Cacciatori di betoniere - Ljubo Ungherelli
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“Su col morale”, <strong>di</strong>sse prima <strong>di</strong> riattaccare Mazzarelli, “quando sarò <strong>di</strong> ritorno,<br />
formeremo una cordata seria d’impren<strong>di</strong>tori, e riporteremo il San Pancrazio<br />
dove merita.”<br />
“Nei campi degli oratori”, mormorò Longo, riprendendo una tipica<br />
espressione del bieco Moretti. Già da qualche mese, lui e Mazzarelli vagheggiavano<br />
<strong>di</strong> rilevare la società. Attuare tale progetto, purtroppo, non era semplice.<br />
Nella zona non esistevano titolari d’imprese paragonabili a quella <strong>di</strong> Nencini, e<br />
molti industriali erano restii a mettere i loro capitali a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un affare<br />
aleatorio come la gestione <strong>di</strong> una squadra <strong>di</strong> calcio.<br />
Al momento, comunque, la cosa principale era che il San Pancrazio riconquistasse<br />
la quartultima piazza nelle ultime due giornate. Ad attenderli, una trasferta<br />
non proibitiva sul terreno della Polisportiva Capraia, mentre l’ultimo turno<br />
presentava una sfida ben più delicata, sebbene casalinga. Gli avversari erano<br />
infatti quelli dell’Olimpia Val d’Arno che, dopo aver agevolato la rimonta delle<br />
<strong>di</strong>rette concorrenti del San Pancrazio, sarebbero stati ben lieti d’infliggere il<br />
colpo <strong>di</strong> grazia alla boccheggiante squadra <strong>di</strong> Della Nave.<br />
Giampiero Longo andò alla finestra. Cominciava a recuperare la calma. Il<br />
suo bel casolare, a<strong>di</strong>acente all’agriturismo, dominava una vasta area <strong>di</strong> verde,<br />
ancora illuminata dal sole primaverile. Un’atmosfera del tutto opposta a quella<br />
che respirava andando allo sta<strong>di</strong>o.<br />
La vista delle sue amate terre servì a rincuorare un po’ Longo, tanto da<br />
farlo tornare con la mente a dei ricor<strong>di</strong> meravigliosi <strong>di</strong> un’epoca che sembrava<br />
destinata ad un triste oblio.<br />
Durante la stagione, Longo aveva alleviato le sofferenze procurategli dall’andamento<br />
del San Pancrazio in maniera singolare. Preparando, cioè, la sua<br />
personale riscossa dopo ogni passo falso della squadra del cuore.<br />
Infrasettimanalmente, infatti, si <strong>di</strong>sputava la coppa nazionale, competizione<br />
parallela al campionato in cui si sfidavano compagini <strong>di</strong> tutto il paese.<br />
La rapida defezione del San Pancrazio, già in palese <strong>di</strong>fficoltà a sostenere<br />
il solo peso del campionato, anziché <strong>di</strong>staccare Longo dalla manifestazione, lo<br />
aveva coinvolto maggiormente.<br />
Così, tutti i mercoledì, il frustrato ed abbattuto tifoso del San Pancrazio,<br />
strapazzato dalle sconfitte domenicali, viaggiava al seguito delle squadre più<br />
forti del campionato, impegnate contro le parigrado sparse per il paese.<br />
In particolare, seguiva le vicissitu<strong>di</strong>ni delle o<strong>di</strong>ate Olimpia Val d’Arno e<br />
Atletico Bucine, le uniche competitive a livello nazionale. Raggiunti gli sta<strong>di</strong><br />
che ospitavano gli incontri, si sistemava nei settori destinati ai sostenitori della<br />
squadra <strong>di</strong> casa e da lì faceva un tifo smodato contro le rivali del San Pancrazio.<br />
L’Olimpia Val D’Arno non aveva superato il girone eliminatorio, mandando<br />
in solluchero Longo.<br />
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