Cacciatori di betoniere - Ljubo Ungherelli
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“Me lo auguro <strong>di</strong> tutto cuore. Qualcuno che ancora non sia al corrente dei<br />
nostri trascorsi e non sguinzagli la Morte o un altro segugio sulle nostre tracce.”<br />
Davanti, Tarzanelli e Stroppa, senza prestare attenzione ai loro due nuovi<br />
amici, si accordavano sulle mosse successive.<br />
“Mi restano ancora tre giorni <strong>di</strong> ferie”, <strong>di</strong>ceva il sociologo, “poi sarò occupato<br />
per un paio <strong>di</strong> settimane come minimo, e avrò fortunatamente meno<br />
tempo per occuparmi dei tuoi reperti da manicomio. Anche se, a <strong>di</strong>rla tutta,<br />
avrei voglia <strong>di</strong> fare qualcosa <strong>di</strong> più interessante in questi tre giorni, piuttosto che<br />
seguire i progressi dei due cavernicoli che abbiamo preso a bordo.”<br />
“Un ultimo sforzo”, lo implorò mellifluamente Gregorio Tarzanelli, “e<br />
quando tornerai al tuo lavoro, mi occuperò io <strong>di</strong> loro e ti terrò aggiornato su<br />
ogni possibile sviluppo.”<br />
“Che gioia”, sospirò Stroppa, “e poi, ancora non capisco cosa pensi <strong>di</strong> ottenere<br />
mettendoti in casa questi <strong>di</strong>sperati. Non vorrei che fossi impazzito pure<br />
tu. Se la gente sapesse che il dottor Lucio Stroppa frequenta degli psicopatici,<br />
non me lo perdonerebbe, e ciò metterebbe in <strong>di</strong>scussione la mia cre<strong>di</strong>bilità, consolidata<br />
lavorando duramente e sacrificando tutto il resto. Beato te, che non hai<br />
un’immagine pubblica da <strong>di</strong>struggere. Male che vada, avrai un trafiletto sui<br />
giornali. ‘Docente universitario internato in una clinica psichiatrica. Vendeva<br />
porta a porta una macchina del tempo <strong>di</strong> sua invenzione’.”<br />
Il viaggio trascorse con Tarzanelli e Stroppa intenti a esprimere le reciproche<br />
convinzioni e perplessità, mentre Tantalo e Sisifo si limitavano a guardarsi<br />
attorno, prendendo atto, da una parte, dei gran<strong>di</strong> mutamenti avvenuti durante<br />
il loro soggiorno nell’Ade, dall’altra delle inquietanti affinità del moderno<br />
scenario terreno con quello infernale, accentuatesi nel momento in cui il sole<br />
iniziava a ritirarsi e lasciava il posto alle tenebre. Il lungo tragitto fu infine completato,<br />
e Stroppa scaricò i tre sottocasa del letterato, un appartamento in un<br />
quartiere residenziale, promettendo <strong>di</strong> tornare l’indomani mattina.<br />
“Avremo bisogno <strong>di</strong> un periodo d’assestamento”, mormorava tra sé Gregorio<br />
Tarzanelli, precedendo i due sovrani verso l’ascensore. Ripensava alle parole<br />
dell’amico. Cosa pensava <strong>di</strong> ottenere? Una gran<strong>di</strong>osa esposizione me<strong>di</strong>atica,<br />
gustosa rivalsa nei confronti del sociologo e della sua notorietà? Certo che,<br />
se vista da quella prospettiva, era un’aspirazione del tutto legittima. Il dottor<br />
Stroppa, spesso e volentieri, <strong>di</strong>veniva insopportabilmente tronfio ed enfatico, e<br />
pareva godesse nell’aver raggiunto, nella scala sociale, un posto <strong>di</strong> maggior rilievo<br />
rispetto al vecchio compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>. Tarzanelli sopportava senza grande<br />
fasti<strong>di</strong>o le autentiche spacconate adolescenziali dell’altro, che non era malvagio,<br />
ma, glorificato dalla considerazione in cui era tenuto presso i salotti del buon<br />
mondo, si lasciava solo un po’ troppo andare.<br />
E, cosa non trascurabile, gli era spesso venuto in soccorso, smuovendo le<br />
sue conoscenze al momento giusto, come in occasione dell’assegnazione della<br />
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