Giorgio Fiorese Per un Hub della conoscenza - Dipartimento di ...
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Pagina <strong>di</strong> fronte:<br />
Antonio Longoni in azione<br />
con lo spettrometro.<br />
I due <strong>di</strong>segni riguardano il<br />
Microspettrometro a raggi X<br />
per rilevare mappe <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> elementi chimici<br />
in oggetti, con sopra: Schema<br />
<strong>di</strong> principio dello strumento;<br />
sotto: La scansione <strong>della</strong><br />
lama <strong>di</strong> <strong>un</strong> rasoio elettrico<br />
rivela la <strong>di</strong>stribuzione del Nichel<br />
(a sinistra) e del Ferro<br />
(a destra).<br />
Lo Spinario, bronzo, capolavoro<br />
<strong>della</strong> scultura greca del<br />
V sec a.C. (Musei Capitolini,<br />
Roma); il suo esame rivela<br />
<strong>un</strong>a <strong>di</strong>versa composizione<br />
<strong>della</strong> lega nel capo e nel<br />
corpo.<br />
A pagina 24:<br />
La Lupa Capitolina, bronzo<br />
del V sec a.C. è opera <strong>di</strong><br />
artista etrusco (oppure<br />
me<strong>di</strong>oevale?); i gemelli sono<br />
<strong>di</strong> Antonio Pollaiolo, sec XV<br />
(Musei Capitolini, Roma); il<br />
suo esame rivela <strong>un</strong>a <strong>di</strong>versa<br />
composizione <strong>della</strong> lega nelle<br />
varie parti.<br />
RC. Ci si aspetta che l’architettura<br />
naturale sia più vantaggiosa <strong>di</strong> quella<br />
artificiale e che in futuro la bioelettronica<br />
affianchi quella inorganica;<br />
ma è a quel p<strong>un</strong>to che ci saranno i<br />
margini per pensare ad altro e le architetture<br />
successive, dopo il silicio e<br />
i neuroni, sono da inventare.<br />
GB. C’è chi ci ha già provato?<br />
RC. Pren<strong>di</strong>amo la biomimesi. È noto<br />
che il calcio, con il collagene, produce<br />
le ossa, che possono essere <strong>un</strong><br />
femore o <strong>un</strong> incisivo. Lo stesso materiale<br />
ha quin<strong>di</strong> f<strong>un</strong>zionalità <strong>di</strong>verse,<br />
determinate dal Dna. Utilizzando la<br />
logica <strong>di</strong> replicazione dei meccanismi<br />
naturali, si possono assemblare<br />
il silicio o qualsiasi materiale, controllandone<br />
forma, <strong>di</strong>mensione e caratteristiche<br />
con <strong>un</strong> enorme cambio<br />
<strong>di</strong> prospettiva.<br />
GB. Lo spiega?<br />
RC. Si sfrutta, app<strong>un</strong>to, <strong>un</strong> meccanismo<br />
biologico per sintetizzare oggetti<br />
che avranno forme o prestazioni <strong>di</strong>verse<br />
dai modelli originali: si tratta<br />
<strong>di</strong> scenari ine<strong>di</strong>ti che innanzitutto richiedono<br />
fantasia e inventiva.<br />
GB. In pratica che cosa significa?<br />
RC. Se, fino a poco tempo fa, scimmiottavamo<br />
Madre Natura, ora, operando<br />
a livello ‘nano’, si può fare <strong>un</strong><br />
salto <strong>di</strong> qualità e produrre in modo<br />
accelerato sistemi complessi che<br />
l’evoluzione potrebbe invece elaborare<br />
in milioni <strong>di</strong> anni. Il passo successivo<br />
è superare l’evoluzione stessa,<br />
impiegando queste tecnologie per<br />
creare sistemi ancora più complessi<br />
e strutturati, ovviamente ricordando<br />
quanto insi<strong>di</strong>osi siano questi territori<br />
e quanto sia fondamentale <strong>un</strong>a<br />
valutazione anche etica. Pensiamo<br />
ai robot: già oggi sono antropomorfi,<br />
tra qualche decennio sapranno perfettamente<br />
interagire con noi e tra<br />
qualche altro decennio potrebbero<br />
acquisire prestazioni amplificate e<br />
forme evolute <strong>di</strong> coscienza e appren<strong>di</strong>mento.<br />
Significa che chi sa imitare<br />
davvero la natura può andare oltre, e<br />
22<br />
in molti settori.<br />
[da G. Beccaria, Sfida all’ultimo limite. È la<br />
nostra fantasia. Cingolani, <strong>di</strong>rettore dell’ITT:<br />
“Non ci limiteremo a copiare la natura. La<br />
prossima fase è superare le architetture dell’evoluzione<br />
stessa”, in “tutto scienze”, cit.]<br />
1.2.3 Alfonso Fuggetta (Lo ‘stilo<br />
umano’ fa ri<strong>di</strong>segnare le interfacce<br />
dei telefoni/PDA)<br />
A ben vedere, nel corso degli ultimi<br />
vent’anni il mondo dei computer non<br />
è cambiato molto. Dopo che Alan<br />
Kay inventò presso gli Xerox PARC<br />
la prima workstation – dotata d’interfaccia<br />
a finestre e mouse –, molti<br />
prodotti si sono succeduti sul mercato,<br />
senza che i para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong> fondo<br />
siano sostanzialmente cambiati.<br />
Con il Macintosh, Apple introdusse<br />
i concetti sviluppati da Alan Kay in<br />
forma commerciale.<br />
Da utenti, abbiamo iniziato a conoscere<br />
e utilizzare strumenti e concetti<br />
come “scrivania”, “finestra”, “mouse”,<br />
“cestino”. I nuovi prodotti che<br />
si sono succeduti – come Windows<br />
(nelle sue varie versioni, fino all’attuale<br />
Vista) e come le nuove release<br />
del sistema <strong>della</strong> Apple – benché abbiano<br />
contribuito ad arricchire significativamente<br />
grafica, usabilità e prestazioni,<br />
non hanno apportato nulla<br />
<strong>di</strong> sostanziale dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista del<br />
para<strong>di</strong>gma complessivo <strong>di</strong> interazione<br />
tra uomo e macchina.<br />
Qualcosa si è iniziato a muovere<br />
con la progressiva trasformazione<br />
dei cellulari in computer personali e<br />
portatili. Se all’inizio, infatti, <strong>un</strong> cellulare<br />
era poco più <strong>di</strong> <strong>un</strong> telefono con<br />
<strong>un</strong>’interfaccia utente molto limitata,<br />
oggi ci troviamo <strong>di</strong> fronte a computer<br />
mobili, in grado <strong>di</strong> replicare su scala<br />
ridotta la stessa qualità e tipologia <strong>di</strong><br />
interfacce presenti sui personal computer.<br />
<strong>Per</strong>altro, i cellulari (o i moderni<br />
PDA) hanno caratteristiche che li<br />
<strong>di</strong>fferenziano in modo sostanziale<br />
dai moderni computer: in primo