Anteprima pdf - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2012/XVI_4/Cultura/Scelti_per_voi<br />
112<br />
Terzo ritorno è quello dell’immenso Bob. Preciso,<br />
non sua “bobbità” in persona. Amnesty<br />
International per celebrare i suoi cinquant’anni<br />
di attività ha chiamato un sacco di artisti a reinterpretare<br />
qualcosa come più di settanta canzoni<br />
di Dylan. Ne è uscito un cofanetto di quattro<br />
cd. C’è di tutto, nel senso pieno della parola. Sia<br />
in termini di qualità che di quantità. Andando<br />
da cantanti celebri, da Sting a Adele tanto per<br />
dirne due, a altri pressoché sconosciuti, passando<br />
da versioni originali a altre, poco o nulla creative<br />
o, peggio ancora, forzatamente stravolte in cerca<br />
di un’invenzione che non trovano. Occorre<br />
pur ammetterlo, l’impresa non è facile. Provate<br />
voi a rifare “Like a rolling stone” o “Mr. Tambourine<br />
man” senza scadere nel già sentito, nel<br />
dilettantismo o senza lasciarsi prendere la mano<br />
da un esasperato narcisismo… Non, non è facile.<br />
Onore, dunque, al merito e all’impegno,<br />
aldilà dei risultati che tuttavia nel loro insieme<br />
sono più che buoni. Ah, dimenticavo, il cd porta<br />
il titolo di una bellissima canzone di Dylan<br />
che viene riproposta dal grande vecchio alla fine<br />
della maratona canora: la splendida “Chimes of<br />
freedom”. Ovviamente, il cofanetto costa, ma<br />
per il suo contenuto, nonché per la causa che sostiene,<br />
io lo consiglio. Ne vale la pena, in attesa,<br />
ovviamente, dell’ultima fatica del nostro schizofrenico<br />
e proprio per questo inarrivabile profeta:<br />
Tempest. Nel frattempo, giusto per rimanere<br />
sull’argomento, ne approfitto per consigliare<br />
una lettura in tema: Un’aria da Dylan di Enrique<br />
Vila-Matas, edito da Feltrinelli. Intrigante e delizioso<br />
romanzo, ottimamente scritto, traboccante<br />
di rimandi e suggestivi echi letterari, non ultimo<br />
quello a Amleto. Decisamente originale, imperdibile<br />
per chi ama Borges.<br />
Ultimo ritorno è, infine, quello del vecchio Neil<br />
Young, the loner. Ha pubblicato un cd che è stato<br />
fonte di un certo dibattito con il mio “pusher”<br />
di fiducia. Più di una volta, lui me lo ha proposto,<br />
dicendomi: “fidati, te l’assicuro!”. Io tiravo<br />
in lungo, storcevo il naso, fiutavo l’inganno. Tra<br />
me e me mi dicevo: “è solo una furbata per mantenersi<br />
al centro della scena, l’ultima spiaggia<br />
per un artista a corto ormai di idee, quel che ha<br />
dato, ha dato e, donc, forgettiamoci o’ passato!”.<br />
E invece no! Maledetto Neil e maledetto pure il<br />
“pusher”. Alla fine di un estenuante tira molla<br />
ho ceduto e ho acquistato Americana che non è<br />
la ristampa della celebre antologia di Vittorini. E,<br />
mannaggia, ho fatto bene. Il cd inizia con “Susanna”<br />
e termina con… “God save the queen”,<br />
ma il canadese è d’altra pasta dei Sex pistols. Risultato:<br />
un gran bel disco, per nulla scontato, dal<br />
sound corposo e sanguigno, impreziosito dalla<br />
voce inconfondibile dell’autore di “Heart of<br />
gold”. Neil suona e canta con passione e sentimento,<br />
rifà pezzi tradizionali infondendoci nuova<br />
linfa. Lo affiancano, come in tutte le sue maggiori<br />
imprese, i fidatissimi Crazy horse, i quali,<br />
come loro per primi ammettono, non saranno<br />
i più grandi musicisti sulla faccia della terra, ma<br />
suonano con l’anima e si sente. Chapeau a Neil<br />
e a suoi compari.<br />
Angelo Villa<br />
di Ursula Meier<br />
Sister<br />
Svizzera, Francia<br />
2012<br />
Distribuzione: Teodora<br />
Film e spazio-<br />
Cinema<br />
Produzuibe: Archipel<br />
35, Vega Film in coproduzione<br />
con RTS<br />
Radio Télévision Suisse, Bande à part Films<br />
Il gioco invertito delle parti<br />
A raccontare questa storia di infanzia negata arriva<br />
una favola grigia che, come tutte le favole,<br />
funziona in ogni tempo (anche in tempo di crisi)<br />
e, come ogni grigio, stempera il colore vivo<br />
del cambiamento.<br />
cinema a cura di Cristiana La Capria