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PERCHE` NON LEGGERE DIVERSAMENTE? La lettura del ...

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Un altro modo di utilizzare le immagini consiste nel lasciarsi suggestionare<br />

dalla costanza di una icona in scene diverse. In questo caso le immagini a<br />

disposizione <strong>del</strong>lo scrittore e <strong>del</strong> lettore, in parte simili ed in parte dissimili,<br />

fungono da raccordo fra scene diverse, come i temi musicali in un'opera lirica<br />

(18).<br />

(18) Quando, per fare solo un esempio, Wagner lega un tema musicale ad un<br />

personaggio o ad una situazione specifica, la ripresa <strong>del</strong> «tema» è sufficiente ad<br />

evocare il personaggio o la situazione specifica in condizioni diverse. L'effetto<br />

arricchente sta nella possibilità di rendere presente, mediante il rinvio, ciò che<br />

è fuori di scena.<br />

«Simillimum»<br />

Con questa espressione intendo riferirmi ad una fase più avanzata<br />

<strong>del</strong>l'applicazione <strong>del</strong> metodo. Chi medita, dopo essersi lasciato suggestionare<br />

da una grande serie di immagini richiamate per via di assonanza, si dovrà<br />

innanzi tutto orientare verso quella che si presenta come 'la più simile'. Infatti,<br />

in un libro voluto in ogni sua articolazione, una maggiore somiglianza è<br />

certamente indice di un messaggio (19).<br />

(19) A tal proposito io suggerisco al lettore di considerare la Bibbia come<br />

una serie di testi che, dopo essere stati scritti (a mo' di esempio) secondo una<br />

logica strettamente conseguente, sono stati confusi quanto al loro ordine.<br />

L'immagine allora è il filo di Arianna, che permette di orientarsi nel <strong>La</strong>birinto,<br />

ricomponendo il discorso nelle coordinate logiche <strong>del</strong>l'agiografo.<br />

Non appena essa viene individuata nel testo, lo illumina <strong>del</strong>ineandone la<br />

struttura teologica. Quando, ad esempio, nel racconto <strong>del</strong>le «dieci vergini» si<br />

fotografano i due gruppi di cinque e si ricorda che questo numero nell'antica<br />

simbologia mediterranea indica il matrimonio, allora le sagome da dieci<br />

diventano due. Ciò porta a rileggere il passo in una logica diversa: due sono i<br />

matrimoni da compiere, sicché si potrà fare riferimento all'immagine dei due<br />

Fratelli che rimanda al Gruppo eletto ed alle Genti.<br />

Illuminato così, il racconto suggerirà al lettore di riflettere su come il<br />

mistico Sposo viene a unirsi sponsalmente con i due tronconi <strong>del</strong>l'umanità in<br />

una vicenda che avrà dinamiche diverse: prima con le genti e poi con gli eletti.<br />

Ciò guiderà a cercare con attenzione chi incontra per primo lo Sposo. Proviamo<br />

a formulare un esempio più articolato.<br />

In Mt. 12,47-49 viene narrata una storia che crea non pochi problemi agli<br />

studiosi di Mariologia biblica. A chi gli annuncia che fuori c'è la madre ed i<br />

fratelli, Gesù risponde che Egli ha per Madre e fratelli solamente i suoi<br />

discepoli; e suoi discepoli sono coloro che fanno la volontà <strong>del</strong> «Padre mio,<br />

quello dei cieli».<br />

Seguendo i criteri di <strong>lettura</strong> correnti, per quanto si tenti di sfuggire alla<br />

durezza <strong>del</strong>le conclusioni, bisogna ammettere che la Madre ed i fratelli, quelli<br />

che stanno fuori, non sono ne discepoli di Gesù, ne seguono la volontà <strong>del</strong><br />

Padre. Ma, obbedendo alle regole dei fautori di una <strong>lettura</strong> storico-filologica,

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