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Giorgio Fiorese Per un Hub della conoscenza - Dipartimento di ...

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Cinque presentazioni<br />

4<br />

Giulio Ballio, Rettore Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />

Il volume propone che nella nostra Città venga<br />

istituito <strong>un</strong> centro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e sperimentazione<br />

<strong>di</strong> tematiche connesse ad arte e scienza. La novità<br />

riguarda le finalità del centro, volto al “fare” oltre<br />

che al “<strong>di</strong>ffondere”; al farsi tramite (centro informativo<br />

e <strong>di</strong> snodo) delle attività che già si svolgono<br />

oltre che ad organizzarne nuove. Come fosse <strong>un</strong><br />

“hub”.<br />

Che il nostro Paese debba avere, come obiettivo, il<br />

continuo sviluppo <strong>di</strong> scienza e tecnologia, è – giustamente<br />

– <strong>un</strong>a convinzione largamente con<strong>di</strong>visa;<br />

ma se, a volte, tale convinzione accompagna lo<br />

“informare”, assai più raramente ci si occupa dello<br />

“sperimentare”.<br />

Il volume in<strong>di</strong>ca <strong>un</strong>a linea che potrebbe promuovere<br />

e nutrire <strong>un</strong> processo continuo <strong>di</strong> <strong>conoscenza</strong> e<br />

sperimentazione e a questo fine ipotizza tre tipi <strong>di</strong><br />

iniziative.<br />

Innanzitutto <strong>un</strong>’attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione, <strong>di</strong> conferenze;<br />

se ne fanno già molte nella nostra Città, dentro<br />

i nostri atenei e fuori. Si organizzano anche <strong>di</strong>verse<br />

visite ai laboratori <strong>di</strong> ricerca (anche con “notti bianche”).<br />

Il centro potrebbe integrare le attività che già<br />

si svolgono e proporne <strong>di</strong> nuove, ad esempio nei<br />

settori meno noti.<br />

Poi si suggerisce <strong>di</strong> “dar voce” agli inventori, agli<br />

innovatori in scienza e tecnologia; però, anche qui,<br />

con <strong>un</strong>a novità. Si propone che gli inventori si <strong>di</strong>spongano<br />

a far sì che i loro ritrovati “inneschino”<br />

altre invenzioni (<strong>di</strong> design, pittura e scultura, musica,<br />

teatro) <strong>di</strong> giovani talenti, <strong>di</strong> neolaureati.<br />

Me<strong>di</strong>ante la terza iniziativa, l’autore auspica <strong>di</strong> riattivare<br />

il proficuo scambio – tra capacità tecniche e<br />

figuratività – che propiziò gli anni d’oro del nostro<br />

design; ovvero, <strong>di</strong> rigenerare quella “fabbrica del<br />

design” da cui, tra i Cinquanta e i Settanta, scaturirono<br />

i molti prodotti che tuttora esibiscono utilità e<br />

bellezza nelle nostre case e nei nostri uffici [nel volume<br />

si citano Giulio Natta, nostro docente e Premio<br />

Nobel per la chimica, e <strong>un</strong> suo allievo, Giulio<br />

Castelli, che nel 1949 fondò <strong>un</strong>a famosa “fabbrica<br />

del design” che per prima sperimentò la plastica].<br />

È poi necessario richiamare <strong>un</strong> fatto importante, in<br />

cui questa proposta ben si colloca: nella primavera<br />

2008, a Milano è stato assegnato Expo 2015. Giu<strong>di</strong>co<br />

questo avvenimento <strong>un</strong>’occasione <strong>un</strong>ica per la<br />

Città e la Regione, in particolare per i nostri atenei.<br />

Expo può <strong>di</strong>ventare il motore <strong>di</strong> aggregazione <strong>della</strong><br />

ricerca <strong>un</strong>iversitaria; può spingere i nostri ricerca-

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