Anteprima pdf - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2012/XVI_4/dossier/La_rivoluzione_di_Paestum<br />
Ma ora è chiaro che a Paestum i<br />
segni si sono lasciati, eccome! Le quasi<br />
mille donne singole o legate a gruppi,<br />
associazioni, arrivate da cento e più città<br />
d’Italia sanno che “qualcosa è cambiato”<br />
perché si sono potute contare: vecchie,<br />
giovani e giovanissime interessate<br />
prima di tutto a vivere la loro vita senza<br />
schizofrenia. Dove l’ambito personale<br />
non è slegato da quello della politica,<br />
dell’economia, del lavoro e della cura.<br />
E noi donne lo sappiamo bene che la<br />
pratica del “partire da sé” sa che la cura non è un ambito domestico. “Cosa vuol<br />
dire portare cura?” si chiedeva Bia Sarasini a Paestum nell’ambito della discussione<br />
avviata tra donne in un gruppo più ristretto; “vuol dire scompaginare il potere!”,<br />
ribaltare le logiche del vecchio potere urlato e imbarbarito.<br />
A Paestum ho chiaramente percepito che qualcosa si è mosso e continua a<br />
muoversi: tutte abbiamo capito che il movimento femminista è vivo e vegeto<br />
e che ha prodotto e sta producendo ancora politica e che in questa politica<br />
noi donne non possiamo più fare a meno di entrarci usando la nostra forza<br />
e le nostre regole. La forza delle donne, come diceva Laura Fortini sempre<br />
a Paestum, “che ha tenuto insieme<br />
questo Paese anche per gli uomini,<br />
fatta di relazioni tra donne; anche se<br />
ora hanno bisogno di Rivoluzione”.<br />
Una rivoluzione che parte dalle<br />
nostre narrazioni politiche all’interno<br />
delle istituzioni; senza trionfalismi,<br />
senza ideologia, ma con quella forza<br />
necessaria con la quale ci siamo tutte<br />
congedate da Paestum, con desiderio<br />
e radicalità.<br />
Temi ed esperienze 39