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PERCHE` NON LEGGERE DIVERSAMENTE? La lettura del ...

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a) quello su cui si recita il grande dramma <strong>del</strong>la incarnazione di Dio: su di<br />

esso il punto di riferimento è la figura stessa di Gesù e lo Spirito che segue alla<br />

sua morte e resurrezione;<br />

b) quello su cui si recita il grande dramma <strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong>la Chiesa. È<br />

il palcoscenico che potremmo chiamare degli atti degli apostoli;<br />

c) quello su cui si svolge il dramma <strong>del</strong>la Chiesa, nella sua attuale<br />

consistenza visibile, con i suoi problemi di struttura e con la sua azione<br />

liturgico-sacramentale;<br />

d) quello <strong>del</strong>l'uomo che ospita i problemi di una coscienza individuale. Un<br />

palcoscenico che i direttori di anime conoscono a menadito, dovendo<br />

continuamente attualizzare la Parola nelle singole situazioni esistenziali;<br />

e) un quinto palcoscenico lo possiamo riferire alla stessa parola rivelativa.<br />

Ho la convinzione che in ogni suo passo la Scrittura parla <strong>del</strong>la Scrittura e<br />

spiega come correttamente va letta. E non potrebbe essere altrimenti, dato che<br />

Colui che si rivela e la Rivelazione sono coincidenti. Su questo palcoscenico<br />

noi possiamo vedere i testi trasformarsi in vere e proprie lezioni di storia e<br />

tecnica <strong>del</strong>la rivelazione: un manuale di <strong>lettura</strong> che lo scrittore ha posto<br />

all'interno <strong>del</strong>la sua opera.<br />

In conclusione, i palcoscenici sono le infinite vie <strong>del</strong> Signore che si<br />

diramano nell'esistenza e, innanzi tutto, nella stessa Rivelazione; sono la<br />

continua attualizzazione <strong>del</strong>la scrittura.<br />

Sagome, immagini, catalizzatori<br />

Identificati gli scandala, recuperate le sagome, costruito il palcoscenico,<br />

bisogna ora riscrivere il brano meditato, passando dalla trica, costituita dal<br />

racconto, al copione che realizza l'attualizzazione viva <strong>del</strong>la Scrittura. Il<br />

momento <strong>del</strong>la ricostruzione (che è il più <strong>del</strong>icato) prevede il possesso di<br />

alcuni elementi. In particolare prevede la conoscenza <strong>del</strong>la Scrittura come<br />

storia di fatti e come complesso di immagini. Non è possibile procedere ad una<br />

vera meditazione <strong>del</strong>la Scrittura, se prima non si è almeno letto e fatto proprio<br />

il suo contenuto narrativo. Questa <strong>lettura</strong> consente di prendere possesso di una<br />

grande scatola di diapositive, nelle quali vi sono immagini che si assomigliano<br />

e guidano il lettore ad accosta menti e paragoni (8).<br />

(8) È questo il punto in cui si fondono insieme il metodo <strong>del</strong>le Sagome con<br />

quello <strong>del</strong>le immagini di cui ho parlato prima.<br />

Analizzare le sagome non significa mettersi in corsa verso un senso;<br />

significa, al contrario, rispecchiarsi in esse e lasciare che esse stesse si<br />

articolino liberamente. Perciò il metodo che stiamo esponendo richiede una<br />

grande disponibilità in colui che lo applica; richiede una fiducia nella vitalità<br />

autonoma <strong>del</strong>lo Scritto, cioè che esso, adeguatamente liberato dalla immobilità<br />

in cui giace, si sappia plasmare in forme continue e sempre nuove. Chi applica<br />

il metodo <strong>del</strong>le sagome deve quindi lasciare libertà alle proprie associazioni<br />

mentali; deve lasciare che le diapositive, di cui è composta la Scrittura, si

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