AA.VV., I FORI IMPERIALI & IL COLOSSEO - Rome - The Imperial Fora
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utiva. In origine era circondata da portici con pavimentazione a piastrelle quadrate di terracotta; l’area<br />
centrale era lasciata a giardino. Nel 2010 lo scavo è stato considerevolmente esteso in direzione della<br />
collina: lungo il lato nord-occidentale del peristilio è stato messo in luce un vano di rappresentanza<br />
(L) contiguo all’ambiente E, dotato, nella fase successiva a quella originaria, di un impianto di riscaldamento<br />
a ipocausto e verosimilmente pavimentato in opus sectile. A un determinato momento il<br />
complesso venne organizzato su differenti quote tramite la costruzione, nel giardino del peristilio, di<br />
due muri paralleli con funzione di terrazzamento.<br />
Il tipo di casa a peristilio si presenta conforme al modello di abitazione, di tradizione greco-ellenistica,<br />
diffuso in tutta l’Asia Minore, tramandatosi nei secoli pressoché invariato e mantenutosi fino a<br />
tutta l’epoca tardoantica, in cui spaziose corti, spesso circondate da bracci porticati e non raramente<br />
dotate di nymphaea, potevano rappresentare lo snodo dell’organizzazione dell’abitazione. In un contesto<br />
come quello in questione l’assunzione del modello della casa a peristilio non manca di imporsi<br />
quale marcatore del processo di ellenizzazione. A causa dell’incompletezza della planimetria, poco si<br />
può dire dell’articolazione dell’abitazione, partitamente se essa fosse di tipo assiale o radiale, e anche<br />
sulla funzionalità di molte delle strutture (finora sono noti tre grandi ambienti di rappresentanza).<br />
Le sequenze stratigrafiche consentono di ricostruire le trasformazioni che hanno interessato l’organizzazione<br />
dell’impianto, il suo sviluppo planimetrico, la funzionalità degli spazi. Interventi di ristrutturazione,<br />
sostanziali rimaneggiamenti degli ambianti e modifiche dei percorsi, con conseguenti<br />
trasformazioni d’uso che stravolgono l’assetto dell’impianto e la funzione degli spazi, denunciano<br />
cambiamenti di destinazione rispetto al primitivo impianto, in linea con un trend evolutivo ben<br />
documentato nell’edilizia privata tardoantica, sostanzialmente basato sulla frammentazione degli<br />
spazi originari. Nell’area sistemata a giardino lo spazio viene frantumato attraverso la costruzione di un<br />
corpo di fabbrica (I); successivamente la creazione di un sistema di canalizzazioni di smaltimento delle<br />
acque provenienti da altre aree delle pendici del sito, collegato alle sistematiche spoliazioni dei muri del<br />
primitivo impianto e a altre parziali demolizioni, appare da mettere in relazione con il radicale cambiamento<br />
delle modalità di occupazione dell’area prima del definitivo abbandono dell’edificio. La ceramica<br />
più recente è stata datata al VI secolo d. C.<br />
Fig. 4 – Il pannello figurato al centro della<br />
pavimentazione musiva dell’ambiente E a restauro<br />
ultimato (2010) (DFG-Projekt Pompeiopolis,<br />
foto B. Maerzke, München)<br />
32<br />
<strong>IL</strong> MOSAICO DEL VANO E<br />
Il vano E ha restituito un mosaico pavimentale policromo<br />
(6,90×5,80 m.), formato da quattro distinti tappeti<br />
a decoro geometrico e impaginato centripeto (i mosaici<br />
dell’abitazione sono stati presentati all’XI Colloquio<br />
Internazionale sul mosaico antico, organizzato nell’ottobre<br />
2009 a Bursa dall’Uludağ University Mosaic Research<br />
Center, sotto l’egida dell’AIEMA). Nel riquadro figurato<br />
centrale, tangente sugli angoli a quattro triangoli racchiudenti<br />
le personificazioni delle Stagioni, è compreso un<br />
busto femminile raffigurato frontalmente, con testa diademata<br />
e circondata da un nimbo (fig. 4). Veste tunica ornata<br />
da un clavus, e mantello. Due dita sorreggono un frutto; un<br />
ramo poggia sulla spalla destra. Nella figura va riconosciuta<br />
una personificazione karpophoros, come anche indicano