Cacciatori di betoniere - Ljubo Ungherelli
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Jelena, benché un po’ reticente, accettò. Impiegò però solo pochi istanti<br />
per interporre nuovi ostacoli.<br />
“Come ci an<strong>di</strong>amo, da Đule?”<br />
“In motorino”, rispose Tomislav.<br />
“Ma io sono venuta in autobus.”<br />
“Allora andremo tutti e due in autobus e riprenderò il motorino più tar<strong>di</strong>.”<br />
“Ma non rientreremo in tempo.” L’obiezione era più che sensata. La trattoria<br />
<strong>di</strong> Đule era situata nella città vecchia. Sarebbero stati costretti, oltre ad attendere<br />
l’autobus all’andata e al ritorno, anche a percorrere un tratto a pie<strong>di</strong> e,<br />
calcolando il tempo che avrebbero trascorso nel ristorante, non sarebbero mai<br />
riusciti a tornare per l’inizio della lezione pomeri<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> elettrotecnica.<br />
Mentre Tomislav era già rassegnato a veder sciupare sempre più il fisico<br />
dell’amica, intervenne in suo aiuto un soccorso inatteso.<br />
“Joško!”, gridò, vedendo comparire nell’atrio la figura dell’amico. Tomašić,<br />
in tutta certezza, prendeva la macchina anche per scendere a gettare la<br />
spazzatura. Sarebbe stato complicato impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> guidare fin dentro la città<br />
vecchia, piena <strong>di</strong> stra<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>sagevoli e impraticabili per le automobili, ma almeno<br />
non avrebbero perduto tempo con la <strong>di</strong>sarmante lentezza dei mezzi pubblici.<br />
“Abbiamo bisogno <strong>di</strong> te”, gli annunciò Janek, esponendogli il progetto.<br />
Tomašić, pur senza mostrare una gran partecipazione, acconsentì. Riuscì<br />
a portarsi quasi a ridosso della trattoria. La sua confidenza con la topografia <strong>di</strong><br />
Fiume era qualcosa <strong>di</strong> pazzesco. Tomislav, che non lo vedeva se non all’università,<br />
lo immaginava perennemente al volante, intento ad esplorare ogni angolo<br />
della città, e si meravigliava <strong>di</strong> non aver mai visto la sua Koral blu metallizzato<br />
contorcersi in cima a Škurinje.<br />
Della città vecchia vera e propria c’era in verità ormai poco, forse per<br />
questo vi si erano potuti addentrare tanto. Rimanevano poche abitazioni private,<br />
sostituite da esercizi commerciali e da un centro storico più moderno.<br />
Non c’era tanta gente, da Đule. Poterono così ottenere un buon tavolo ed<br />
essere serviti rapidamente.<br />
Tomislav or<strong>di</strong>nò per sé e per Jelena una porzione <strong>di</strong> ražnjići, consistente<br />
in due grossi spie<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> carne ciascuna, mentre Joško si orientò sul pesce.<br />
“Dovremmo fare più spesso queste uscite”, <strong>di</strong>sse Tomislav quand’erano<br />
<strong>di</strong> nuovo in macchina, in largo anticipo sulla tabella <strong>di</strong> marcia. Era riuscito a far<br />
mangiare a Jelena uno spie<strong>di</strong>no intero. L’altro lo aveva <strong>di</strong>viso con Joško.<br />
Rimasero assieme anche durante la lezione, giacché tutti e tre seguivano il<br />
corso <strong>di</strong> elettrotecnica. Tomislav fece un vano tentativo affinché andassero al<br />
caffè, ma aveva già compiuto un enorme passo in avanti, quel giorno, scombussolando<br />
un po’ l’apatia dell’amico e la renitenza al cibo della ragazza. Aveva<br />
almeno una certezza: proprio come lui, non avrebbero mai abbandonato Fiume.<br />
La sincronia coi ritmi sonnacchiosi della città portuale li avvinceva fatalmente.<br />
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