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Giorgio Fiorese Per un Hub della conoscenza - Dipartimento di ...

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materiali, nuovi modelli e para<strong>di</strong>gmi<br />

possono offrire a tutti la possibilità<br />

<strong>di</strong> immaginare “cose nuove”, anche<br />

laddove esistono leader <strong>di</strong> mercato<br />

consolidati.<br />

Non è questo <strong>un</strong> fatto assolutamente<br />

affascinante e <strong>un</strong>ico? Non è questa<br />

<strong>un</strong>’opport<strong>un</strong>ità molto interessante anche<br />

per il nostro paese, le nostre imprese<br />

e i nostri giovani ricercatori?<br />

[Alfonso Fuggetta (1958) è professore or<strong>di</strong>nario<br />

<strong>di</strong> Ingegneria Elettronica presso il Politecnico<br />

<strong>di</strong> Milano, dove si è laureato nel 1982. Ha<br />

svolto ricerche presso: l’Istituto Norvegese <strong>di</strong><br />

Scienza e Tecnologia (NTNU) <strong>di</strong> Trondheim;<br />

la University of Colorado, Boulder; la University<br />

of California, Irvine (UCI), presso la quale<br />

è anche visiting professor. È Direttore Scientifico<br />

del CEFRIEL, Centro del Politecnico <strong>di</strong><br />

Milano per la Ricerca e la Formazione in Ingegneria<br />

dell’Informazione. Lo scritto è stato<br />

parzialmente pubblicato in “nòva 24”, supplemento<br />

de “Il Sole 24 ore”, 3.4.2008.]<br />

1.2.4 Antonio Longoni (L’analisi<br />

spettroscopica fa conoscere meglio<br />

l’arte)<br />

Antonio Longoni è professore or<strong>di</strong>nario<br />

<strong>di</strong> Elettronica e responsabile del<br />

Gruppo <strong>di</strong> ricerca sui Rivelatori <strong>di</strong><br />

Ra<strong>di</strong>azione ed Elettronica Nucleare<br />

(<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> Elettronica e Informazione,<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano); si<br />

occupa dello sviluppo <strong>della</strong> strumentazione<br />

avanzata per lo stu<strong>di</strong>o dei<br />

materiali basata sull’analisi spettroscopica<br />

<strong>della</strong> fluorescenza X (XRF =<br />

X-Ray Fluorescence spectroscopy).<br />

Longoni – in <strong>un</strong> articolo pubblicato,<br />

con Carlo Fiorini e Chiara Guazzoni,<br />

sulla “Rivista del Politecnico” – spiega<br />

che questa è <strong>un</strong>a tecnica non-<strong>di</strong>struttiva,<br />

che consente <strong>di</strong> identificare<br />

gli elementi chimici presenti nel materiale;<br />

per questo si presta all’analisi<br />

<strong>di</strong> opere d’arte e materiali <strong>di</strong> interesse<br />

storico e archeologico.<br />

A questo fine, viene utilizzato <strong>un</strong> nuovo<br />

tipo <strong>di</strong> rivelatore <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione,<br />

nato per applicazioni nel campo <strong>della</strong><br />

fisica delle particelle elementari e<br />

introdotto per la prima volta in stru-<br />

24<br />

menti per l’analisi dei Beni Culturali;<br />

data la compattezza e le elevate<br />

prestazioni che si possono ottenere,<br />

è possibile svolgere queste analisi <strong>di</strong>rettamente<br />

sul campo.<br />

(Tale rivelatore – denominato SDD,<br />

Semiconductor Drift Detector – fu<br />

ideato nel 1983 da Emilio Gatti, del<br />

Politecnico, e da P. Rehak, del Brookhaven<br />

National Laboratory, Usa).<br />

L’analisi spettroscopica <strong>della</strong> fluorescenza<br />

X – emessa da <strong>un</strong> materiale<br />

eccitato da <strong>un</strong>’opport<strong>un</strong>a sorgente <strong>di</strong><br />

raggi X – consente l’identificazione<br />

dei componenti chimici.<br />

I fotoni X <strong>di</strong> fluorescenza emessi da<br />

<strong>un</strong> atomo hanno, infatti, energie caratteristiche,<br />

legate in maniera <strong>un</strong>ivoca<br />

all’atomo che li emette. È anche<br />

possibile, in opport<strong>un</strong>e con<strong>di</strong>zioni, determinare<br />

quantitativamente la composizione<br />

percentuale del matriale.<br />

Uno spettrometro XRF è composto<br />

essenzialmente da <strong>un</strong>a sorgente <strong>di</strong><br />

eccitazione X; da <strong>un</strong> rivelatore <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione<br />

capace <strong>di</strong> misurare l’energia<br />

dei raggi X; da <strong>un</strong> sistema elettronico<br />

per l’acquisizione e l’elaborazione<br />

dei dati.<br />

I rivelatori <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione X, classicamente<br />

utilizzati per analisi XRF ad<br />

alta risoluzione (ad esempio i rivelatori<br />

in Silicio compensato con Litio),<br />

devono essere raffreddati alla temperatura<br />

dell’azoto liquido (circa 200<br />

°C sotto lo zero).<br />

Invece, è molto importante che il<br />

SDD, al contrario, raggi<strong>un</strong>ge elevate<br />

risoluzioni spettroscopiche a temperature<br />

prossime a quelle ambiente<br />

(pochi gra<strong>di</strong> centigra<strong>di</strong> sotto lo zero);<br />

è questo che ha permesso la realizzazione<br />

<strong>di</strong> spettrometri <strong>di</strong> elevate prestazioni<br />

analitiche, compatti e ideali<br />

per analisi sul campo.<br />

La foto mostra <strong>un</strong>a versione recente<br />

dello spettrometro durante alc<strong>un</strong>e<br />

fasi delle analisi effettuate sulla Lupa<br />

Capitolina presso i Musei Capitolini

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