Anteprima pdf - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2012/XVI_4/dossier/<br />
38<br />
La rivoluzione di Paestum<br />
Educare con la politica delle donne<br />
In mezzo alla grande crisi politica, alla corruzione<br />
che ha invaso e pervaso varie correnti politiche<br />
nel nostro Paese, alla durezza dei molti che quasi<br />
invocano il “Muoia Sansone con tutti i Filistei!”<br />
palpita la “rivoluzione necessaria” delle donne, un<br />
desiderio di cambiamento fatto di “passioni durature”<br />
che, come ha detto Lea Melandri in apertura<br />
delle due giornate dell’incontro Nazionale di Paestum<br />
Primum vivere anche nella crisi: la rivoluzione<br />
necessaria, la sfida femminista nel cuore della politica,<br />
non si è mai spento e che non ha mai smesso di<br />
essere al centro del movimento femminista.<br />
Seppure con diversi accenti e molte contrapposizioni il nucleo palpitante<br />
della politica delle donne è rimasto vivo e vegeto e oggi, con ancora più forza e<br />
consapevolezza, riemerge chiaro.<br />
Forte e chiara è stata, secondo me, la voce del movimento femminista che<br />
dopo quasi quarant’anni si ritrova a Paestum con il desiderio vero di ascoltare ed<br />
ascoltarsi e questo è stato possibile grazie alle modalità organizzative utilizzate, al<br />
clima di fiducia reso possibile anche<br />
dal “passo indietro” che le grandi<br />
femministe storiche presenti hanno<br />
saputo fare. Questo ha permesso di<br />
far dire a delle ragazze “siamo tutte<br />
femministe storiche!” e ad altre di<br />
affermare, con un riconoscimento<br />
non scontato, che tanto è stato<br />
trasmesso alle nuove generazioni! Tanta<br />
storia che dovrebbe lasciare soddisfatte<br />
le più “vecchie” che hanno saputo<br />
“curare” il passaggio delle consegne<br />
testimoniando con le loro pratiche<br />
l’accessibilità a nuove politiche.<br />
Certo il clima che si è respirato dentro l’immensa sala del Centro Congressi<br />
dell’Hotel Ariston di Paestum non ha nulla a che vedere con la politica (?) urlata<br />
e stiracchiata a destra e a manca dalla maggior parte degli uomini che oggi<br />
detengono il “potere del disastro” nel nostro Paese. Perlopiù loro non vogliono<br />
“ascoltare ed ascoltarsi”, vogliono prendere tutto e subito senza ascoltare chi<br />
non condivide, impegnato nella riflessione su quanto potrebbe essere dissennato<br />
rimuovere quel che invece andrebbe interrogato.