AA.VV., I FORI IMPERIALI & IL COLOSSEO - Rome - The Imperial Fora
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però condizionato dal preventivo svuotamento del condotto, da parte della ditta che sta impostando<br />
il cantiere di restauro, dell’acqua che ne riempie il fondo per un’altezza di quasi cinquanta cm. Questo<br />
svuotamento non si è riusciti a realizzarlo, probabilmente a causa di un rialzamento della falda, che fa sì che<br />
l’acqua ritorni man mano che si svuota. Questo contrattempo ha costretto a rivedere il progetto, essendo<br />
comunque intenzione della Soprintendenza di Roma di mantenere questa collaborazione con il nostro<br />
Dipartimento, anche in previsione di future iniziative, e presentando un grandissimo cantiere di restauro<br />
come quello che si sta allestendo al Colosseo molte altre esigenze di indagini preliminari.<br />
Di comune accordo con la collega Rea abbiamo quindi deciso di indirizzare lo scavo all’indagine di due<br />
ambienti delle sostruzioni della cavea dell’anfiteatro, al primo ordine (cioè il piano terra del monumento)<br />
e in particolare un sottoscala del cuneo III sul terzo anello e l’intero cuneo X (sottoscala, antistante corridoio<br />
radiale e parte del terzo anello). Questa scelta è derivata dall’incontro di opportunità scientifiche e<br />
didattiche, da parte nostra, e di esigenze logistiche e conservative da parte della Soprintendenza. È infatti<br />
nei progetti della Soprintendenza arrivare a rimettere in luce i piani antichi almeno in alcuni settori del<br />
primo ordine del monumento, per ripropone la percorribilità originaria; la posizione degli ambienti selezionati,<br />
all’interno di un’area chiusa al pubblico, costituiva poi un elemento essenziale per l’installazione<br />
del cantiere di scavo. Obiettivo scientifico dell’intervento era quello di ottenere dati sulle fasi medievali<br />
di utilizzo del Colosseo, fasi i cui resti sono stati<br />
quasi completamente cancellati nella “liberazione”<br />
ottocentesca del monumento. I due ambienti<br />
scelti per le indagini appartengono a tipologie<br />
diverse e dovevano rispondere a domande storiche<br />
diverse. L’ambiente del cuneo X è uno di quelli<br />
utilizzati come stalla o fienile, come mostra anche<br />
la presenza di una vasca e gli incassi per solai sulle<br />
pareti. L’obiettivo dello scavo in questo caso era<br />
quello di individuare gli strati in fase con questo<br />
momento di utilizzo, in modo da precisarne<br />
natura e funzione, datarlo su base archeologica<br />
e seguirne le trasformazioni; il piccolo sottoscala<br />
Fig. 1 – Anfiteatro Flavio. L’ambiente del cuneo X in corso<br />
di scavo<br />
del cuneo III invece appartiene a una tipologia di ambienti che non mostrano tracce di riutilizzo ma<br />
che, si sperava, potesse fornire elementi per datare con precisione il momento della spoliazione della<br />
pavimentazione del monumento.<br />
Per quanto riguarda l’aspetto didattico, questo cambiamento di progetto presentava poi notevoli<br />
vantaggi: innanzitutto la maggior ampiezza dell’area di scavo ha consentito di aumentare sensibilmente<br />
il numero degli studenti che hanno potuto partecipare, dai 18 previsti originariamente, a 35<br />
che hanno partecipato, divisi nei due turni di tre settimane ciascuno in cui si è articolato lo scavo<br />
(purtroppo molte altre richieste non hanno comunque potuto essere accolte, ma questo dimostra<br />
il grande desiderio che c’è tra i nostri studenti di affiancare alla tradizionale attività didattica anche<br />
esperienze pratiche e sul campo); inoltre, trattandosi di uno scavo metodologicamente molto più<br />
“tradizionale”, è stato senz’altro più adatto a fornire una esperienza di base per studenti con poca o<br />
nessuna pratica di scavo, consentendo loro di familiarizzarsi con attività quali il riconoscimento e il<br />
rilevamento degli strati, l’esecuzioni di sezioni volanti e cumulative, la schedatura di strutture etc.,<br />
che nelle condizioni particolari dello scavo nel collettore non avrebbero potuto essere svolte.<br />
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