra a chias<strong>che</strong>duna. Nella riquadratura destra v'è un vaso, sopra al<br />

quale è una croce tenuta in mezzo da due cornucopie con una navicella sopra per ciascuna;<br />

nella riquadratura sinistra è parimente un vaso contenente un turribolo, tenuto in mezzo da<br />

due cornucopie con fiamma sopra. Nell'uno, e l'altro estremo di essa aringhiera vi è un<br />

riquadramento ripieno di stromenti musicali, e con serafini all'angoli di sopra; tra gl'ultimi<br />

riquadramenti, e tra la parte di mezzo ovata sono due, ripieni ancor essi, in forma quadra

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