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AA.VV., I FORI IMPERIALI & IL COLOSSEO - Rome - The Imperial Fora

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consacrò anche la cappella dove si fece seppellire: ai piedi dell’altare e in vista dell’abside, dominata<br />

dall’immagine della Vergine «in corona angelorum» affrescata dal Perugino.<br />

A tale proposito ha certo un significato che, contrariamente all’uso degli ecclesiastici, Sisto IV si sia<br />

fatto inumare con i piedi verso l’altare e cioè idealmente con il volto all’immagine della Vergine.<br />

È stato osservato come questa sepoltura, isolata su tutti i lati al centro del sacello, «segnasse una<br />

vistosa anomalia rispetto alla consuetudine quattrocentesca dei sepolcri papali» (Galli 2009).<br />

Se il celeberrimo monumento del Pollaiolo, commissionato da Giuliano della Rovere, fu portato a termine<br />

dieci anni dopo la scomparsa di Sisto (1494), nei fatti esso conferiva una forma – umanisticamente<br />

sovraconnotata e per così dire “tridimensionale” – a un’idea che già Sisto IV aveva della propria sepoltura.<br />

Johannes Burchardus, il maestro di cerimonie che, nella turbolenza dell’evento, si occupò delle<br />

esequie del pontefice, ricorda nel dettaglio le disposizioni del papa.<br />

Sisto volle essere inumato «nella sua cappella nuova, circa nel mezzo, piuttosto vicino all’altare»<br />

asserendo i cardinali «ipsum defunctum locum huiusmodi in sepolturam suam sibi elegisse». E, prima<br />

della messa in opera del monumento bronzeo, il tumulo doveva essere segnalato nel pavimento da<br />

un semplice ed elegante epitaffio.<br />

Forse una coincidenza o solo l’ultima volontà di un papa, ambizioso e potente, che morendo riprendeva<br />

il saio francescano, eleggendo la terra nuda come ultima dimora. E tuttavia un “programma” che ha<br />

davvero molte analogie con le diposizioni di Giovanni VII, deposto «sub pedibus Domine».<br />

Riterrei dunque plausibile che, alla vigilia del Giubileo 1475, Sisto IV, facendo rimuovere l’altare<br />

di Giovanni VII per aprire la nuova Porta Santa, abbia prelevato per sé la reliquia del velo della<br />

Vergine, destinandola all’altare della propria cappella funeraria.<br />

Come osserva Jacques Le Goff «il sacro è tenace» e il lungo prestigio della basilica Vaticana, eletta<br />

per secoli a mausoleo dei pontefici romani, si conferma nella vitalità di un codice antico e di una<br />

tradizione di modelli ineludibile, anche alle soglie del Rinascimento.<br />

38<br />

Antonella Ballardini<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

A. BALLARDINI, <strong>The</strong> Oratory of John VII in Old St. Peter’s: Architectural Decoration and Furnishings, in A.<br />

Ballardini, P. Pogliani, A Reconstruction of the Oratory of John VII (705-707), in Old St. Peter’s Conference (British<br />

School at <strong>Rome</strong>, 22-25 marzo 2010), in corso di stampa.<br />

A. BALLARDINI, Un oratorio per la <strong>The</strong>otokos: Giovanni VII (705-707) committente a San Pietro, in Medioevo: i<br />

committenti, Atti del XIII convegno internazionale di studi di Parma (21-26 settembre 2010), Parma-Milano<br />

2011, pp. 94-116.<br />

A. GALLI, Monumento di Sisto IV. L’opera di Antonio del Pollaiolo 1484-1493, in Archivum Sancti Petri. Bollettino<br />

d'archivio 6-7 (2009), p. 12.<br />

Dalla Curia Senatus alla chiesa di Sant’Adriano. La riscoperta di un palinsesto architettonico<br />

e pittorico perduto<br />

La demolizione della chiesa di S. Adriano e dell’annesso convento dei Mercedari, finalizzata al ripristino<br />

dell’antica Curia Senatus, fu consumata tra il 1932 e il 1937. Sotto i colpi dei “picconi del regime” che<br />

in poco tempo abbatterono un intero quartiere post-rinascimentale, insediato tra i Fori, fu abbattuto in<br />

poco tempo a vantaggio della Via dell’Impero e del recupero archeologico della Roma imperiale. I lavori<br />

di smantellamento della chiesa barocca, diretti da Alfonso Bartoli, fecero riemergere, per poi annientarlo,

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