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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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sono intagliate queste parole «Firmiter credimus. Et simpliciter confitemur». E’ ornato detto<br />

sepolcro con un fregio <strong>intorno</strong>, e nelle due teste di sopra vi sono intagliate le sue armi, sì<br />

come n'è intagliata ancora una nella mostra da piedi della tonacella, <strong>che</strong> avanza alla<br />

longhezza della pianta. Ma per essersi demolito il predetto altare, è stato voltato il detto<br />

sepolcro verso il novello altare, situato dove era già dipinta la Traslazione di S. Crescenzio,<br />

poco fa descritta; et io ho veduto fare tal rivolgimento. Alcune delle cose scritte attenenti a<br />

questo prelato, l'ho cavate dal Libro di Mamorie,esistente appresso alli sig.ri rettori, <strong>che</strong><br />

sono per i tempi a f˚ 9 e 10, dove appare ancora, c he detto sepolcro costò in tutto fior.<br />

127.13.4, - e <strong>che</strong> per ciò all'Opera toccò di parte della spesa L. 255.7.<br />

Finalmente sopra all'altare, di <strong>che</strong> ho scritto finora v'è un altare tutto di pietra, corrispondente<br />

in qual<strong>che</strong> cosa all'altare di Sant’Ansano posto dalla banda destra del tempio, e di sito<br />

pari, a questo. Fu questo lavorato da' medesimi artefici, e commesso dal medesimo rettore<br />

di quel tempo; e però fu pagato il medesimo prezzo di L. 6002.12.6 come al Bilancio C f˚<br />

451. Ha per titolo San Vittorio, con tutto <strong>che</strong> in esso sia dipinta la Natività di Nostro<br />

Signore da M˚ Alessandro d'Agostino Casolani pittor e sanese l'anno 1594. La pittura è<br />

benissimo compartita, e strigata. Il S. Giuseppe ha maestà nel volto, e decenza nella<br />

positura. La Vergine nella faccia ha bellezza, e devozione grande insieme. L'idee delle <strong>altre</strong><br />

figure sono proporzionate <strong>alle</strong> persone <strong>che</strong> rappresentano perchè gl'uomini civili, e i rozzi<br />

pastori, accorsi al maraviglioso spettacolo, hanno sembianze, e attitudini di Persone<br />

conferenti alla loro condizione. È arricchita di bella, e numerosa gloria d'angeli, divisa in<br />

più gruppi [tutte le figure hanno buonissimo rilevo] et è avvivata tutta da colori gentili e<br />

vivaci.<br />

Ma ora, <strong>che</strong> ho dimostrato quanto sia di riguardevole negl'altari [e nelle facciate del tempio<br />

di <strong>pitture</strong>] e altrove <strong>intorno</strong> al tempio, scrivarò dal pergamo [di marmo, de' due occhi o<br />

vetrate, <strong>che</strong> sono in cima del tempio, e in fondo, dirò poi delle storie effigiate nel<br />

pavimento, e finalmente raccorrò prima tutte le memorie, e tumuli, <strong>che</strong> sono <strong>intorno</strong> nella<br />

facciate del tempio, e poi quelle <strong>che</strong> sono nel pavimento del medesimo tempio; se però sarà<br />

giudicato opportuno, e lodevole tale studio, a quella sovrana maestà <strong>che</strong> solo in terra<br />

rappresenta legittimamente la maestà della divina, et increata sapientia, e potestà assoluta<br />

sopra tutte le terrene creature, alla quale umilissimamente inchinato, anzi prostrato a terra<br />

l'umile autore di queste ciancie bacia riverentissimo i santi piedi].<br />

Posto sopra al primo arco dalla cupola in su longo alla navata di mezzo questo è<br />

antichissimo; suo artefice fu Nicchola da Pisa, come scrive il Vasari nella vita d'esso; e<br />

fecelo nel 1330 [et il sig. Francesco del sig. Carlo Tolomei rettore gli fece la salita <strong>che</strong> di<br />

presente si vede]. Per un contratto in pergamena, <strong>che</strong> è appresso il sig. rettore dell'Opera,<br />

come io ho veduto, la fattura del pergolo fu commessa a Niccolò di Pietro Pisani, e a<br />

Giovanni suo figlio nel 1267 a dì 8 di novembre, e fu aiutato Niccola da Lapo di Donato, e<br />

da Astolfo suoi discepoli, e da esso contratto si può forse vedere il prezzo convenuto<br />

dell'opera, il <strong>che</strong> non mi sortì di leggere. Udii dire a' più vecchi mentre io era assai giovine,<br />

<strong>che</strong> questo pergamo fosse levato da Massa di Maremma, una delle città sottoposte al<br />

dominio sanese, così essendo piaciuto a' dominanti di quel tempo. Ma però non<br />

enunciavano il tempo del trasferimento, e non adducevano alcuna prova del suo detto. Ma<br />

<strong>che</strong> sia di ciò, esso è di marmo bianco di Carrara, è composto a otto facce, e intagliato tutto<br />

a basso rilevo, rappresentante Storie del Testamento nuovo. Alza da terra braccia 7 e 2/3. Si<br />

posa sopra a nove colonne tutte di granito di levante, e queste si posano sopra un<br />

imbasamento alto da terra d. 22 il qual basamento è in forma di quadro, risaltante però da<br />

quattro bande, <strong>che</strong> vengono a servire <strong>alle</strong> otto facce d'esso pergamo. L'una d'esse, reggente<br />

il piano inferiore d'esso, si posa nel centro del basamento, con base tutta d'un pezzo<br />

intagliata all'<strong>intorno</strong> di nove <strong>statue</strong> di mezzo rilevo. Delle otto d'<strong>intorno</strong>, quattro posano con<br />

la sua base nel detto imbasamento, e l'<strong>altre</strong> quattro posano con la sua base sopra al dorso di<br />

due leoni, e di due leonesse. Queste <strong>alle</strong> poppe hanno leoncini suggenti, et una di esse da

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