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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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sopra si è detto, e di tanto si vedono ancora i segnali: altro circa a questo Altare non è da<br />

notare. Dentro alla porta laterale del tempio, chiamata del Perdono immediatamente dalla<br />

parte di sopra v'è una statua di marmo, posta a papa Pavolo V sanese della fameglia<br />

nobilissima de' Borghesi. È rappresentata sedente in abito pontificale, et è posata sopra ad un<br />

piedistallo alto braccia 3, sollevato da uno zoccolo: ha suo basamento, e sua cimasa, e risalta<br />

in fuore nella parte di mezzo tre quarri di braccio, in faccia del quale v'è un'ornamento di<br />

pietra bigia in forma d'ovato, interrotto da cartocci, dentro al quale v'è una cartella di marmo<br />

giallo con tale iscrizzione distesa in nove righe: «Paulo V acclamatione trium, et LX -<br />

Patrum momento Pont. renunc. - Aetat suae Ann. LII Mens. VIII Sal. vero M.D.C.V.XVII<br />

Kal. Jun».<br />

I membretti da' lati del detto piedistallo hanno in faccia l'arme dell'Opera a destra, e a<br />

sinistra del rettore, e sopra a' membretti posa un riquadramento di marmo mistio, il quale fa<br />

ornamento alla nicchia, in faccia della quale è posta la statua del pontefice. E sopra a detto<br />

riquadramento v'è la cornice di marmo bianco con frontespizio aperto sopra, nel mezzo del<br />

quale v'è l'arme del pontefice. E da lati del riquadramento v'è uno membretto di marmo<br />

giallo, il quale si solleva sopra alla testa d'un drago in ambe le parti. La nicchia è fabbricata<br />

di marmo bigio, e la conchiglia è di marmo mistio, e a costole sgusciata. Ne' due fianchi del<br />

piedistallo vi sono due riquadramenti, nel ripieno de' quali v'è una pietra mistia pulita,<br />

lavorata a ponta di diamante. La statua fu intagliata da Fulvio Signorini sanese, e intagliò il<br />

suo nome sotto al piede della statua, <strong>che</strong> risalta fuore dal piedistallo. Quest'opera non<br />

corrisponde certo al suo valore, mostrato in <strong>altre</strong> sue <strong>opere</strong>, come a suo tempo, e luogo<br />

dimostrarò. L'opera della nicchia, e de' suoi ornamenti, è di M˚ Flaminio del Turco. Il prezzo<br />

distinto, e particolare dell'una, e dell'altra opera, io non ho trovato ne' Libri dell'Opera. A<br />

Uscita del sig. PersioPecci kamarlingo a f˚ 117, si trovano L. 527 date in comune ad ambi<br />

gl'artefici, e al Bastardello longo f˚ 99 si trovan o L. 281 date a M˚ Flaminio. Se queste due<br />

somme compissero l'intero pagamento e della statua, e della nicchia, io non so giudicare.<br />

Sopra a questa statua vi è un altare della fameglia de' sig.ri Tolomei, nel quale v'è una<br />

pittura compensata a tabernacoli, e alla maniera greca, con la Vergine in mezzo sedente, e<br />

col Bambino vestito [in grembo] e con quattro Santi da' lati, cioè alla destra con S.<br />

Giovanni Battista, e S. Agostino e dalla sinistra S. Pietro, e S. Pavolo. È pittura di Gregorio,<br />

o vero di Ruggiero pittore sanese, <strong>che</strong> visse nel 1420. E factura del medesimo pittore è la<br />

predella d'essa tavola. A canto a detto altare dalla parte di sopra v'è l'Altare del Crocifisso,<br />

fabbricato tutto di nuovo l'anno 1651, essendo rettore il sig. Anibale del sig. Arrigo della<br />

Ciaia, e lavorato e disegnato da M˚ Dionisio di Fra ncesco Mazzuoli da Cortona per prezzo<br />

di L. 11200. Oltre al detto prezzo costò all'Opera il medesimo altare L. 2696 per spese di<br />

maestranze, calcine, ammannime, rimovimento, e riforma, e vetrata della finestra, <strong>che</strong> è<br />

dalla banda prossima di sopra, <strong>che</strong> risponde a capo <strong>alle</strong> scale, <strong>che</strong> da San Giovanni salgono<br />

al Duomo, come al Bilancio F del sig. Carlo Griffoli Kamin in f˚ 355. Quest'altare è<br />

lavorato d'ordine composito simile nel tutto a' due altari della congrega, <strong>che</strong> gli sono<br />

dirimpetto. Differisce però questo da quelli, perchè saglie [alla mensa] uno scalino di più.<br />

Sotto alla mensa il sessangolo è ripieno di pietra bianca, e rossa di Francia. I piedistalli<br />

dalla parte di fuore sono ripieni dell'armi dell'Opera, e del rettore; da' fianchi sono ripieni<br />

d'alabastro di Castelnuovo, e con le cimase pareggiano il piano della mensa. I membretti de'<br />

pilastri sono ripieni di bianco, e rosso di Francia; il telaio del quadro è di Portovenere; il<br />

frontespizio ha più sesto, e il fondo d'esso et il ripieno suo è ornato di più pietre, e con più<br />

invenzione dispensato.<br />

Sopra al descritto altare [è stato fabbricato un altro altare della medesima maniera, e forma,<br />

<strong>che</strong> il già descritto immediatamente fabbricato di sotto, il quale è stato lavorato dal<br />

medesimo nostro Dionisio Mazzuoli, et essendo il medesimo rettore della Ciaia. In tal sito,<br />

e facciata finora v'è stato dipinta la pompa, con <strong>che</strong> s'introdusse in Siena, et in Duomo il<br />

corpo di S. Crescenzio, uno de' quattro avvocati della nostra città trasferito da Roma a Siena

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