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Parti I e II - IReR

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“Il suo modo di agire, spiega il grande Jean Dorst, ha alcune differenze perché<br />

invece di diminuire l’incidenza dell’ala abbassandone il bordo di attacco come fa<br />

il grande pettorale, tende ad aumentare quest’angolo. L’azione dei due muscoli<br />

permette così all’uccello di regolare quest’angolazione al valore desiderato e di<br />

pilotare come un aviatore che agisca sugli alettoni del proprio apparecchio”.<br />

L’innalzamento dell’ala avviene per l’azione di un altro muscolo, meno<br />

voluminoso del pettorale, e genera quello che in meccanica viene denominato<br />

movimento trasmesso.<br />

Un abito su misura<br />

Già a guardarli ci s’accorge che vestono un abito meraviglioso fatto di colori<br />

suggestivi e che si armonizzano sorprendentemente l’uno con l’altro nonostante la<br />

diversità di tinte e gradazioni di colore. Ma questa è solo l’apparenza. Perché<br />

ciascun colore ha una sua origine ed una particolare finalità. La scienza ha infine<br />

scoperto ben più importanti meraviglie.<br />

Il “vestito” degli uccelli è composto da piume e penne anch’esse degne di<br />

meraviglia, non solo per le tinte, ma anche per come sono costruite e per la loro<br />

straordinaria leggerezza.<br />

Ciascuna consta di una parte infissa nell’epidermide, detta calamo. Da qui si<br />

sviluppa poi verso l’esterno lungo il rachide, che ne è l’asse principale. Ai lati di<br />

questo sorgono, diametralmente opposte, due fila delle cosiddette “barbe”. Da<br />

quest’ultime, a loro volta, spuntano le “barbule”, piccole diramazioni costituite da<br />

un asse e da minuscole lamelle.<br />

Alcune piume, chiamate penne e di notevole dimensione, sono le remiganti<br />

collocate sulle ali. Altre, le timoniere, formano la coda. Tutte le rimanenti sono<br />

dette piume di contorno.<br />

Il numero delle penne è proporzionale al corpo: il cigno ha 25.216 penne, il<br />

colibrì 940. I minuscoli uccelli (fringuello, peppola, ecc.) hanno un numero di<br />

piume compreso fra mille e 4.000. I piccoli passeriformi da 1.100 a 2.800. Da<br />

2.000 a 2.500 va il numero di quelle che ricoprono tortore e picchi. Sulle anatre ne<br />

sono state contate 12.000.<br />

Tali quantitativi aumentano d'inverno quando il piumaggio è più folto per<br />

evidenti ragioni di temperatura. Una cincia nel periodo invernale ha circa 1.700<br />

piume mentre in piena estate il numero scende fino a 1.100.<br />

In presenza di un clima mite quindi, le piume cominciano a cadere e le<br />

rimanenti a disporsi in maniera diversa in modo da continuare a coprire tutto il<br />

corpo. Inoltre ogni volatile può modificare, mediante i muscoli pellicciai, la<br />

disposizione delle proprie piume. Di fronte a temperature rigide infatti gli uccelli<br />

gonfiano il piumaggio formando la caratteristica palla (come noto, un corpo<br />

sferico a parità di volume ha una minor superficie e quindi una ridotta dispersione<br />

di calore). Viene quindi accresciuto il volume del piumaggio aumentando lo<br />

spessore dello strato d’aria trattenuto.<br />

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