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Alfonso Landi, Memorie intorno alle pitture, statue e altre opere che ...

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<strong>che</strong> cosa dovesse fare ad uomo, <strong>che</strong> egli stesso volesse grandemente onorare. Amano,<br />

credendo di dover ricevere per sè tale onore, rispose: Questo tale doversi vestire di vesti<br />

regali, incoronare di corona reale, e messo a cavallo in uno de' riservati al re, dover essere<br />

condotto a mano dal primo favorito d'esso re, e per la piazza della Città conducendolo<br />

gridasse, e dicesse: Così sarà onorato qualunque il re vorrà onorare. A queste parole subito<br />

Assuero soggiunse; <strong>che</strong> gli stesso puntualmente eseguisse nella persona di Mardoc<strong>che</strong>o,<br />

allora sedente avanti <strong>alle</strong> porte del palazzo. Tanto Amano eseguì con eccessivo dolore però,<br />

e timore di sé medesimo. Da vantaggio Amano aveva preparato un patibolo per far morire in<br />

esso Mardoc<strong>che</strong>o, confidato nel gran favore del re; ma egli stesso morì in quel patibolo per<br />

comandamento del medesimo re, perchè la regina Ester fece manifesta ad Assuero la<br />

perfidia di Amano contro a Mardoc<strong>che</strong>o, e contro a tutta la sua nazione, e perciò ottenne da<br />

esso graziosamente la revocazione dell'ordine dato contro alla detta nazione.<br />

In questa pittura adunque sono riportati tutti gli accidenti, de' quali finora s'è data breve<br />

notizia agl'imperiti della Sacra Scrittura per preparamento alla intelligenza loro di quanto si<br />

vede nell'opera. Nel primo piano di essa la gente rappresentata è tutta della nazione ebrea,<br />

lacrimante, e piangente per l'editto publicato della sua total destruzione; e non solamente le<br />

femmine scapigliate piangono, e significano il proprio dolore, ma ancora gl'uomini nobili, e<br />

senatori hanno <strong>alle</strong> mani fazzoletti, per asciugare le lacrime, e alzati di volto al cielo,<br />

implorano la divina misericordia. In disparte da quella moltitudine v'è Mardoc<strong>che</strong>o, vestito<br />

di sacco, il quale consegna la copia del crudele editto ad Ataco Eunuco, e paggio di Ester,<br />

solito di portare ambasciate tra loro, committendogli per il medesimo ad impetrare dal re con<br />

le sue preghiere l'assoluzione del non meritato castigo.<br />

Nel secondo piano della parte destra si vede eminente un seggio, e trono reale, fabricato di<br />

marmo, composto d'ordine dorico, con piedistalli e colonne piane, sopra i quali v'è<br />

architrave, fregio, e cornice terminanti il trono secondo il detto ordine, con la sommità del<br />

quale collega una gloria celeste d'angeli di diversa grandezza, e di varie attitudini, e<br />

operazioni, la quale arricchisce e orna di molto tutta l'opera.<br />

La sedia reale nel voto del trono è guernita di drappo verde, rigirata con frangie pendenti<br />

d'oro, ha sopra il baldacchino, e dietro una spalliera di tela d'oro, sostenuta da cordoni di seta<br />

terminanti in fiocchi d'oro, e avvolti, e pendenti insieme <strong>alle</strong> dette colonne. La medesima<br />

sedia è nella sommità di quattro scaloni, ricoperti da uno strato di drappo verde, disteso<br />

ancora largamente per il pavimento. Il re apparisce vestito d'una veste di drappo liscio di co<br />

lore turchino sbiadito, sopra alla quale ha un paludamento di broccato d'argento lavorato a<br />

opera con oro, il quale per la sua longhezza e dovizia resta posato nell'ultima sua parte nella<br />

sedia, quantunque il re si rappresenti sceso da essa per due scalini: al detto paludamento ha<br />

soprapposto il manto reale di pelle di zibellini terminato <strong>intorno</strong> da molte punte di code de'<br />

medesimi animali, e questo gli cala dal collo fino a tutti gli omeri; e finalmente nudo di<br />

testa, ha volto di principe, conciliantesi l'amore, e la devozione di chi se gli presenta<br />

d'avanti; in tal positura, e moto toccando Ester con la verga d'argento, <strong>che</strong> tiene nella destra,<br />

tocca la dama, e con la sinistra la piglia per una mano, e così la dichiara, e l'elegge per sua<br />

regina. Ella genuflessa nel secondo gradino, è accompagnata da quattro damigelle, delle<br />

quali due gli reggono, e gli sostengono il trascino della veste di molta longhezza, tessuta<br />

con fiori di diversi colori in sodo fondo d'argento. La quarta damigella gli è a lato in piedi,<br />

<strong>che</strong> pare, <strong>che</strong> gli dia braccio. Dietro a queste tre donne, e alquanto lontano apparisce una<br />

testa d'uomo, a me ignoto nell'officio <strong>che</strong> egli habbia in tale azione. A' due fianchi del trono<br />

sono più personaggi, e cortigiani onoranti la persona regia, <strong>che</strong> recano grandezza e maestà<br />

all' opera.<br />

Nel terzo piano è rappresentata la piazza di Susa, abitata dal re per Metropoli de' suoi regni,<br />

nella quale dalla parte destra della pittura, e sopra al trono, già descritto, v'è un portico<br />

architettato a ordine composito sostenuto da tre colonne in prospettiva del tutto rotonde,<br />

differente ancora di materia dal vicino teatro, ma anco esso è con architrave, fregio, e

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