Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...
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membri intagliati a foglie, e a gusci, e a ovoli, e le cornici poste di sopra, e di sotto ricorrono<br />
andanti. Nella faccia de' piedistalli vi sono scolpiti a basso rilevo due delfini, in mezzo de'<br />
quali vi è un vaso ornato di un festone, dal qual vaso esce un fiore, e d<strong>alle</strong> teste de' delfini<br />
escono due cornucopie simili tra sé piene di diversi frutti. Per ripieno da un piedistallo<br />
all'altro v'è una fregiatura, nella quale vi è scolpita a basso rilevo una grottesca, dentro alla<br />
quale s<strong>che</strong>rzano quattro uccelli, cioè due aquile, le quali hanno una serpe per una tra gli<br />
artigli, e l'altri due stanno a testa alzata, et ali aperte. Nell'estremi due lati della fregiatura<br />
sono due draghi alati, <strong>che</strong> si voltano le sp<strong>alle</strong> l'uno all'altro, e con le code formano due<br />
cartocci legati insieme, e da essi casca un fiore, <strong>che</strong> pendente riempie tutta la fregiatura.<br />
Sopra alla cimasa d'esso piedistallo posa la base de' pilastri, <strong>che</strong> sono nelle parti estreme<br />
laterali, la quale è intagliata a foglie, et ha un festone avvolto. Questa ricorre andante tra una<br />
base, e l'altra de' piedistalli, i quali sono quadri, nella faccia de' quali è scolpito un<br />
candeliere, nel quale s<strong>che</strong>rzano vari fogliami, diversi fiori, e più animali, cioè delfini, <strong>che</strong><br />
fanno manico alla base del candeliere, due uceletti con ali aperte, <strong>che</strong> posano sopra a due<br />
cornucopie piene di frutti. E sopra a questi vi è uno altro candeliere, il quale ha sopra due<br />
<strong>altre</strong> cornucopie, sopra <strong>alle</strong> quali sono due altri ucelletti, <strong>che</strong> pizzicano frutti, <strong>che</strong> sono in un<br />
vaso, esistente in mezzo <strong>alle</strong> due cornucopie, dal quale escono alcuni fogliami, e fiori, ne'<br />
quali posano due pavoni, dalla testa de' quali esce un viticcio, et un fogliame, <strong>che</strong> termina<br />
nella sommità tutto il pilastro. E quanto è intagliato nel descritto pilastro, tanto è intagliato<br />
nell'altro, <strong>che</strong> l'accompagna. Dalla parte poi di dentro al pilastro v'è un membretto per lato, e<br />
nelle faccie d'ambi sono scolpiti busti, targhe, elmi, scimitarre, frezze, dardi, e altri simili<br />
trofei, i quali fanno festone legato nell'alto a una conficcatura, il quale cala a piombo fino al<br />
fondo. Questi membretti sostengono l'imposte dell'arco intagliate a rosette, e a ovoli; la<br />
facciata dell'arco è scorniciata con due piani, un mezz'ovolo, e un tondino quali membri<br />
sono intagliati a ovoli, e a fusarole. I capitelli de' pilastri sono di bellissimo artifizio, lavorati<br />
a capriccio dell'artefice senz'osservanza d'alcun particolare ordine, e sopra a essi ricorre<br />
l'architrave andante <strong>che</strong> riquadra l'opera. Negl'angoli de' riquadramenti vi è un serafino, al<br />
quale esce dal collo un nastaro, al quale è attaccata una cartella, e da questa escono fogliami<br />
riempienti tutto l'angolo; nell'una e nell'altra cartella <strong>che</strong> sono a' lati è scritto l'anno della<br />
fatta opera: nell'angolo destro vi è intagliato: AN.DÑI, nel sinistro vi è intagliato:<br />
MCCCCCI. Il fregio poi è scolpito a basso rilevo, nel mezzo del quale sono due draghi alati<br />
e nelle cantonate, et estremi di esso sono due altri. Li due di mezzo posano in piede per uno<br />
sopra ad un cimiero, nel mezzo di essi vi è un vaso, nel quale sono due aquile in piedi con<br />
ali aperte, e sopra alla testa d'esse aquile vi è una cartella con queste parole: «Antonius<br />
Barilis Senensis opus». Ho voluto scrivere nel modo, <strong>che</strong> ho trovato scolpito per non variare<br />
punto la iscrizzione. Fra i draghi tanto di mezzo, quanto d<strong>alle</strong> teste v'è un'Arpia, <strong>che</strong> fa<br />
diversi fogliami, <strong>che</strong> s'avviticchiano insieme, e fanno un fiore per banda: in testa dell'Arpia<br />
v'è una cesta di frutti, e d<strong>alle</strong> braccia di essa pende un festone, <strong>che</strong> la cinge nel mezzo. Nelle<br />
rivercie di due foglie posano due uccelli per banda, i quali sono voltati contrarii l'uno<br />
all'altro, e sono con le teste alzate. La cornice è intagliata a ovoli, e a dentelli, e sopra ad essa<br />
in luogo del frontespizio nel mezzo, v'è un busto d'angiolo vestito, il quale nelle mani ha una<br />
cartella, nella quale è scritto a lettere d'oro: «Dominum suum et filium adorat Virgo». E<br />
nelle cantonate sono due serafini, i quali coll'angiolo di mezzo sono di tutto rilevo.<br />
Nella medesima g<strong>alle</strong>ria v'è un'altra pittura del medesimo Sodoma in quadro alto braccia<br />
due, e largo braccia uno e tre quarri. In essa si rappresenta la Vergine sedente col Bambino<br />
nudo in braccio, il quale sedente mostra di voler ricevere ossequio da S. Giovanni Battista<br />
parimente fanciullo <strong>che</strong> mostra di riverire Cristo bambino, stante con le mani in croce<br />
appoggiate al petto. Sopra a S. Giovanni Battista apparisce S. Caterina da Siena in busto, e<br />
con le mani gionte, tra le quali ha un giglio, et a rincontro comparisce una testa di S.<br />
Giuseppe. L'ornamento di questo quadro è fattura del medesimo Barili consistente in una<br />
fregiatura di un quarro di braccio, la qual fregiatura da piedi ha due Ippogrifi interi, i quali