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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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icchi abiti, molte mezze figure, e molto maggiore numero di soli volti, come avviene di vedersi<br />

ne' numerosi concorsi, e dall'uno canto all'altro del teatro sono trombetti a cavallo vestiti<br />

con belle divise, e con le trombe alla bocca d<strong>alle</strong> quali pendono bande arricchite delle armi<br />

pontificie, e vi sono alcuni alabardieri in più luoghi, ornati di varie foggie di vestimenti, e con<br />

diverse attitudini, et operazioni, raffrenanti il tumulto delli spettatori. Queste cose, et ogni altra<br />

di tale storia, sono rappresentate tutte con perfettissime regole di pittura e di prospettiva.<br />

Sotto alla Coronazione dentro all'arco inferiore de' due già descritti è la porta, <strong>che</strong> mette nella<br />

Libraria munita per maggior magnificenza con doppie porte di bronzo, ciascuna d'esse divisa in<br />

due parti uguali; l'una posta verso la chiesa, l'altra verso la Libraria, al <strong>che</strong> fare ha dato<br />

grazioso commodo la grossezza della muraglia, ricevente in sè le parti dell'una, e dell'altra<br />

quando ancora ambe sono aperte. Sono ambe lavorate a cancello, e a maglie fatte a mandorla, e<br />

gettate a cordoni avvolti. L'artefice d'esse porte nelle due predelle da basso della prima porta<br />

dentro al falsettato v'ha scolpito il suo nome con queste parole: «Antoniolus Senen. faciebat<br />

M.D.L.XXXXVII». E nella predella della seconda porta v'ha scolpito: «Idem Opifex.<br />

Antoniolus Senen. Anno Salutis eodem». In ciascuna spranga pure falsettata dalla parte<br />

superiore è l'arme de' Piccolomini col cappello cardinalizio, e ciascuna spranga di mezzo ha<br />

una catenella da pigliare a mano, tenuta in bocca da una testa di leopardo parimente di bronzo.<br />

Queste porte sono condotte con grandissima pulitezza, e con esquisito sapere.<br />

In quanto alla Libraria fu ella edificata ad onore, e a memoria di papa Pio II, e fu ripiena di<br />

libri sacri, e morali, appartenenti ad ogni lettaratura. Il Vasari nella vita del Pinturicchio dice,<br />

<strong>che</strong> questi fu condotto a Siena dal cardinale Francesco Piccolomini nipote di Pio II a<br />

dipegnerla; et io credo <strong>che</strong> vi fosse mandato dal nipote di Pio III, perchè nel capisteo della<br />

volta della Libraria verso le vetrate a gran caratteri messi a oro si leggono queste parole<br />

disposte in due righe: «Pius III Pont. Max. Ha' c Peritis Monimenta». E nel medesimo sito<br />

dalla banda ver so la porta col medesimo carattere, et ordine si leggono quest'<strong>altre</strong>: «Pio II.<br />

Pont. ex Pietate Pius III Pont. Max».<br />

Queste due iscrizzioni dimostrano chiaramente, <strong>che</strong> Francesco nipote assunto al pontificato<br />

commettesse tal'opera, e non avanti; ma perchè egli visse pontefice solamente 26 giorni, è da<br />

credere ancora <strong>che</strong> l'opera o incominciata, o deliberata da esso fosse promossa, e condotta alla<br />

sua perfezzione dalla vigilanza di chi hebbe premura della esecuzione. Le due sopraddette<br />

iscrizzioni credo, <strong>che</strong> dimostrino ancora Pio III essere stato quello, <strong>che</strong> prove desse di libri la<br />

Libraria. Ma in quanto appartiene <strong>alle</strong> Storie della vita di Pio II, rappresentate in pittura nella<br />

medesima agli ornamenti de' rabeschi, e <strong>alle</strong> dorature, afferma il Vasari in detta vita, il<br />

Pinturicchio haver operato co' disegni, e cartoni composti da Raffaello da Urbino suo<br />

condiscepolo appresso a Pietro Perugino loro comune maestro, e celeberrimo pittore di quei<br />

tempi, et essere stato aiutato da altri suoi condiscepoli della medesima scuola, tra quali vi potè<br />

essere il medesimo Raffaello, il quale mettesse mano in ogni storia. Alcuni vogliono, <strong>che</strong><br />

l'ultimo quadro dalla banda destra all'entrare, <strong>che</strong> è accanto alla vetrata sia tutto di Raffaello.<br />

Ma le Storie rappresentate nella Libraria con tutta la ric<strong>che</strong>zza degl'ornamenti, posti nelle<br />

faccie e nella volta della medesima sono descritte tanto pienamente dal Vasari nella Vita del<br />

Pinturicchio, <strong>che</strong> io ragionevolmente me ne devo rimettere alla di lui descrizzione. E come il<br />

med.mo Vasari narra, nel mezzo della detta Libraria vi sono messe le tre Grazie, intagliate in<br />

un solo pezzo di marmo di maniera antica, e bellissima, le prime, <strong>che</strong> in quei tempi fossero<br />

tenute in stima. Queste ancora sono nel luogo, dove furono poste, e posano in un piedistallo<br />

rotondo alto, vagamente intagliato. Del prezzo della Coronazione e della Libraria non ho<br />

trovato nella fameglia de' signori Piccolomini chi me ne abbia potuto dare notizia alcuna. Sopra<br />

alla seconda porta della parte di dentro di essa Libraria vi è un quadro di gesso lavorato a<br />

pietra, continente a basso rilevo l'angiolo, <strong>che</strong> caccia dal Paradiso Terrestre Adamo et Eva, nel<br />

frontespizio del qual quadro vi sono intagliate queste parole: «Deum Maximum, et Posteros<br />

offendi - Utrisque debeo, neuter mihi». Le figure rappresentate in questo quadro sono imitate<br />

per appunto da quelle, <strong>che</strong> si vedono nella fonte di Piazza, nell'ultimo quadro verso il Chiasso

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