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Corniolo. <strong>Parti</strong>colarmente apprezzato fino alla metà del secolo scorso per i frutti<br />
dal sapore acidulo, oggi è usato, peraltro sempre più raramente, per siepi. Le<br />
bacche sono appetiti da tordi, merli ed altri volatili.<br />
Il legno duro ed il tronco rossiccio hanno dato origine a diverse leggende. Si<br />
racconta che la pianta, sacra ad Apollo, servisse ai Greci per costruire il cavallo di<br />
Troia.<br />
Secondo Virgilio, il colore rosso avrebbe origine dall’uccisione di Polidoro<br />
figlio di Priamo. Il giovane poco prima che Troia cadesse fu inviato dal padre, con<br />
un tesoro, presso Polinestore re della Tracia. Il sovrano, particolarmente avido,<br />
uccise il giovane per averne i suoi beni. Sulla tomba di Polidoro crebbero alcuni<br />
cornioli. Enea nel suo viaggio, giunto in Tracia tentò di strappare le piante,<br />
ignorando che fossero cresciute sulla tomba di Polidoro, per fare un sacrificio.<br />
La pianta cominciò a gemere :<br />
Non estraneo a te è il sangue che vedi non sgorga dal legno.<br />
Oh, fuggi terre crudeli, fuggi un avido lido<br />
Son Polidoro.<br />
Persiani prima, Greci e Romani poi, lo usarono per costruire aste di giavellotti.<br />
Scagliarne uno in territorio nemico significava per i Romani dichiarare guerra.<br />
Ciliegio selvatico. Il patrono di Monza, Gerardo Tintore, festeggiato il 6 giugno, è<br />
conosciuto anche come il Santo delle ciliegie e l’affresco di Bernardino Luini nel<br />
duomo della città lo ricorda insieme ai frutti.<br />
Era accaduto che San Gerardo volesse rimanere una notte di dicembre a<br />
pregare in duomo, ma i custodi non glielo volevano consentire. Allora, per<br />
convincerli, disse che all’indomani avrebbe donato a ciascuno di loro un cesto di<br />
ciliegie. Una promessa che parve assurda considerando la stagione.<br />
La mattina successiva però ciascun guardiano ricevette dal Santo un cestino<br />
ricolmo di frutti.<br />
In Giappone dove la pianta ha entusiasti estimatori, il fiore è ritenuto simbolo<br />
di Cortesia, Grazia e Moralità.<br />
Una delicata poesia così lo ricorda<br />
Cadono i fiori di ciliegio<br />
Sugli specchi d’acqua della risaia<br />
Stelle<br />
Al chiarore di una notte senza luna.<br />
La pianta, sarebbe giunta nel Lazio portata dalle milizie di Lucullo, nel primo<br />
secolo avanti Cristo, di ritorno dalla guerra nel Ponto. <strong>Parti</strong>colarmente frequentata<br />
da beccafichi, capinere, storni, merli, passeri ed altri uccelli, aveva, secondo gli<br />
antichi, virtù medicamentose.<br />
Per guarire l’ernia si spaccava in due un tronco di ciliegio e vi si faceva passare<br />
il malato quindi si ricongiungevano le due parti ricoprendole con concime per<br />
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