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Anteprima pdf - Pedagogika

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<strong>Pedagogika</strong>.it/2012/XVI_4/Educare_in_tempo_di_crisi/<br />

20<br />

La crisi può essere una risorsa?<br />

Solo quando la pedagogia leggerà nella crisi una sfida educativa sarà possibile<br />

recuperare le origini del concetto e riconoscere una scelta e una possibilità<br />

formativa-educativa. Occorre ritornare al verbo: solo “separando” e “scegliendo”,<br />

quindi operando un movimento di discriminazione ed elezione, sarà possibile<br />

per la pedagogia ripensare se stessa dentro la crisi considerando tale momento<br />

un’opportunità per una lettura critica e progettuale.<br />

Cristina Bonino*<br />

Educazione e crisi due termini che insieme trasmettono disorientamento, confusione<br />

e preoccupazione. Eppure questo non è solo un tema scelto dalla rivista<br />

<strong>Pedagogika</strong> e dai suoi lettori, questo è un argomento che interessa (o dovrebbe interessare)<br />

tutto il mondo educativo. Il problema è: da dove partire? Come affrontare<br />

la questione senza perdersi in perentorie disquisizioni?<br />

Ecco, noi crediamo che quando non si sa da dove iniziare e si teme di aprire<br />

un discorso vuoto di significato e significati sarebbe opportuno compiere un passo<br />

indietro e riflettere sulle origini dei concetti di base e di come questi siano in relazione<br />

tra di loro.<br />

Pensiamo alla definizione etimologica del termine “crisi”, una parola che oggi<br />

ha invaso non solo il mondo scientifico, politico ed economico, ma ogni tipo di<br />

ambiente da quello accademico a quello popolare. Il termine “crisi”, di derivazione<br />

greca (Krisis), proviene dal verbo greco “separare” e originariamente indicava la<br />

“separazione”. Infatti, il verbo era utilizzato in riferimento alla trebbiatura, cioè<br />

all’attività conclusiva nella raccolta del grano consistente nella separazione della<br />

granella del frumento dalla paglia e dalla pula. Da qui deriva sia il primo significato<br />

“separare” sia quello traslato di “scegliere”.<br />

Il termine crisi iniziò ad essere utilizzato in italiano a partire dal XIV secolo, in<br />

francese dal XVII secolo e in tedesco dal XVIII secolo, in tutti questi casi tale concetto<br />

caratterizzò dapprima situazioni militari in difficoltà per poi denotare circostanze<br />

politiche che esigevano decisioni e interventi concreti e immediati da parte degli attori<br />

coinvolti. Inoltre, è probabile che sia in questo periodo che il termine crisi abbia<br />

iniziato ad essere velato di una connotazione negativa, infatti, concepito come una<br />

perturbazione delle relazioni all’interno di un sistema (o ambiente) il concetto di crisi<br />

iniziò ad indicare qualcosa in grado di mettere in pericolo la sopravvivenza dello stesso<br />

sistema o di una sua parte. L’ulteriore evoluzione ha fatto sì che con tale termine siano,<br />

soprattutto, messi in primo piano i problemi che riguardano l’adattamento di un<br />

sistema in un dato ambiente. Ricordiamo, inoltre, che è proprio in questo periodo che<br />

le discussioni sociologiche si sono maggiormente concentrate sullo studio e sull’analisi<br />

dei meccanismi dei conflitti sociali. D’altronde, sarà la filosofia marxista che, avviando<br />

un’apertura di interesse della storia nei confronti della sociologia, permetterà di guardare<br />

in modo differente ai fenomeni di crisi. Lungo queste evoluzioni terminologiche si

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