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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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sopra all'architrave ha un mascarino con festoncini attaccati alla di lui testa, et <strong>alle</strong> mensole<br />

con cornice pura sopra, nella quale posa uno zoccolo, et in esso una nicchia vota, con<br />

pilastrini puri. La conchiglia di cui è lavorata a costole, e scannellata: sopra dell'una, e<br />

dell'altra sono architrave, e fregio puri, e la cornice intagliata a ovoli sostiene l'architrave,<br />

<strong>che</strong> ricorre, et accompagna l'imposta dell'arco dell'altare, nel quale posa un quadro, sopra del<br />

quale sorge un cartoccio, <strong>che</strong> s'unisce con la cornice d'esso altare, sopra della quale posano<br />

due mensole lavorate a scaglie, reggenti il frontespizio di forma rotonda spezzato, con una<br />

cartella quadrilonga continente in due righe tali ìscrizzìone: «D. Petri Apostoli Congregatio<br />

Devotionis ergo». E sopra dette mensole tra un frontespizio, e l'altro vi è un quadro puro con<br />

una croce sopra, <strong>che</strong> chiude tutto l'edifizio.<br />

Sotto al predetto altare è posto quello, <strong>che</strong> si chiama de' quattro Santi Incoronati, et è<br />

l'ultimo da quella parte del tempio. Le di lui colonne posano nel pavimento senza piedistallo,<br />

con base posata in un poco di zoccolo, nel destro de' quali è intagliato l'anno del loro lavoro:<br />

«M. CCCCLXXXIII», et il sinistro è sgusciato a baccelli. Sono queste colonne tutte<br />

sfogliate, e intagliate a mezzo rilevo d'animali, di bambini, d'uccelli, di fiori, e di frutti con i<br />

capitelli parimente sfogliati, et in cambio di volute, sono in essi delfini, <strong>che</strong> fanno le volute<br />

con la coda; sono di due terzi di rilevo: hanno i membretti dentro, e fuore tutti intagliati a<br />

fogliami in forma di rabeschi. Sopra di esse v'è l'architrave intagliato nel fondo, et in faccia<br />

di fusarole, e foglie. Nel fregio sono intagliati i quattro Santi, <strong>che</strong> danno il titolo all'altare<br />

rappresentanti la loro conversione, quale è parimente a mezzo rilevo. La cornice è intagliata<br />

a ovoli, a fusarole, a mensole, a rosette, e a foglie. A me è incognito l'artefice loro, e chi le<br />

facesse lavorare, et il prezzo loro. È universal credenza de' cittadini, <strong>che</strong> tali colonne fussero<br />

preparate per ornare la porta del Publico Palazzo della Signoria esistente in piazza grande;<br />

ciò fa verosimile il vedere in esse la Lupa co' Bambini lattanti, insegne pubbli<strong>che</strong> della città,<br />

e aquile grandi con ali aperte insegne dell'imperio, al quale la città professava vera<br />

devozione. Ma <strong>che</strong> sia di ciò, certo è <strong>che</strong> le <strong>pitture</strong> a fresco, <strong>che</strong> si vedono in esso esser opera<br />

di Bartolomeo Neroni detto il Riccio pittore sanese, memorato più volte di sopra, Genero di<br />

M˚ Giovanni Antonio detto il Sodoma, le quali pittu re rappresentano una Vergine sedente col<br />

Bambino nudo e ritto in grembo, e due angioli posti alquanto di sopra in alto d'adorazione,<br />

tenenti in mezzo le due figure, <strong>che</strong> rappresentano due santi ritti sotto, ma contigui <strong>alle</strong> dette<br />

due figure, e due altri posti in due nicchie finte a' fianchi delle dette stanti parimente in piedi.<br />

Il primo a man destra è giovine, e tiene in una mano il trapano, e coll'altra porge la palma del<br />

suo martirio al Bambino. Il secondo a sinistra è uomo di barba rossa et ha in mano un<br />

martello, et a' piedi la mescola da muratori. Il terzo nella destra nicchia rappresenta uomo<br />

vecchio, con barba longa e canuta, <strong>che</strong> con molta attenzione con un compasso misura un<br />

torso di corpo umano, a' piedi del quale vi sono la martellina, e i ferri da scalpellare. Il quarto<br />

nella nicchia sinistra rappresenta uomo senza barba molto pensoso, appoggiato a un longo<br />

squadro a' piedi del quale v'è un pezzo di marmo scorniciato. Le descritte figure sono dipinte<br />

a fresco nel muro, cavato a nicchia, ornata per tutti i suoi voti di fogliami, rappresentati di<br />

stucco con tanto studio, <strong>che</strong> appariscono di vero rilevo. Queste quattro figure rappresentano<br />

quattro santi, chiamati da santa Chiesa i quattro Incoronati, i quali di proprio nome si<br />

chiamarono Severo, Severiano, Carpoforo, e Vittorino, e sono stati presi per protettori<br />

dall'arte degli architetti, e muratori della nostra città, e perciò si chiama la Cappella de' detti<br />

artisti. Ma io qui mi meraviglio molto di quei professori di scrittura sacra, <strong>che</strong> già<br />

somministrarono a questa università di pigliare i prefati Santi per protettori, come tali, <strong>che</strong>,<br />

per esercizio laicale fossero stati architettori. I direttori dell'arte all'elezzione dell'avvocati<br />

presero equivoco da quei cinque Santi, de' quali santa Chiesa fa commemorazione nel<br />

medesimo giorno de' quattro Santi Incoronati. Quei cinque veramente furono architetti, e<br />

statuarii, e perchè non vollero fare <strong>statue</strong> d'idoli, furono buttati in mare racchiusi in casse<br />

piombate. Si chiamarono questi Claudio, Nicostiato, Sinforiano, Castorio, e Simplicio. Li<br />

scrittori delle Vite de' Santi, e la lezzione, <strong>che</strong> recitano i sacerdoti nell'offizio divino di quel

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