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PERCHE` NON LEGGERE DIVERSAMENTE? La lettura del ...

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Il metodo <strong>del</strong>le immagini non può essere considerato equivalente a questa<br />

metodica per due ordini di motivi di cui il primo attiene al tipo di impostazione<br />

<strong>del</strong>la meditazione. Non mi stancherò di ripetere che è il libro a dover parlare al<br />

lettore; che chi medita non ha il diritto di pregiudicare il senso di un testo<br />

mediante collegamenti che nascono da una precognizione <strong>del</strong>lo stesso. Chi<br />

opera per via di rinvii ha davanti a se un binario che già altri hanno tracciato<br />

con metodi e finalità neppure verificabili. E bisogna dire che questi altri non<br />

sono la chiesa docente la quale si è ben guardata dal mettere la museruola a<br />

Dio, definendo il significato dei passi <strong>del</strong>la Scrittura. Essi sono solo<br />

l'espressione di una cultura e sensibilità religiosa riferibili a singoli o gruppi ed<br />

a particolari epoche storiche (10).<br />

(10) In conclusione, non voglio assolutamente dire che i rinvii a margine<br />

<strong>del</strong>le Bibbie sono erronei e che la metodica <strong>del</strong> «rinvio» è sbagliata. Dirò anzi<br />

che la considero un primo e lodevole tentativo di affrancare il laicato ed il clero<br />

dal talmud dei nuovi «dottori <strong>del</strong>la legge». Intendo sottolineare piuttosto che la<br />

corretta collocazione <strong>del</strong> lettore nei confronti <strong>del</strong>la rivelazione scritta<br />

costituisce una scelta di fede. C'è come un ateismo strisciante in questo<br />

spostare la Parola di Dio nell'area di comprensione predeterminata dalla<br />

sapienza umana: è la vecchia trappola <strong>del</strong>le «filosofie» costruite dall'uomo che<br />

si nasconde sotto la copertura di una «fe<strong>del</strong>e» aderenza ai testi.<br />

Il secondo motivo di diversità è nella natura stesse <strong>del</strong>le cose che si pongono<br />

l'una accanto all'altra. Con la metodica <strong>del</strong> rinvio si accostano fra di loro<br />

«passi» precompresi come portatori di un identico contenuto teologico, sicché<br />

a confrontarsi sono non i testi, ma le teologie che uno studioso ha già creduto<br />

di identificare in essi. Col metodo <strong>del</strong>le immagini si opera sì una associazione<br />

di passi diversi, ma in base ad un qualcosa che il testo direttamente suggerisce<br />

al lettore, sicché quest'ultimo ha una ben ridotta capacità di inquinarlo con la<br />

sua sensibilità intellettuale e religiosa (11).<br />

(11) Si pensi al «tributo a Cesare» o al «quid est veritas» <strong>del</strong> processo a<br />

Gesù e si comprenderà quanto può essere deviante un rinvio, quando queste<br />

espressioni vengono precomprese in un senso o in un altro.<br />

L'accostamento operato per via di immagini è <strong>del</strong> tutto aperto, senza<br />

preclusione alcuna per ogni tipo di confrontazione, per audace o folle possa<br />

sembrare a prima vista. Il Libro funge da guida e la meditazione è una sfida<br />

continua che si articola mediante l'assemblaggio di immagini differenti: passi<br />

diversi, appartenenti a libri e contesti dissimili, sono identificati per la presenza<br />

in essi degli stessi elementi iconici. L'immagine funziona da elemento<br />

unificante <strong>del</strong>l'intera Scrittura, tenendo in non cale la diacronia <strong>del</strong>la redazione<br />

dei singoli libri.<br />

Il vantaggio sta in questo:<br />

- che il campo <strong>del</strong>la indagine si allarga a tutta la Scrittura, Libro unico che la<br />

Chiesa mette in mano ai battezzati senza frazionamenti letterari. Una unità che<br />

i Padri singolarmente, e la Chiesa nella sua unità, hanno sempre affermato<br />

implicitamente, citando a mo' di complesso testi biblici molto distanti tra di<br />

loro per contenuto, collocazione e tempo di redazione. Lo stesso Gesù non ha

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