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Il tempo della stregoneria<br />
Lo popolano le piante e i fiori dei cacciatori, fanno parte della loro tradizione e<br />
della loro cultura, evocano antiche leggende e riconducono ad epoche lontane di<br />
cui oggi si fatica persino a coglierne la eco remota in cui vissero maghi e sortiere<br />
ed ogni atto pareva un rito semisegreto.<br />
Hanno nomi che evocano lontane memorie e riportano a pagine di autori a<br />
volte dimenticati. Sono Ferdinando Paolieri, Renato Fucini, Luigi Ugolini,<br />
Vincenzo Chianini, che invitava a togliersi il cappello davanti ad ogni quercia<br />
maestosa, Eugenio Barisoni, Augusto Noghera, Adelio Ponce de Leon, Piero<br />
Pieroni e tanti altri fra cui il grande Piero Chiara ed il coinvolgente Mario Rigoni<br />
Stern. Ed insieme a loro Leopardi, Pascoli, Carducci, Saba, Montale e altri grandi<br />
“ospiti” che portiamo nell’anima.<br />
Anche loro, a leggerne prosa e versi, presi da una grande nostalgia o, se si<br />
preferisce, tanta tenerezza per fusti, foglie, frutti e fiori capaci di nascere<br />
spontaneamente dalla terra. Come fossero un dono prezioso.<br />
E, a far ombra alle parole, gli erbari di un tempo. Volumoni in cui ogni pianta è<br />
dipinta minuziosamente, persino nelle sfumature, e pare così viva che ancor oggi<br />
sembra si possa allungare la mano accarezzando con le dita il foglio. Come si<br />
potesse coglierla.<br />
Crescono ancora in quei giardini della natura che sono siepi spontanee e<br />
margini di boschi oppure dentro le selve nascosti fra alberi giovani o che l’uomo<br />
coltiva.<br />
Svettano soprattutto nei roccoli e in altri impianti per la cattura di volatili.<br />
Producono bacche che gli uccelli gradiscono, ricercano, di cui sono ghiotti.<br />
I “santuari” degli alberi<br />
I colori costituiscono un’altra meraviglia della natura. Paiono creati proprio<br />
perché, quando le piante son mature, vengano scorte subito fra la miriade di tinte<br />
dell’estate oppure nel gran giallo delle foglie malate d’autunno.<br />
Così il sorbo dell’uccellatore ha bacche color corallo visibili da lontano. La<br />
fitolacca produce grappoli neri che si stagliano contro il verde stinto delle grandi<br />
foglie che s’avviano a cadere proprio quando i frutti sono più maturi cosicché<br />
chiunque possa scorgerli. Ed il sambuco, che crea grappoli fitti fitti, proprio come<br />
il ligustro, dai minuscoli semi neri a grappolo e che paion tanti pallini da caccia,<br />
fra foglie rade o di piccole dimensioni.<br />
Le “piante degli uccelli” hanno anche i loro santuari.<br />
Sono i roccoli, i capanni ed altri impianti fissi.<br />
Fatte crescere anno dopo anno secondo una geometria obbligata dalle reti o<br />
dalla distanza dal fucile, paiono poste casualmente ed ubbidiscono invece a regole<br />
ferree: trasgredirle significava rendere improduttivo l’impianto. Basta immaginare<br />
quei giorni di fame in casolari sperduti, dove la gente, anche nel freddo, portava<br />
gli zoccoli, per sapere cosa potesse causare nei lunghi inverni.<br />
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