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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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Per esecuzione delle cose promesse, invocato primieramente con ogni umiltà la divina<br />

assistenza, e il favorevole aiuto della gran madre di Dio mia signora, cominciarò a<br />

raccontare l'<strong>opere</strong> esistenti nella cattedrale della città di Siena.<br />

La prima pittura è nella nicchia esistente in testa al tempio dietro all'altare maggiore. Questa<br />

è divisa in tre quadri da quattro pilastri piani fatti di stucco tutti arabescati d'assai rilievo co'<br />

suoi capitelli, e cornici brustate d'oro. I due quadri <strong>che</strong> sono a' lati del quadro di mezzo<br />

dalla parte di sopra son scemati da due quadretti di forma longa cavati da essi e parimente<br />

divisa dalla sua conchiglia da un fregio con sua cornice lavorato a fogliami brustati d'oro, il<br />

qual fregio ricorre sopra all'altezza de' capitelli di sotto da l'un lato all'altro tutta la nicchia.<br />

Nella conchiglia si rappresenta in pittura l'Ascensione di N.S. al cielo con una gloria di<br />

angioli <strong>intorno</strong> al Cristo <strong>che</strong> riempie tutta quella parte. Nel quadro di mezzo de' tre quadri<br />

grandi esistenti nel fondo della nicchia tirato a arco, [<strong>che</strong> pareggia l'altezza de' quadri<br />

esistenti a' lati] v'è rappresentata la V.M. con due Apostoli stanti tutti in piedi; ne' due<br />

quadri grandi da' lati vi sono cinque Apostoli per ciascuna parte stanti in piedi, parte sedenti<br />

in terra in diverse positure: nell'un, e nell'altro de' due quadri piccoli v'è un angelo librato<br />

sull'ali con un ramo d'oliva in mano, con la persona e faccia verso gli Apostoli situati sotto<br />

di loro.<br />

Questa pittura è opera di M˚ Domenico di Jacomo di Pace da Siena, come ancora sono<br />

opera sua i compartimenti delli stucchi già detti: e sono parimente sua fattura le due Vittorie<br />

di mezzo rilevo, esistenti nei lati del semicircolo, e posanti in globi dorati. Questo pittore fu<br />

chiamato ancora Domenico Beccafumi dal casato datogli dal sig. Lorenzo Beccafumi nobil<br />

senese, il quale lo levò da guardare gli armenti di una sua villa, perchè in esso ancora<br />

fanciullo conobbe disposizione alla pittura, e alla scoltura da bagattelle fanciulles<strong>che</strong>, <strong>che</strong><br />

con bastoni delineava in terra, e col coltello intagliava negli alberi, o con la creta formava<br />

in figure, le quali soleva poi cuocere nelle fornaci de' mattoni; delle quali figure ne è<br />

qualcuna appresso al sig.ri Mi<strong>che</strong>langelo, e Raffaello Vanni cavalieri, e pittori nostri sanesi.<br />

Da noi sanesi questo pittore communemente è chiamato Mecarino dal nome chiamato dalla<br />

sua nascita, e appresso suo padre. Ma questa pittura, siccome fu l'ultima, <strong>che</strong> egli facesse in<br />

luogo publico, e nella sua età cadente, così non fu tra le migliori, <strong>che</strong> uscirono da' suoi felici<br />

pennelli, al parere, e forse non ingiusto, di M. Giorgio Vasari scrittore delle Vite de' Pittori<br />

nella vita di esso M˚ Domenico. Questa nicchia non fu formata nel disegno, et esecuzione<br />

della fabbrica, ma fu cavata dopo a molti anni; alla quale dall'uno e l'altro lato fu lasciato un<br />

braccio, e un ottavo della muraglia andante, fino <strong>alle</strong> due mezze colonne, <strong>che</strong> sono a' due<br />

lati di essa, poichè in tal spazio si piantasse, come si vede, un pilastro per banda nell'uno e<br />

nell'altro de' quali si posasse l'arco della nicchia, e nella navata di mezzo si vedesse, e si<br />

godesse qualunque parte di ornamento accresciuto al Tempio con la formazione di essa.<br />

La descritta nicchia dal sig. Francesco del sig. Carlo Tolomei Rettore dell'Opera fu pagata<br />

dell'anno 1544 L. 6796 - delle quali Mecarino n'ebbe L. 6000 - per la pittura, e ornamento<br />

delli stucchi, e ancora per la sua manifattura di tre fregi fatti di chiaro scuro sotto alli scalini<br />

dell'Altar maggiore da colonna e colonna, cioè al Sacrificio di Abel, e di Melchisedech con i<br />

loro ornamenti = come al Libro dell'Opera chiamato Libro Giallo dell'Assunto in f˚ 42. Il<br />

restante della spesa andò nella tagliatura del muro, già andante, ridotto a nicchia da M˚<br />

Giovanni di Niccolò da Sala, al quale toccarono L. 447. soldi 13.4. come al Libro chiamato<br />

dall'Assunta in f˚ 253 e nell'<strong>altre</strong> spese, concerne nti a detta opera, andò il restante della<br />

somma. Chi mai leggesse queste mie ciance, sappia, <strong>che</strong> de' Libri dell'Opera, <strong>alle</strong>gati al<br />

presente proposito, <strong>che</strong> altro è il Libro dello Assunto, et altro è il Libro dell'Assunta, perchè<br />

sono libri differenti fra sè.<br />

A' due lati della descritta nicchia a capo delle due navate laterali, sono dipinte due storie<br />

sacre. A mano destra vi è dipinta la Caduta della Manna al Popolo Ebreo nel deserto, come si<br />

narra nel capitolo 16 dell'Esodo. Figura a noi chiarissima del santissimo Sacramento. A mano<br />

sinistra vi è dipinta la Esaltazione di Ester donna ebrea fatta dal re Assuero, come si legge nel

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