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Parti I e II - IReR

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dell’anno dandogli quindi un significato bene augurante proprio perché indicava il<br />

ritorno della luce a fecondare la terra.<br />

Nell’Irlanda i Druidi ne raccoglievano rami, bruciandoli e spargendo poi la<br />

cenere, sicuri di poter scacciare i demoni prima della battaglia e propiziare quindi<br />

la vittoria.<br />

E’ una delle piante più amate dai cacciatori e soprattutto dai tenditori negli<br />

impianti di uccellagione ma anche da quanti collocano i cosiddetti archetti,<br />

micidiali trappole proibite dalla legge, con cui si catturano tordi, merli, pettirossi<br />

ed altri volatili ghiotti del sorbo.<br />

Viene infatti messo a dimora nei roccoli perché attragga gli uccelli che lo<br />

preferiscono e mangiano le bacche eliminando poi il seme e quindi contribuendo<br />

alla diffusione della pianta che ha crescita lenta.<br />

Rovo. E’ la più selvatica delle piante e ritenuta invasiva, tanto che, ai margini<br />

degli impianti di cattura e degli appostamenti, dev’essere “regolata” ogni anno in<br />

modo da impedirne una crescita eccessiva. Attrae e dà rifugio a molti volatili e<br />

contribuisce a creare un ambiente quanto più possibile naturale.<br />

In Italia ve ne sono un centinaio di specie conosciute fin dall’antichità e tutte<br />

ritenute utili al punto che Plinio scrisse “la natura non creò neppure i rovi perché<br />

facessero danno all’uomo.<br />

Fu così che tra essi pose le more, un alimento per gli uomini”. Ma anche per i<br />

volatili che ne sono ghiotti.<br />

Gli antichi attribuivano alle more numerose proprietà fra cui quella di guarire<br />

dal veleno dei serpenti, da gonfiori alle gengive e da infiammazioni alle tonsille<br />

ed infine di avere un alto potere astringente. Ancor oggi vengono usate in pozioni<br />

per il viso o per gargarismi.<br />

I frutti, nel Medioevo furono elevati a simbolo di un dolce dono a quanti<br />

cingono la corona di spine che fece sanguinare la fronte di Gesù.<br />

Nell’Esodo c’è una suggestiva immagine del rovo che rappresenta Dio:<br />

compare a Mosè che sta pascolando il gregge sul monte Oreb, nelle sembianze di<br />

un roveto che continua a bruciare senza consumarsi. Tale roveto divenne per i<br />

Cristiani l’immagine della Immacolata Concezione e Maria fu raffigurata con<br />

Gesù dentro un roveto in fiamme.<br />

L’immagine è in alcune icone conservate nel monastero di Santa Caterina sul<br />

Sinai e nel dipinto su un soffitto di palazzo Martinengo a Brescia ed eseguito da<br />

Moretto da Brescia.<br />

Sambuco. Un tempo era la pianta abitata da fate ed elfi si diceva che il flauto<br />

magico fosse stato intagliato proprio da un suo ramo.<br />

Oggi resiste solamente negli incolti ed accanto ad alcuni appostamenti.<br />

Ovunque vi siano giardini e terreni coltivati non c’è spazio per il Sambuco,<br />

prezioso per le sue virtù curative, ricercato dagli uccelli (Capinera, Merlo,<br />

Beccafico, Storno, Passera scopaiola, Tordo Bottaccio, Sassello, Tordela) non<br />

solo per le bacche, ma anche, dov’è folto, per il rifugio che può offrire.<br />

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